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TESTO La vita donata dentro di noi

don Carlo Occelli  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (26/06/2011)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Pochi ingredienti di qualità: farina, acqua, lievito, sale. E l'arte di impastare, attendere, cuocere...

Giovanni l'evangelista, scrivendo il quarto vangelo, aveva dalla sua un ingrediente in più nello stendere il racconto su Gesù. Da piccolo imparò ad osservare sua madre mentre impastava: per fare un buon pane non ci vogliono ingredienti bizzarri. Pochissimi, ma ben impastati.

È così che ho imparato in questi mesi a rileggere le pagine giovannee, con qualche mia fantasia. Ritornano sempre gli stessi ingredienti, parole e verbi ripetuti e straripetuti: vedere, credere, amare, rimanere, cercare, conoscere... vita, luce, segno, pastore, pane, carne...

Così abbiamo visto che Giovanni impasta alcuni semplici ingredienti di qualità e ci sforna delle pagine incredibilmente gustose.

Il capitolo sesto è un'intera catechesi sull'eucaristia ed è per questo che la liturgia ce li propone oggi nella festa del Corpus Domini.

Se per caso avessimo pensato al Dio-incontro della festa trinitaria come ad un Dio astratto e lontano, oggi Gesù ribadisce con forza tutt'altro.

Si dice che Giovanni sia il vangelo più spirituale, ma è una spiritualità ben lontana dal mondo delle nuvole, per intenderci.

È di una concretezza fortissima. Lo abbiamo detto la scorsa settimana: Giovanni è talmente preso da Gesù, da non lasciarsi tentare da alcuna spiritualizzazione della fede!

Eh no! Non ci sta a costruire un'immagine di Gesù che vada bene solo per i santini da distribuire fuori dalla Chiesa.

Gesù discute ancora una volta con i giudei, ah ridaie! ... diciamo "noi" romani!

Si proclama pane vivo disceso dal cielo, carne per la vita dell'uomo. Sostiene di essere venuto per l'uomo, perché l'uomo abbia la vita. S'intestardisce nel sostenere che questa vita non riguarda il futuro: chi mangia della sua carne HA la vita. Il verbo al presente non è un mica un errore! Cari miei: io sono la vita, dice Gesù. E questa vita non attende altro che entrare dentro di voi. Quale via migliore che farsi cibo e bevanda di salvezza per essere nostra vita?
Apriti cielo!
Come può costui darci da mangiare? Lo riprendono i giudei.

Vanno su tutte le furie! Loro che hanno fondato tutta la loro autorità e il loro potere religioso sulla separazione tra Dio e uomo, sacro e profano, cielo e terra, questa storia di Gesù pane vivo disceso dal cielo per impastarsi definitivamente con la terra non gli va proprio giù!

Eh no, perbacco! Ci abbiamo messo una vita a conquistarci il rispetto timoroso del popolo, abbiamo costruito un'architettura immaginaria e realistica separando il Creatore dalle creature, ci siamo ritagliati il nostro spazio di potere con le unghie, imponendo agli altri leggi e leggine per appesantire il loro cammino verso Dio. Ed ora questo rabbi sconosciuto viene a dirci che il pane della vita discende dal cielo nell'uomo? Eh no! Non si può fare, ci spiace.

Perché Dio è là, non importa dove, ma là! E là deve rimanere.

Adorabile Gesù. Viene e spazza via i mercanti dal tempio. Sono venuto per unire Dio e uomo, non per separare. Il Dio festa dell'incontro si fa carne per l'uomo: si fa masticare, diventa cibo perché l'uomo viva.

Cibo e acqua sono così: entrano dentro noi per farsi noi, diventare nostro nutrimento. Spariscono dentro noi.

Questo Dio che si svuota per riempire te, non ti pare eccezionale?

Amico mio, ridestiamo il nostro entusiasmo per il Dio di Gesù! Spodestiamo ogni tentativo di separare Dio dall'uomo, appassioniamoci contro ogni presa di potere che separa il mondo sacro dal profano! Boicottiamo la religiosità del supermercato: non vogliamo una fede preconfezionata.

Rigettiamo ogni manovra intentata per farci tornare indietro, ogni tentativo di ritenere la balaustra come parte dell'architettura ecclesiale.

Non c'è l'imprimatur del Maestro. Mi spiace, manca l'autorizzazione e la firma di Gesù. Rimane perenne, anche nella comunità cristiana, la tentazione di separare Dio e l'uomo: non ci lasciamo imprigionare dai tentacoli di sacralizzare l'eucaristia. Dio si fa semplice pezzo di pane.

Il ritorno eccessivo di inchini e genuflessioni, di merletti e ostensori dorati, di parate religiose e finte processioni, di abiti liturgici ricchi e dorati ovviamente a lode e gloria di Dio!, del sacro latino e della liturgia preconciliare... non sono sintomi di questa separazione? Non stiamo correndo nella direzione opposta a quella del Maestro? Non viviamo la sottile tentazione di separare il divino dall'umano? Di volerci creare uno spazio di potere tutto nostro dove riforgiare il Dio lontano, geloso del suo potere e della sua divinità, intento ad osservare distaccato la vita dei suoi sudditi?...

L'eucaristia settimanale ci domanda altro: non si accontenta il Pane della vita di essere contemplato ed adorato, incensato e venerato! Domanda di farsi vita nella nostra vita!
Coraggio amici!

Risolleviamoci da qualsiasi torpore, alziamoci contro ogni colpo di potere che non sia quello dello dell'amore. Farsi cibo, farsi dono e nutrimento per altri.

Gesù ci mostra un Dio comunione, che non ha altro desiderio che unirsi a noi, altro che separarsi!

Cristo è vita, cibiamoci di Lui per essere noi trasmettitori di vita in questa settimana che si apre.

La vita è qui ed ora in Cristo, pane di vita spezzato per me, per te, per tutti.
Sapremo accoglierlo con gioia?
Coraggio!
Buona settimana a tutti noi!

 

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