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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

Omelie.org (bambini)  

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (26/06/2011)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Il Vangelo di oggi ci propone una discussione tra Gesù e la folla, che è andata ad ascoltarlo. C'è una grande folla ad ascoltare il Maestro di Nazareth e questa non è una novità. Egli prende la parola e pronuncia un discorso che risulta sconcertante per i suoi ascoltatori. Tutte quelle persone radunate, sono andate spontaneamente a sentire che cosa il Rabbi ha da insegnare, ma forse, molti di loro, vanno un po' in confusione di fronte a un discorso che risulta difficile da comprendere.

Vediamo dunque cosa dice di così sconvolgente il nostro Maestro e Signore. Comincia con una prima affermazione: "Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno."

E, non contento di aver suscitato grandi reazioni tra i suoi ascoltatori, conclude il discorso ripetendo ancora: "Chi mangia questo pane vivrà in eterno"

Uhmmm... effettivamente, sembra un discorso un po' strano: nessuno di voi, penso, ha mai provato a paragonarsi a un panino... Eppure il Signore Gesù dice che Lui è un pane, anzi: è il pane vivo disceso dal cielo.

Come dal cielo? Il pane s'impasta e si cuoce nel forno. Al massimo può essere un pane che arriva dal fornaio, ma perché dal cielo?

Alle nostre orecchie, in realtà, questa frase suona molto più strana di come doveva sembrare ai Giudei che ascoltavano l'insegnamento del Rabbi. Infatti, nella storia del popolo d'Israele, c'è un episodio in cui veramente il pane è disceso dal cielo!

Non so se ve lo ricordate, ma quando il popolo d'Israele, liberato da Mosè dalla schiavitù in Egitto, si trova nel deserto, comincia a lamentarsi perché non c'è da mangiare. Allora Mosè prega il Signore Dio di intervenire e ogni mattina, sulle foglie delle piante intorno all'accampamento, si deposita, cadendo dal cielo, un cibo particolare: la manna. Sembrano fiocchi di grano, possono essere impastati per farne focacce, hanno una consistenza leggera leggera e un sapore un po' dolce. Per molti mesi il popolo pellegrino nel deserto si sfama con questo pane che cade giù dal cielo, alba dopo alba.

Quindi il Maestro e Signore sta facendo un riferimento molto preciso, che deve essere ben vivido nella memoria dei suoi ascoltatori. Sta dicendo loro: - Voi sapete che il Padre Buono si preoccupa di nutrire i suoi figli: non solo con il pane materiale, come ha fatto nel deserto con la manna, ma anche con il Pane della vita, il Pane della verità... Sono io! Sono venuto a portare questo nutrimento per i vostri cuori. Sono disceso dal Cielo per restare con voi. Sono la manna per la vostra anima, e mi dono a voi ogni giorno. -

La folla radunata non sembra capire questo discorso: si arrabbiano, per i paragoni che Gesù azzarda; si sentono offesi, risentiti. E non ascoltano fino in fondo.

Ma noi, oggi, qui, abbiamo la possibilità di accogliere profondamente queste parole del Maestro Gesù, anche perché abbiamo la fortuna si sapere qualcosa in più, che la gente radunata intorno al Rabbi non poteva sapere.

Sappiamo, infatti, che Gesù ha scelto di restare in mezzo a noi proprio sotto forma di pane: l'Eucaristia. Questo pezzettino di pane che ospita tutta l'immensità di Dio, è il modo che il nostro Maestro e Signore ha scelto per rimanere con noi per sempre, in maniera concreta, fino al punto che lo possiamo mangiare!

Gesù sa bene quanto, noi tutti, abbiamo bisogno di cose concrete, che raggiungano i nostri sensi: perciò ha scelto un segno semplice e bellissimo, il pane. Quando ci nutriamo di questo Pane eucaristico, siamo uniti a Lui. Sempre.

Per due volte, poi, afferma con decisione: "Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno".

Vivere in eterno, vivere per sempre! Sapete quanta gente vorrebbe proprio questo? Ci sono tante persone, intorno a noi, che non riescono ad accettare che l'esistenza di ogni essere umano conosce la morte, la fine: si sentono spaventate da questo pensiero e cercano tutti i modi per restare giovani, per non far vedere il tempo che passa, nell'illusione che la morte non possa raggiungere chi appare ancora giovane e in forma.

Ma la vita eterna di cui Gesù sta parlando non ha niente a che vedere con creme di bellezza e trattamenti rigeneranti: il nostro Maestro e Signore sta parlando della vita con Dio che non finisce, che dura per sempre, nella gioia infinita!

Attenzione: Gesù non sta dicendo che chi riceve l'Eucaristia vivrà per sempre, non si ammalerà mai, non invecchierà e non morirà... No, nessuna magica garanzia!

Pur nutrendoci del Pane eucaristico, rimaniamo delle creature: il nostro corpo è fragile, non è mica indistruttibile!

Sicuramente possiamo dire che le cellule del nostro corpo sono forti, resistenti, hanno una buona durata, ma non sono eterne! Ci capiterà tante volte di ammalarci, di ferirci, di vedere i segni degli anni che passano sul nostro volto e sul nostro corpo. Il tempo che passa, prima ci fa crescere e poi ci fa invecchiare. È così per tutti, nell'ordine naturale del ciclo di vita.

Però, riferendosi all'Eucaristia, Gesù non sta parlando della vita del corpo, ma della vita dell'anima. E noi sappiamo che alla fine di questa vita nel tempo, inizierà la vita senza fine, nella gioia eterna in Dio, quando saremo con Lui per sempre, uniti profondamente, senza mai più separarci dal Suo Amore.

Ora, pensateci un attimo, cosa diciamo quando, durante la Messa, andiamo a ricevere l'Eucaristia? Diciamo che andiamo a fare la comunione.

Cioè diciamo che entriamo in unione profondissima tra di noi e con Dio.

La parola comunione ha un significato ancora più forte di unione: indica un legame completo, totale, assoluto, di ogni particella di noi.

Oh, che meraviglia! Che pensiero da togliere il respiro per l'emozione! Grazie al Pane Eucaristico abbiamo la possibilità di entrare in comunione con Dio, di legarci a Lui completamente, con ogni fibra di noi stessi, già da ora, nel presente! Grazie all'incontro nell'Eucaristia, possiamo già mettere un piede nell'Eternità. Ecco perché Gesù ripete più volte: "Chi mangia questo pane vivrà in eterno".

Che mistero luminoso, vero?, questo desiderio che ha Dio di restare in comunione con ciascuno di noi. Anche se non siamo ancora come Egli ci sogna, già da subito ci vuole uniti a Lui, profondamente.

Davvero, forse non vi prestiamo abbastanza attenzione, ma che dono immenso, smisurato, ci viene offerto in ogni celebrazione dell'Eucaristia!
Non sprechiamolo, per favore, non sciupiamolo!

Per favore, per favore, non andiamo mai in modo distratto a ricevere il Pane Eucaristico. Mi sento così triste, quando vedo persone che si mettono in fila verso l'altare, come se fossero in coda in una biglietteria: intanto che procedono, chiacchierano, salutano, ridacchiano, addirittura masticano la gomma!...

Ma come? Stai muovendoti, passo dopo passo, per andare a incontrare il Signore della vita e dell'Eternità; stai lentamente camminando verso l'altare per diventare parte di un miracolo grandioso, e pensi ad altro??!!

Dio ti viene incontro pieno d'amore, desideroso di farti entrare in comunione con Lui, e tu pensi a tutto tranne a questo??!!

Che tristezza, non vi pare? No, che non ci capiti mai mai, di sciupare così l'incontro con Dio!

E se ancora non possiamo ricevere l'Eucaristia, perché non abbiamo ancora fatto la prima comunione, ogni domenica facciamo in modo di vivere con il massimo rispetto e attenzione questo momento speciale.

Intanto prepariamoci bene, pregustando la gioia dell'incontro, che arriverà anche per noi. Nel silenzio dell'anima, diciamo al Signore il nostro desiderio di stare con Lui, l'attesa che viviamo, aspettando il giorno in cui anche noi vivremo questa gioia smisurata, nel ricevere il Pane Eucaristico.

Mentre siamo al nostro posto, non disturbiamo chi sta raccogliendo tutti i suoi pensieri in questo momento specialissimo! Cantiamo insieme all'assemblea, oppure preghiamo nel silenzio del cuore, ma non scambiamo questa parte della celebrazione come un'occasione per chiacchierare o scherzare: ricordiamoci che siamo di fronte a un miracolo.

Soltanto perché questo miracolo si ripete ad ogni celebrazione, non vuol dire che sia senza importanza o senza valore.

Adesso fermiamoci qualche istante in silenzio e poi viviamo bene, bene, bene, con tutto noi stessi, la liturgia eucaristica.

Permettiamo allo Spirito Santo di farci almeno sfiorare la meraviglia di ciò che stiamo celebrando: il Pane e il Vino che diventano presenza vera di Gesù tra noi, così da poter essere in comunione con il Signore Dio.

Commento a cura di Daniela De Simeis

 

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