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TESTO Commento su Giovanni 6,51-58

padre Paul Devreux

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A) (26/06/2011)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

Per capire cosa è e come ci dobbiamo nutrire del Corpo di Gesù, basta domandarsi come Gesù si nutre del Padre. Gesù vive per il Padre e c'invita a vivere per Lui. Il Padre è sempre vicino a Gesù ed è sempre pronto ad ascoltarlo per aiutarlo. Gesù si nutre di Lui pregando e ascoltandolo. Se s'incarna è per stare vicino a noi. Ci dona la sua presenza, la sua disponibilità, insegnamenti, esempi e lezioni di vita. Se mi nutro di tutto ciò diventeranno per me cose molto importanti e avrò voglia di vivere in comunione con Lui.

Ma abbiamo bisogno anche del pane consacrato come segno tangibile della sua presenza, anche se allo stesso tempo rimane misteriosa e invisibile agli occhi di chi non vuol vederla. Ne abbiamo bisogno per collocarlo nello spazio, per poterlo guardare, ma soprattutto ne abbiamo bisogno per concretizzare il nostro incontro con Lui manifestando fisicamente e pubblicamente il nostro desiderio di nutrirci di Lui. Per questo la comunione si riceve a messa, in mezzo all'assemblea pubblica. Alzarsi e andare a prendere il pane consacrato davanti a tutti è come confessare pubblicamente che la comunione con Gesù m'interessa, e questo chiaramente implica per inciso che m'interessa la comunione anche con tutti i presenti. Ed è bello anche fare le processioni eucaristiche per fare vedere a tutti che questo Gesù è importante per noi.

Qualcuno si domanda se ne è degno, ma io vi dico che nessuno ne è degno. Forse qualcuno vi è più preparato, qualcuno ha una consapevolezza maggiore del dono ricevuto, qualcuno si lava, si veste e si profuma per bene come si fa per andare ad un incontro importante, ma nessuno è degno. Ma Gesù ci dice in ogni eucarestia: "Prendete e mangiatene tutti", perché sa che tutti ne abbiamo bisogno e Lui si dona a tutti come pane spezzato per una sempre nuova ed eterna alleanza.

 

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