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TESTO Fessi o non fessi? This is the question!!!

don Nazareno Galullo (giovani)  

Commemorazione di Tutti i Fedeli Defunti (Messa I) (02/11/2003)

Vangelo: Gv 6,37-40 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,37-40

37Tutto ciò che il Padre mi dà, verrà a me: colui che viene a me, io non lo caccerò fuori, 38perché sono disceso dal cielo non per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha mandato. 39E questa è la volontà di colui che mi ha mandato: che io non perda nulla di quanto egli mi ha dato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno. 40Questa infatti è la volontà del Padre mio: che chiunque vede il Figlio e crede in lui abbia la vita eterna; e io lo risusciterò nell’ultimo giorno».

Certo è che siamo molto affezionati a questa festa "dei morti". Noi abbiamo dentro quasi una devozione per i nostri morti: guai chi ce li tocca. Quando si va in un cimitero troneggiano croci, sculture di Gesù Risorto, fiori ecc. Non so se un giorno ci sarà mai qualcuno che intraprenderà una causa per far togliere il crocifisso dalle lapidi!!!

La situazione di oggi è che la morte, però, è spesso dimenticata. Sembra che sia un'esperienza che debba capitare soltanto agli altri. E già, perché una volta che capita a noi non possiamo certo tornare indietro.

Si scherza troppo con la vita... perché la morte è sempre degli altri. Si corre come pazzi con le macchine, perché tanto sono sempre gli altri a fare incidenti. Ci si "canna" a tutta forza, ci si "ubriaca" e "sballa" senza problemi, perché tanto i guai capitano soltanto agli altri. Si scherza con la propria salute, perché tanto stiamo bene.

Siamo proprio in un'epoca strana: più sperimentiamo di essere fragili, più sappiamo che i pericoli della morte sono tanti... e più ce ne freghiamo.

CHE VORRESTI DIRE: CHE BISOGNA VIVERE CON LA PAURA DELLA MORTE ADDOSSO?

No di certo: bisogna VIVERE. La morte appartiene alla vita ed ha senso in quanto c'è la vita. Se la vita non fosse da vivere... allora la morte non ci toccherebbe. Ma invece, abbiamo una vita da vivere e la morte ne è la conseguenza. Chi vive senza considerare che ci sarà anche la propria morte... non vive bene, si dà alle pazze gioie che però alla fine finiscono con la vita stessa.

Credo che Gesù voglia orientarci ad un "al di là" concretamente bello, e ci parla della morte non in maniera paurosa, non come ce ne parlano alcuni "falsi profeti dei nostri tempi", ma in modo pulito, bello, sereno e vero.

Il Signore non gode per la morte di nessuno, ma è pur vero che l'ha creata lui. Ha creato la morte per noi umani, perché non ci dimenticassimo di lui. Ci ha voluti fragili perché non dimentichiamo che alla fine solo Dio conta. Ed anche perché non ci scordiamo, come scemi, che la vita eterna è più lunga di questa terrena. Se Egli voleva, ci creava forti, immortali... e saremmo diventati come Lui. Anzi, già oggi alcuni si credono superiori a Dio, sfidando la morte, quasi che si possa avere più vite come in un gioco alla playstation!

Una vita... da spendere bene fino alla morte... anzi fino alla vita eterna. Sì, perché in fondo questa è la morte. Lui ce lo ha fatto capire non soltanto con le parole ma con la sua stessa vita: morire... e risorgere. Dio ha creato la morte... Dio può risuscitare. Ma la vita, questa vita, mi è affidata... e devo viverla bene, perché la morte non mi sorprenda come un fesso.

Io fesso... non lo voglio essere..., e se proprio lo devo essere, vorrei esserlo come Gesù... che, nella sconfitta di una ingiusta morte sulla croce... ha vinto tutti. E tu, vuoi vincere con Gesù?

CIAO

Naza

 

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