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TESTO Trasformare la materia in spirito

Marco Pedron  

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (12/06/2011)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Oggi la chiesa celebra la festa di Pentecoste. La Pentecoste (che viene narrata nella prima lettura, che è la lettura centrale di oggi) vuol dire: "50 giorni".

1. La Pentecoste era una festa cananea: la festa della mietitura. Quando gli ebrei giunsero in Palestina la assunsero. Il centro del rito consisteva nell'offerta a Dio delle primizie del raccolto (Dt 23,15-21).

2. Poi gli ebrei inserirono questa festa nella loro storia della salvezza. Così a Pentecoste si celebrava il dono della legge sul Sinai a Mosè e a tutto il popolo ebraico.

3. Per i cristiani, invece, la Pentecoste è la discesa dello Spirito sugli apostoli. Dio è presente in loro in un'altra forma.

Già questo ci aiuta a capire che il vero comandamento non sono più i Dieci Comandamenti ma l'ascolto dello Spirito. Fede non è eseguire (comandamento) ma permettere al Dio in me di vivere secondo la sua forma (la vera obbedienza è al Dio che ho dentro).

Cosa sta succedendo? Gesù è morto e gli apostoli sono presi dalla paura: "Che ci accadrà adesso?" Possiamo capire tutta la loro paura e i loro dubbi: Gesù se ne è andato, è morto: "Cosa ne sarà di noi, adesso che il maestro, il nostro capo è morto? Gesù era Gesù, noi siamo noi: come possiamo pensare di continuare noi il suo messaggio? Gesù lo hanno ucciso: noi abbiamo paura. Faranno anche a noi ciò che hanno fatto a lui?". Per loro questo è un momento di crisi forte, profonda, radicale, decisiva. Gli apostoli, quindi, si chiedono: "E adesso, che si fa?".

Quante volte ci troviamo in questa situazione e ci diciamo: "E adesso che si fa?".

Sei dirigente di banca: lavoro sicuro, ben retribuito e bella posizione sociale. Ma il tuo hobby, il tuo desiderio profondo è fare il fotografo. Hai la possibilità di entrare in società con un amico fotografo. Che si fa?

Il tuo fidanzato vive in Toscana e tu sei del Veneto. Ti dice: "Ci sposiamo?". Tu avresti la possibilità di farti spostare il lavoro lì e lo ami tanto, ma andare in Toscana vorrebbe dire lasciare tutti gli amici, le relazioni, il tuo mondo. Che si fa?

Fra te e tua moglie non va male, vi capite, siete d'accordo sull'educazione dei figli, vi volete bene, ma c'è qualcosa che non va. Il fuoco dell'amore non s'accende, il rapporto tira avanti un po' stancamente. Che si fa?

Stai facendo la tua vita: il lavoro ce l'hai, la famiglia (moglie e figli) pure, gli amici anche, tutto sembra andare bene, ma in realtà dentro sei spento, procedi per forza d'inerzia.

Vai in chiesa, rispetti le regole cristiane, sei generoso, ma non c'è desiderio nella tua fede, non c'è passione; quando parli di Dio sembri un insegnante che fa la sua bella lezioncina, non un innamorato, perché? Che si fa?

Sei una brava persona (e in effetti, lo sei davvero), rispettato e se puoi aiuti gli altri; sei presente in casa e con i figli, attento con gli altri, ma sei insoddisfatto perché senti che tu non sei solo questo.

Ti muore tuo figlio di 24 anni: che si fa? Come puoi riprenderti? Tuo figlio non lo avrai più indietro.

Che si fa in tutte queste situazioni? Cosa è successo agli apostoli?

C'è una legge che dice: "Non si può risolvere un problema allo stesso livello del problema". Per risolverlo bisogna passare ad un livello più alto.

Cos'è successo il giorno di Pentecoste? Pentecoste per gli apostoli è stato un salto qualitativo, quantico. Cioè: da un livello di superficie, più basso, sono passati ad un livello più alto, interno, dall'esteriorità sono passati all'interiorità.

Guardate nella prima lettura (è il centro della festa: sono gli Atti, infatti, e non i Vangeli che descrivono la discesa dello Spirito sugli apostoli): vi sono tre immagini.

Il vento (At 2,2): ma non è tanto un vento esterno, materiale, ma interno, spirituale. Il vento è la libertà che tu puoi avere: se ce l'hai, hai il coraggio di uscire, di esporti al giudizio, di affrontare le sfide, di osare, di rischiare, di esprimerti per ciò che sei, ecc. Se non ce l'hai sei nella condizione degli apostoli prima della Pentecoste: pieni di paura (20,19).

Il fuoco (At 2,3): le lingue non sono lingue fisiche, ma è il fuoco che si accende dentro, la passione che ti arde. Il fuoco è la forza, la passione, la tenacia, l'ardore, il coraggio, "l'essere preso", il giocarti del tutto per una causa o un motivo, l'entusiasmo, la vitalità che brucia e arde dentro. Se non ce l'hai sei come gli apostoli prima della Pentecoste: freddi senza motivazione, rinchiusi.

Parlare le lingue (At 2,8-11): non è che in un attimo sapessero tutte le lingue del mondo. La lingua che parlano è la lingua del cuore, dell'amore, quella lingua che tutti capiscono se sono vivi, la lingua che ti tocca, che ti fa vibrare, che parla al tuo cuore.

Gesù non c'era più: questo non cambiò. A questo livello, a livello storico, materiale, Gesù non lo videro più come prima e non gli poterono più parlare come prima. Ma ad un altro livello, più alto, spirituale, lo avevano con loro e dentro di loro come libertà, come passione, come coraggio, come amore. E da questo punto di vista Lui era sempre con loro.

Ritorniamo al dirigente di banca citato prima, l'aspirante fotografo. Se rimani allo stesso livello (materiale), preferirai la sicurezza. Se, invece, ci provi, osi, ti dai il diritto di seguire quello che ti piace, se fai un salto di livello, allora cambi lavoro e provi a fare il fotografo. Ma cosa ti serve? Serve lo Spirito; ti serve il coraggio di osare e concederti il permesso di osare.

Il fidanzato in Toscana: questa decisione sconvolgerà la tua vita. Che ti serve? Un salto di fiducia. Se non metti prima il fuoco dell'amore, se non ti dai il permesso di seguire il tuo cuore mettendo a tacere la paura, troverai sempre una buona giustificazione per non farlo. A livello materiale la paura dice: "Ce la farò? Sarò in grado? E se poi non va?". A livello spirituale: "Provaci Segui il tuo cuore! Datti il permesso di prenderti ciò che desideri! Vivi!". Ci vuole Spirito!

Fra te e tua moglie. Se si rimane a livello materiale, di parole, non se ne viene fuori. "Tu hai detto, tu quella volta, io non ho detto che...", ci si accusa e ci si giustifica. Cosa serve? Serve lo Spirito, un salto di relazione. Vuol dire che aldilà dei problemi, delle parole, di ciò che è successo, facciamo leva sul nostro amore e sul bene che c'è fra di noi per capire l'altro più in profondità.

L'andare in chiesa: se non avviene un salto di fede rimarrai un semplice esecutore di regole. A livello materiale la domanda sarà: "Sono a posto? Sono in regola? Sono sufficientemente bravo per Dio?". A livello spirituale, invece, senti che Dio è qualcuno di cui innamorarsi, di cui appassionarsi, che ti fa cambiare modo di pensare, credere e vivere.

La tua insoddisfazione. A livello materiale cercherai di risolverla distraendoti, con un viaggio, facendo questo, quello, credendo che la nuova iniziativa ti farà felice, o pensando che è solo un periodo, o che bisogna accontentarsi nella vita. A livello spirituale, invece, devi fare un salto: se non trovi un senso profondo per cui vivere, un motivo che catalizzi le tue energie, sarai sempre insoddisfatto.

Ti muore tuo figlio: a livello materiale non lo riavrai più. E se rimani in questo livello e non compi un salto, avrai sempre un buco tremendo dentro. Ne sentirai la mancanza, lo ricorderai, ti sembrerà che niente possa più essere come prima e che non ci sia più senso nel vivere. Cos'è che ti salva? Solamente se fai un salto. Se questa tragedia dà un senso nuovo alla tua vita, più vero, profondo, diverso, allora potrai accettare la sua partenza come un dono per te.

Il grande compito di ciascuno di noi è di trasformare il materiale in spirituale. Il grande simbolo è la croce e il Crocifisso. La croce è formata da due braccia: uno orizzontale e uno verticale. Su quello orizzontale ci sono le braccia aperte di Gesù che prende, accoglie, raccoglie, accetta tutto ciò che c'è nel mondo: odio, cattiveria, ingiustizia, morte, tradimento, ecc. Su quello verticale c'è Gesù che porta, eleva, trasforma tutto questo in opera di salvezza. Per questo possiamo dire che la sua Croce (che da un punto di vista materiale, storico, è un obbrobrio di ingiustizia e sadismo) è la nostra salvezza (da un punto di vista spirituale, la Croce è lo strumento con cui Lui ci salva). Gesù cioè dà un senso alle ingiustizie e all'odio stupido e ingiusto che riceve. Ciò che gli capita, ha un senso? No! Storicamente è una brutalità, una bestialità. Ma adesso Gesù trasforma il non-senso in senso, in opera di salvezza.

Gesù è il Grande sacerdote. Sacerdote=colui che fa sacre le cose. Gesù sacralizza quest'umanità che lo uccide. Pontefice=ponte-fix=fare ponte: è colui che fa da ponte, che mette in contatto il materiale-spirituale.

Tutti noi siamo chiamati ad essere sacerdoti (pontefici), a trasformare il materiale in spirituale.

Un amico non mi chiama più. Livello materiale: odio verso lui e dolore. Spirituale: imparo la libertà delle relazioni.

Mio padre e mia madre si sono separati e io ho sofferto tantissimo e ne porto ancora i segni. Materiale: dolore e rabbia. Spirituale: Dio è il Padre e la Madre che non mi lasciano mai.

Invecchio, ho le rughe, e non sono più avvenente e attraente come una volta. Materiale: odio per la vita e giovanilismo. Spirituale: l'occasione per impostare la mia vita su altri valori.

Vedo una persona che sta sprecando la sua vita. Materiale: rabbia per ciò che fa. Spirituale: imparo e accetto che ciascuno è responsabile di sé e della propria vita.

Vedo una persona che se si facesse aiutare starebbe molto meglio, ma non lo fa. Materiale: rabbia; mi viene da dirgli: "Male che vuole non duole" oppure, "Te la vuoi!". Spirituale: accetto la mia impotenza; non posso cambiare gli altri e non posso fare ciò che loro devono fare.

Allora tutto ciò che succede viene elevato, trasformato, sacralizzato. La materia diventa spirituale; ciò che è basso diventa alto e ciò che è senza senso inizia ad averlo per me. E quando il sacerdote trasforma un po' di pane (materia) in Corpo di Cristo (Spirito) e un po' di vino (materia) in sangue di Cristo (Spirito), ci sono anch'io su quell'altare, sacerdote della mia vita a trasformare, elevare, sacralizzare i miei giorni e ciò che mi succede.

Tutto è spirituale per chi ha lo Spirito nel cuore. Tutto è materiale per chi non si eleva e non diviene sacerdote della propria vita.

Dan Millman (famoso per il libro: "Il segreto del guerriero di pace" e il film: "La forza del campione") è nato nel 1946 ed è stato campione del mondo dal trampolino. Ad un certo punto fa un incidente in moto. Si rompe le gambe e, dichiarano i medici, forse camminerà a malapena. Da un punto di vista materiale non puoi che dire: "Che sfortuna!; e adesso?". Ma è qui che compie il grande salto. Incontra un maestro che gli apre la via alla consapevolezza, alla saggezza, alla pace del cuore e a vivere in armonia con tutto ciò che esiste. E' il salto che gli permetterà di tornare a camminare, a correre e a tornare al trampolino, ma che soprattutto darà alla sua vita ciò che prima non aveva mai avuto: la felicità. Oggi lavora e vive perché ogni uomo possa far uscire il potenziale che ha dentro.

La festa di Pentecoste esprime la verità che Dio abita dentro di noi. Dio non è più presente fisicamente in mezzo a noi; Dio è presente con il suo Spirito. Ma se noi chiediamo alle persone cos'è lo Spirito, la maggior parte non saprà cosa rispondere. E se non sa rispondervi è perché non lo conosce, non ne ha esperienza, non lo ha mai vissuto.

Molti pensano che lo Spirito sia qualcosa che si aggiunge a quello che siamo. Quindi ne posso fare anche a meno. Ma lo Spirito non è un di più, ma qualcosa che noi già siamo. Altri pensano che lo Spirito sia in contrasto con la materia - e non vi è cosa più erronea. Per cui spirituale vuol dire disincarnato, fuori del mondo. E quando pensano ad una persona spirituale si immaginano un monaco che vive quasi fuori dal mondo, solo pregando e che odia tutto ciò che c'è nel mondo. Queste persone potrebbero leggere un po' di più del vangelo e osservare quanto materiale fosse Gesù, che mangiava, beveva, faceva festa, si divertiva e toccava. E non si può dire che non fosse spirituale!

Lo Spirito non viene in noi un giorno della nostra vita ma abita già in noi. Lo Spirito non è nient'altro che il modo con cui Dio abita in noi. Ed essere spirituali non è pregare molto, o fare cose religiose, frequentare la chiesa, o pellegrinaggi. Essere spirituali vuol dire vivere facendo emergere ciò che ci abita dentro. E' un modo di vivere.

Madre Teresa disse ad un giornalista: "Vede, io Dio lo vedo chiaramente. E' qui in questo uomo che soffre o in quello lì, di quel letto lì, abbandonato da tutti. Dio è in me, Dio è in lei. Se lei non lo vede, non è un affare mio. Per me la cosa è così evidente!". Che cosa vedeva questa donna? Che occhi aveva da vedere Dio presente in ogni creatura?

Francesco vedeva Dio nell'acqua, nel sole, nella luna, perfino nella sorella morte. Che era pazzo? Era solo un romantico, un poeta? O aveva valicato la soglia della materia?

Gesù che guardava gli uccelli del cielo o i gigli del campo e affermava che neppure Salomone in tutta la sua ricchezza vestiva come loro, cosa vedeva? Era pazzo o aveva varcato al soglia della materia?

Quando Gesù proclamava le beatitudini e diceva beati i poveri, quelli che piangono, quelli che soffrono, era un pazzo? Chi vuole soffrire, chi vuole essere perseguitato, deriso o imprigionato? Nessuno che sia sano di mente! E allora, cosa vedeva Gesù? Non è che avesse valicato la soglia dell'apparenza?

Einstein definì una formula E=mc2. Questa formula stabilisce che la materia è anche luce/spirito. Questa formula scientifica dice ciò che i mistici da sempre sapevano. Quando guardavano le persone, la natura ed ogni cosa, non vedevano la materialità, ma la luce, lo spirito che abitava in ogni cosa.

Tu guardi un sasso e dici: "Che pieno!". Ma, invece, dentro è vuoto. Il 99% delle cose è fatto di vuoto. Se noi togliessimo il vuoto della materia, lo spazio che c'è tra gli atomi, la città di Milano sarebbe nient'altro che una pallina da tennis. Tu prendi un sasso e dici: "Senti che duro, senti che resistenza". Ma la resistenza non è data dalla materia ma dalle connessioni, dai rapporti che si instaurano tra i vari atomi del sasso. Tu prendi un sasso, lo guardi e dici: "Più materia di questa!". Dipende con quali occhi lo guardi. Perché quel sasso lì è energia condensata. Se tu lo guardi con altri occhi, gli occhi dello spirito, è luce.

Tu sei seduto su di una sedia in questo momento. Indossi degli abiti e porti delle scarpe: più materia di questo! Ma ti sbagli, perché tutto questo è energia condensata: così come il ghiaccio è acqua condensata, così la materia è energia condensata. Se tu entri dentro la materia della sedia e di ogni cosa, troverai degli atomi che ballano in maniera allucinante in un movimento frenetico. La sedia non è ferma, la sedia vive! La sedia dove sei seduto è materia, ma più dentro è energia.

La scienza non fa altro che rendere scientifico ciò che da sempre i mistici hanno saputo: tutto è al tempo stesso onda, energia o particella, materia.

Ogni cosa è materia e spirito (luce, energia). Lo spirito si trova nell'unghia, nell'osso, nella pelle. Non c'è uno spirito dentro la materia. La materia è simultaneamente spirito e materia. Non esiste uno spirito distaccato dalla materia ma la materia stessa è spirito.

Tutto è materia o tutto è spirito. Dipende da cosa vedi tu.

Materia è il pane della domenica sull'altare. Spirito è quando io vedo in quel pane, il Pane, il Cristo.

Materia è quando vedo nel mio collega o in una persona solo uno che rompe i miei piani, uno che scoccia, uno che mi dà fastidio. Spirito è quando inizio a vedere uno che soffre, uno che ha un cuore e un'anima.

Materia è quando vedo di fronte al nuovo giorno solo un altro giorno di lavoro. Spirito è quando posso vedere un'altra opportunità che mi viene data per sperimentare la vita.

Materia è quando qualcosa mi fa innervosire. Spirito è quando inizio a chiedermi il perché, il che cosa devo imparare o che cosa devo cambiare del mio comportamento o del mio modo di pensare.

Materia è quando guardo una donna e voglio possedere il suo corpo. Spirito è quando inizio a percepire che quella donna è una creatura, con un cuore che batte e che pulsa.

Materia è mangiare, spirito è gustare. Materia è respirare (avviene in automatico), spirito è essere consapevoli del respiro (non a caso ruah, spirito, in ebraico vuol dire anche soffio). Materia è udire il canto degli uccelli, spirito è ascoltare il canto degli uccelli.

La stessa vita può essere terribilmente materiale o terribilmente spirituale, piena di buio o di luce. Tutto può essere materia o tutto può essere spirito, dipende dai miei occhi.

Un ladro un giorno andò dal maestro: "Che cosa vuoi?" gli disse il maestro. "Mi servono le tue cose preziose". "Bene", disse il maestro, "prenditele pure, ma non so se ti serviranno". Dopo alcuni mesi tornò e si prese i suoi libri. Passati alcuni mesi si prese tutti i suoi libri. Infine tornò e si prese quel che rimaneva della casa del maestro. Dopo alcuni mesi ancora tornò di nuovo e disse al maestro: "Maestro non hai più niente da darmi?". "No, amico perché per quanto io ti dia è il tuo spirito malato. Ciò che cerchi non è materiale; tu cerchi qualcosa che nessuno ti può dare".


Pensiero della Settimana

Ti guardo: "Dio è qui".
Mi guardo: "Dio è qui".

 

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