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TESTO Il buon seme e la zizzania

don Roberto Rossi  

XVI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (21/07/2002)

Vangelo: Mt 13,24-43 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

31Espose loro un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un granello di senape, che un uomo prese e seminò nel suo campo. 32Esso è il più piccolo di tutti i semi ma, una volta cresciuto, è più grande delle altre piante dell’orto e diventa un albero, tanto che gli uccelli del cielo vengono a fare il nido fra i suoi rami».

33Disse loro un’altra parabola: «Il regno dei cieli è simile al lievito, che una donna prese e mescolò in tre misure di farina, finché non fu tutta lievitata».

34Tutte queste cose Gesù disse alle folle con parabole e non parlava ad esse se non con parabole, 35perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

Aprirò la mia bocca con parabole,

proclamerò cose nascoste fin dalla fondazione del mondo.

36Poi congedò la folla ed entrò in casa; i suoi discepoli gli si avvicinarono per dirgli: «Spiegaci la parabola della zizzania nel campo». 37Ed egli rispose: «Colui che semina il buon seme è il Figlio dell’uomo. 38Il campo è il mondo e il seme buono sono i figli del Regno. La zizzania sono i figli del Maligno 39e il nemico che l’ha seminata è il diavolo. La mietitura è la fine del mondo e i mietitori sono gli angeli. 40Come dunque si raccoglie la zizzania e la si brucia nel fuoco, così avverrà alla fine del mondo. 41Il Figlio dell’uomo manderà i suoi angeli, i quali raccoglieranno dal suo regno tutti gli scandali e tutti quelli che commettono iniquità 42e li getteranno nella fornace ardente, dove sarà pianto e stridore di denti. 43Allora i giusti splenderanno come il sole nel regno del Padre loro. Chi ha orecchi, ascolti!

Forma breve (Mt 13,24-30):

In quel tempo, Gesù 24espose alla folla un’altra parabola, dicendo: «Il regno dei cieli è simile a un uomo che ha seminato del buon seme nel suo campo. 25Ma, mentre tutti dormivano, venne il suo nemico, seminò della zizzania in mezzo al grano e se ne andò. 26Quando poi lo stelo crebbe e fece frutto, spuntò anche la zizzania. 27Allora i servi andarono dal padrone di casa e gli dissero: “Signore, non hai seminato del buon seme nel tuo campo? Da dove viene la zizzania?”. 28Ed egli rispose loro: “Un nemico ha fatto questo!”. E i servi gli dissero: “Vuoi che andiamo a raccoglierla?”. 29“No, rispose, perché non succeda che, raccogliendo la zizzania, con essa sradichiate anche il grano. 30Lasciate che l’una e l’altro crescano insieme fino alla mietitura e al momento della mietitura dirò ai mietitori: Raccogliete prima la zizzania e legatela in fasci per bruciarla; il grano invece riponételo nel mio granaio”».

Gesù ci presenta il mondo come un campo in cui crescono grano e zizzania mescolati assieme. Nella società c'è il bene e il male, come nella nostra vita, nella nostra famiglia. Nella stessa Chiesa c'è tanto bene, ma si può vede anche tanto peccato. Nessuno di noi deve sentirsi tutto buon grano o tutta zizzania. Siamo tutti un po' santi e un po' peccatori.

Le parabole di questa domenica sono per i frettolosi, per gli impazienti, per coloro che vorrebbero fare continue crociate punitive in tutte le direzioni. Gesù dichiara: 'Dio non ama l'intransigenza orgogliosa, ma la pazienza umile e fiduciosa'. Dice Gesù: "Il regno dei cieli è simile ad un uomo che seminò buon seme nel suo campo. venne un suo nemico e seminò la zizzania".

L'affermazione di Gesù è netta: nel regno di Dio, qui sulla terra, crescono insieme il grano e la zizzania; e Dio non interviene frettolosamente per togliere la zizzania, ma attende con la pazienza sconfinata del Padre.

A noi però non piace questa situazione, perché tutti, più o meno, soffriamo la patologia dell'intransigenza e siamo portati ad essere duri, nei confronti dei peccatori: evidentemente quando i peccatori sono gli altri!

Ma Gesù, con chiarezza, ci ricorda la situazione del regno di Dio qui sulla terra: il grano cresce assieme alla zizzania, il bene sta accanto al male.

La mescolanza di grano e zizzania la troveremo ovunque, a tutti i livelli; la troveremo nella famiglia, nel gruppo, nella comunità, e soprattutto nel nostro cuore.

La pazienza che Gesù insegna non è abdicazione, ma intensità di amore, è l'unico atteggiamento che permette di saldare insieme la verità e la carità.

La Pazienza di Dio. E' questo il grande tema della parabola e della liturgia. La prima lettura vuole aiutarci a coglierlo con quell'inno alla forza di Dio che si manifesta sotto forma di pazienza e di longanimità: "Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza, ci governi con molta indulgenza. con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo che il giusto deve amare gli uomini, inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza perché tu concedi, dopo i peccati, la possibilità di pentirsi". Quella di Dio è longanimità, è misericordia, è volontà di salvare. Il nostro Dio è "un Dio di pietà, compassionevole, lento all'ira e pieno di amore, un Dio fedele".

Nel regno di un tale Dio non c'è posto perciò per servi impazienti, per gente che non sa fare altro che invocare i castighi di Dio e indicargli, di volta in volta, chi deve colpire.

Anche a noi è indicata la pazienza del padrone del campo. Dobbiamo aspettar la mietitura non come quei servi a stento trattenuti con la falce in mano, ma come uomini che non sono affatto sicuri di essere, essi stessi, tutto buon grano e non anche zizzania. E' un appello alla bontà e alla misericordia quello che si sprigiona dalla parabola evangelica. Un appello concreto che possiamo cominciare a mettere in pratica subito. Tutti noi siamo grano e zizzania nello stesso tempo. Uno solo è stato solamente grano, senza zizzania, cioè senza peccato: è quel chicco che un giorno cadde in terra e morì. Adesso quel chicco, divenuto pane, viene a noi per farci frumento di Dio.

Il male non ci deve scandalizzare, ma ci deve impegnare, partendo dal nostro cuore e dalla nostra vita personale.

La zizzania può diventare grano. Guardando Gesù, la Chiesa costantemente si purifica e si rinnova: le inevitabili scorie di zizzania si trasformano in grano puro e fecondo. Gesù, infatti ammonisce: "Non togliete la zizzania, Io ho dato la vita per la salvezza di tutti."

Il buon ladrone è zizzania diventato grano! S. Paolo era un persecutore ed è diventato un apostolo infaticabile. "Cristo Gesù è venuto nel mondo per salvare i peccatori e di questi il primo sono io. Ma appunto per questo ho ottenuto misericordia".

S. Agostino era un autentico errabondo del pensiero e del cuore: è diventato un cantore entusiasta e un innamorato sincero di Dio. "Tardi ti ho amato, bellezza così antica e così nuova!"

S. Francesco di Assisi era un giovane di mondo, cresciuto in mezzo agli agi di una famiglia borghese: è diventato il santo della povertà, un gigante di umiltà e di penitenza.

S. Francesco Saverio era un nobile vanitoso che sognava di ricomporre patrimonio di famiglia e ricuperare lo splendore del casato: è diventato il missionario instancabile dell'Asia, un monumento di dedizione eroica alla causa del vangelo.

Charles de Foucauld era un giovane passionale, caduto nella bassezza del peccato fino a dire di se stesso: "A 17 anni ero completamente egoista, proteso verso il male come se fossi in preda alla follia. E quando vivevo nel peggiore modo possibile, ero convinto che fosse tutto assolutamente normale". Ma, per grazia di Dio, la zizzania ancora una volta è diventata grano. De Foucauld ha scalato la montagna della santità, arrivando ad esclamare: "Per la diffusione del vangelo sono pronto ad andare fino ai confini del mondo. Desidero soffrire il martirio per amare Gesù di amore totale".

E la lista potrebbe continuare: la misericordia di Dio è inesauribile. Questa è la grande vittoria di Dio: trasformare la zizzania in grano.

 

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