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TESTO Scendi, Spirito dei doni e dei frutti.

padre Gian Franco Scarpitta  

Pentecoste (Anno A) - Messa del Giorno (12/06/2011)

Vangelo: Gv 20,19-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

Come si osservava un paio di settimane fa', il Cristo risuscitato si fa promotore e latore dello Spirito Santo. Secondo la sua promessa, una volta egli risorto e asceso al cielo, i suoi discepoli non resteranno orfani: Gesù sarà con loro fino alla fine del mondo. Ma questa sua presenza attiva, seppure invisibile e misteriosa sotto l'aspetto umano, sarà garantita dallo Spirito Santo. Lo Spirito che dall'eternità è il vincolo perenne dell'unione fra il Padre e il Figlio e il cui ruolo è quello di rendere presente il Risorto facendone sperimentare la potenza salvifica.

Un noto pensatore medievale, Gioacchino da Fiore, identificava erroneamente tre "ere" della storia: la prima era quella del Padre, relativa all'Ebraismo e all'Antico Testamento; la seconda l'"era" del Figlio, corrispondente all'Incarnazione del Verbo e al Nuovo Testamento, la terza l'"era" dello Spirito Santo, nella quale si sarebbe verificato l'accrescersi fra gli uomini di uno stato di pace, di gioia e armonia perenne a partire dall'ascensione di Cristo al Cielo. Anche secondo autorevoli pensatori, non possiamo accettare una simile impostazione, che ha ispirato anche il pensiero odierno New Age (l'era dell'Acquario): in tal modo si compromette il mistero eterno della Trinità e si costringe ciascuna delle tre Persone ad agire in un solo momento storico singolarmente e indipendentemente dalle altre. Lo Spirito Santo è sì una Persona con la sua identità e azione singolare, tuttavia egli è Spirito del Padre e del Figlio, in continua comunione d'amore con i Due. E' lo Spirito del Cristo Risorto, che agisce non senza la comunanza di interazione con Cristo sin dall'eternità. Oltre alle due alleanze già avvenute (Antico e Nuovo Testamento) non possiamo poi concepirne una terza.

Ciò nonostante, è vero che dopo la resurrezione di Cristo, lo Spirito Santo inaugura il "Tempo della Chiesa", quello nel quale si perpetua nella storia il mistero della salvezza poiché lo stesso Cristo agisce nella persona degli apostoli e dei loro successori. A partire dalla Resurrezione e dall'Ascensione, lo Spirito Santo si mostra come lo Spirito del Figlio di Dio che interviene a vantaggio della comunità ecclesiale, realizzando in essa la comunione e spronando alla missione.

Tutto questo a partire dal giorno di Pentecoste, che non è originaria dei soli tempi cristiani. Si tratta di una Festa anch'essa molto esaltante, che deriva da una celebrazione in uso presso gli Ebrei e testimoniata dalla Bibbia nei libri dell'Esodo e del Levitico. Essa cadeva il cinquantesimo giorno dopo la celebrazione della Pasqua, questa intesa come commemorazione della liberazione degli Israeliti dalla schiavitù dell'Egitto, nel quale si chiudeva il ciclo delle "sette settimane" e terminava la mietitura del grano. In tale giorno si era tenuti a recarsi in pellegrinaggio a Gerusalemme per offrire nel tempio le primizie del raccolto.

"Pentecoste" deriva quindi dal suddetto "cinquantesimo giorno" nel quale cadeva questa importante e gioiosa festività israelitica.

E appunto in questa circostanza, a Gerusalemme, Luca colloca tanta gente da ogni confine del mondo allora conosciuto: ci si trovava tutti quanti alla festa delle primizie dopo aver viaggiato ed essere giunti da ogni luogo.

Improvvisamente si verifica un inaspettato evento che il nostro apostolo descrive con immagini di elementi teofanici (cioè allusivi alla manifestazione di Dio, alla sua forza e alla sua potenza) come il fuoco, il rombo e il vento impetuoso, che irrompono su un gruppetto di uomini rintanati in casa con la porta sprangata per timore di essere sorpresi dai persecutori Giudei. Si tratta dei seguaci di Cristo, che erano visti con estremo sospetto dal mondo ebraico che aveva crocifisso il loro Maestro, ma che confidavano nell'incoraggiante visita del loro Dio, e questa giunge puntuale ed edificante nel fenomeno di codesti avvenimenti.

Il fragore paragonato al vento che si abbatte gagliardo esprime infatti il dirompere di Dio sulla nostra vita ordinaria per modificarla e orientarla verso rinnovati ambiti di sussistenza; il fuoco è la presenza di Dio già espressiva durante il pellegrinaggio notturno degli israeliti nel deserto, alternativo alla nube diurna e rimanda allo stesso Signore, che è capace di distruggere per ricreare ex novo nella singolarità delle persone e degli elementi. Poiché poi il fuoco, assumendo la forma di lingue, si posa su ciascuno degli apostoli, avverrà che essi parleranno con la sapienza stessa di Dio agli altri uomini. L'annuncio divino di cui essi si renderanno apportatori ha valenza universale, raggiunge tutto il mondo, valica i confini e le delimitazioni terrene e per questo sarà compreso da tutti, anche dagli stranieri di provenienze più lontane e disparate. Uscendo senza indugio dal loro nascondiglio, vinta la paura e l'esitazione che li aveva trattenuti nell'ansia del nascondimento, gli apostoli affrontano la piazza e parlano deliberatamente davanti ad un popolo multietnico che li osserva stranito e sbigottito. Comunicano le grandi opere di Dio con un linguaggio insolito e straordinario. Si esprimono però non in lingue straniere differenti dalla loro, ma in modo tale che perfino gli astanti più estranei e culturalmente lontani sono in grado di comprendere il loro annuncio..

Avviene insomma che si realizza la promessa del Signore: lo Spirito Santo discende sugli apostoli ed essi si sentono sostenuti e rinvigoriti, spronati e motivati nella comunione fra di loro e nella missione di annuncio alla quale il Maestro li aveva addestrati e condotti. Lo Spirito Santo si rende per loro, come anche per noi tutti, fautore dei doni (Sapienza, Intelletto, Consiglio,Scienza, Fortezza, Pietà, Timor di Dio) e apportatore dei frutti (Gioia, pace, pazienza, benignità, bontà, amore, dominio di sé, mansuetudine...) e per ciò stesso essi acquisiscono motivazione nel consolidarsi fra di loro come famiglia, consapevolezza di dover creare comunione interna nel loro gruppo e al contempo uno zelo missionario per il quale sono ben lieti di esporsi a tutti i rischi pur di annunciare il Risorto. Pietro arringa allora gli astanti, persuadendoli che "Quel Cristo autore della vita" che loro avevano crocifisso Dio lo ha resuscitato e che la morte è stata per lui solo un passaggio necessario per conseguire la vita sia per se stesso che per tutti gli altri. In forza dello Spirito Pietro si rende convincente e penetrante nel suo discorso e i Giudei non possono che avvertire un turbamento interiore che li condurrà alla conversione.

L'esperienza degli apostoli diventa la nostra esperienza, se non ci chiudiamo al dono dello Spirito Santo. Con la Terza Persona della Trinità che agisce in noi come sugli apostoli, Dio ci raggiunge con la pienezza del suo amore per orientarci e sostenerci al meglio nella molteplicità delle vicende demoralizzanti dell'umano e lo Spirito Santo è anche per noi agente di coesione e di slancio di comunicativa missionaria, soprattutto nelle urgenze odierne di annuncio che riscontrano sempre più cerotti da affiggere nel corpo di una società che da se stessa si procura ferite sanguinose.

Lo Spirito ci infonde lo stesso coraggio, la stessa perseveranza e la fiducia indispensabile nel Signore che ci rende protagonisti del nostro cammino e delle nostre vicende, che assumono sempre più senso e consistenza se vissute solamente alla luce e sull'esempio del Risorto.

Sempre lo Spirito ci anima di zelo, di operosità apostolica e di intraprendenza missionaria perché possiamo essere persuasivi nella testimonianza del Signore Risorto e al contempo anche costituire un orientamento per gli sfiduciati, per i delusi e per gli smarriti.

Lo Spirito è il protagonista assoluto della nostra vita cristiana, che non può prescindere dalla Sua presenza. A condizione però che noi ci sottomettiamo a lui, anzi che viviamo costantemente di Lui, lasciando che il suo soffio vitale ci animi e ci risollevi, e che superiamo l'aridità e il vuoto che sono la zappa di scavo della nostra fossa.

 

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