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TESTO Commento su Atti 1,11

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Ascensione del Signore (Anno A) (05/06/2011)

Brano biblico: At 1,11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Uomini di Galilea, perché state a guardare il cielo?
Atti 1,11

Come vivere questa Parola?
Quest'oggi, solennità dell'ascensione di Gesù, gli sguardi sono sollecitati a volgersi verso un cielo che sembra averci sottratto la sua presenza, proprio come riferiscono gli Atti degli apostoli circa i primi discepoli, protagonisti diretti dell'evento. Ma a riscuoterci ecco la sollecitazione angelica: "Perché state a guardare il cielo?".
Quel Gesù che "una nube sottrasse ai loro occhi" (At 1,9) si era da loro congedato con una promessa più che rassicurante: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Non si tratta allora di una separazione, ma di una modalità diversa di rendersi presente, adombrata proprio in quella nube a cui accennano gli Atti.
In tutta la Sacra Scrittura, infatti, la nube indica sempre la presenza misteriosa e operante di Dio. Il richiamo ad essa sta quindi a ricordare che il Risorto è ormai totalmente immesso nella sfera del divino che sfugge alla percezione immediata dei sensi, ma non per questo è meno reale.
Cercarlo in un cielo lontano e astratto non ha senso: Dio è ovunque e con la sua presenza raggiunge e avvolge anche la mia vita. È qui, in quest'oggi che sono chiamato a vivere non fuggendo da una storia che con i suoi chiaro-scuri può crearmi difficoltà, ma immergendomi in essa per illuminarla con il gioioso messaggio di cui sono depositario e testimone.
Forte di questa certezza, voglio far mia la sollecitazione angelica a non cercare Dio lontano da me, ma nell'appello del quotidiano che reclama la mia dedizione. A questo penserò nel mio odierno rientro al cuore.
Insegnami, Signore, ad amare la mia storia, luogo concreto in cui ti posso incontrare quale compagno di viaggio e Maestro che mi indica la via dell'impegno, fuori da ogni sviante spiritualismo.
La voce del Papa
Il Gesù che si congeda non va da qualche parte su un astro lontano. Egli entra nella comunione di vita e di potere con il Dio vivente, nella situazione di superiorità di Dio su ogni spazialità. Per questo "non è andato via", ma, in virtù dello stesso potere di Dio, è ora sempre presente accanto a noi e per noi.
Benedetto XVI

 

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