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TESTO So a chi ho dato fiducia - 2

don Daniele Muraro  

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V Domenica di Pasqua (Anno A) (22/05/2011)

Vangelo: Gv 14,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 14,1-12

1Non sia turbato il vostro cuore. Abbiate fede in Dio e abbiate fede anche in me. 2Nella casa del Padre mio vi sono molte dimore. Se no, vi avrei mai detto: “Vado a prepararvi un posto”? 3Quando sarò andato e vi avrò preparato un posto, verrò di nuovo e vi prenderò con me, perché dove sono io siate anche voi. 4E del luogo dove io vado, conoscete la via».

5Gli disse Tommaso: «Signore, non sappiamo dove vai; come possiamo conoscere la via?». 6Gli disse Gesù: «Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me. 7Se avete conosciuto me, conoscerete anche il Padre mio: fin da ora lo conoscete e lo avete veduto».

8Gli disse Filippo: «Signore, mostraci il Padre e ci basta». 9Gli rispose Gesù: «Da tanto tempo sono con voi e tu non mi hai conosciuto, Filippo? Chi ha visto me, ha visto il Padre. Come puoi tu dire: “Mostraci il Padre”? 10Non credi che io sono nel Padre e il Padre è in me? Le parole che io vi dico, non le dico da me stesso; ma il Padre, che rimane in me, compie le sue opere. 11Credete a me: io sono nel Padre e il Padre è in me. Se non altro, credetelo per le opere stesse.

12In verità, in verità io vi dico: chi crede in me, anch’egli compirà le opere che io compio e ne compirà di più grandi di queste, perché io vado al Padre.

Se perfino due degli Apostoli esprimono perplessità di fronte alle parole di Gesù tanto più noi dovremmo sentirci autorizzati a lasciar perdere il tentativo di spiegare per dedicarci ad altro. E invece il messaggio di oggi è di vitale importanza per la nostra fede.

Che gli Apostoli fossero confusi si può giustificare dal contesto dell'imminente pericolo per l'incolumità di Gesù, inoltre non era ancora sceso lo Spirito santo e infine, se tre anni di frequentazione nella replica di Gesù sono "tanto tempo", che dovremmo dire noi che è forse da trent'anni e più che siamo alla sua scuola?

In prossimità della sua passione Gesù tiene a dire che la sua assenza sarà momentanea e non inutile. Nel Vangelo di domenica passata abbiamo sentito che Gesù si paragona alla porta attraverso cui passare per trovare alimento, perciò ora altrettanto bene può definirsi la via.

Egli indica un percorso sicuro con molti accessi e che trova sbocco nell'ampia distesa dell'eternità. La mèta una sola, ma chi arriva trova molte possibilità di accoglienza. La nostra destinazione è Dio stesso che già nella persona di Gesù si è fatto conoscere e apprezzare.

Nella casa del Padre vi sono molte dimore. Sotto questa immagine dobbiamo intendere i diversi modi di partecipare alla beatitudine di Dio. È dall'eternità che esse sono pronte per i suoi eletti. Solo in cielo ci accorgeremo di quanto le opere di Dio e la sua sapienza sono più grandi di quello di cui si può avere avuto sentore e notizia.

Intraprendere un viaggio comporta di lasciare alle spalle il paesaggio di partenza per scoprire nuovi panorami. Si tratta di abbandonare un mondo per familiarizzarsi con un altro. Quanto più uno è distaccato dall'amore delle cose di quaggiù, tanto più sarà disposto ad elevarsi verso le realtà spirituali e quanto più uno ama Dio tanto più potrà gustare la beatitudine della sua presenza secondo le sue capacità.

Per i suoi discepoli Gesù va a prepara un posto nel senso di rimuovere gli impedimenti all'accesso e di rendere possibile l'ingresso. A ostruire la via diretta a Dio è intervenuto il peccato. Con la sua passione Gesù sgombra da ogni ostacolo il cammino verso Dio. Poi tornerà per prendere quelli che hanno creduto in lui e immetterli lui stesso nella sua dimora di residenza per l'eternità.

Attraverso il suo allontamento Gesù ci prepara un posto in molti modi: dando spazio alla fede in Lui assente, mostrando per quale accesso raggiungerlo, intercedendo presso il Padre, attraendoci verso di Lui e inviando lo Spirito santo.

La fiducia nell'onnipotenza del Padre dà conforto. La fede nella veridicità del Figlio compie tutte le promesse. Non c'è altra via alla felicità che attraverso i sacramenti che Cristo istituì, le parole che insegnò, gli esempi che presentò e i miracoli che ne fornì a conferma.

Gesù è la via per chi è in ricerca, la verità per chi lo rintraccia, e la vita per chi lo raggiunge. Se uno lo segue, egli indica il cammino, se lo interroga risponde con parole di verità, se desidera un punto di arrivo dove permanere Egli è la vita al massimo grado. Ai suoi discepoi Egli insegna un metodo, ma si presenta anche come il punto di arrivo.

Non basta dire che Gesù è una via, Egli è la via, che arriva alla mèta; Egli infatti è anche la verità e questa mèta poi è la vita piena. Non è solo un mezzo con il dono della sua grazia, ma anche il fine; non solo l'aiuto, ma anche il premio.

La fede supera la conoscenza possibile qui sulla terra, ma rimane al di sotto dell'intelligenza della verità che si otterrà nel cielo. Essa esige una conferma da parte di Cristo che ripete: "In verità, in verità vi dico!" e "Se non altro credetelo per le opere stesse".

Tutto ciò che è creato in questo mondo è composto di parti e perciò si conosce un po' alla volta, secondo i suoi vari aspetti, ma Dio è infinitamente semplice e si conosce tutto assieme: tuttavia guardando a Gesù in quanto Figlio di Dio noi possiamo avere l'idea più completa e perfetta di Dio.

Gli Apostoli avevano una certa conoscenza del Signore, ma non erano capaci di valutarne tutta la portata. Sapevano, ma ignoravano di sapere. Si erano fatti una immagine di Gesù e ora Gesù conferma che secondo questa immagine possono raffigurarsi anche il Padre. Egli è più che un bozzetto sommario, Egli ne è il calco preciso.

Per godere di questa visione, occorre guardare a Cristo non solo come semplice uomo, ma anche come Figlio di Dio. Allora il riferimento alla sua persona ci potrà bastare. Chi vede Lui, vede anche il Padre. Fin d'ora ne abbiamo una prova ed essa consiste nelle opere.

Quello che Cristo opera rimanendo nel Padre dall'eternità, il suo discepolo lo opera rimanendo in Cristo per la fede. Morto Lui in croce, la sua azione non si è estinta, ma continua nel mondo attraverso la Chiesa.

Sostenuta dalla forza dello Spirito santo la Chiesa diffonde ovunque la predicazione di Gesù e rende presente la sua azione attraverso i sacramenti e le buone opere che testimoniano di Lui. L'istituzione dei diaconi raccontata dagli Atti degli Apostoli è un ottimo esempio di come fede e carità, riflessione e azione, nella Chiesa vadano assieme e per un cristiano siano imprescindibili.

Non può esistere l'una senza l'altra; entrambe infatti trovano la loro forza nella persona di Gesù che in quanto via nutre la speranza, in quanto verità sostiene la fede e in quanto vita accresce la carità.

 

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