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TESTO Il Dio cristiano

don Romeo Maggioni  

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SS. Trinità (Anno A) (19/06/2011)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 16,12-15

12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Il problema di Dio è ineludibile, sia per spiegare l'origine di cose che non abbiamo fatto noi (compresa la nostra stessa persona), sia per avere un'idea, o una speranza, sul nostro futuro. Davvero solo la morte e l'annientamento ci aspettano? Come soffocare l'anelito di vita che possediamo?

C'è o non c'è? E chi è, cosa fa per noi? Buono, dicono: ma quando ci aiuta? Giusto, dicono: ma il male dilaga!
Promessa di vita, dicono: ma qui si muore tutti! Allora?

"Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio?", grida l'Innominato nel suo tormento (Promessi Sposi, XXIII)

E' necessario guardarci dentro e raccogliere almeno quello che finora si è accertato di lui. Forse è molto di più di quello che sospettiamo.

Globalmente si potrebbe dire che sì l'uomo cerca Dio, ma ben prima e più vistosamente Dio ha cercato l'uomo.

1) Dio

"Io sono colui che sono!", proclama Dio a Mosè: principio e pienezza dell'essere, insondabile e Altro da ciò che noi siamo. Tutta la ricerca filosofica vi ha tentato un approccio; al "Dio ignoto" (At 17,23) tutti gli uomini hanno consacrato nel cuore un altare, fino a convincersi che "egli esiste e che ricompensa coloro che lo cercano" (Eb 11,6). E' a partire dalle sue opere che si arriva a conoscere l'autore: "Infatti le sue perfezioni invisibili, ossia la sua eterna potenza e divinità, vengono contemplate e comprese dalla creazione del mondo attraverso le opere da lui compiute" (Rm 1,20). Una logica compagina il creato (logos), tanto che la si può esprimere in formule matematiche; una finalizzazione guida l'evoluzione, e chiaramente un salto di qualità caratterizza la novità dello "spirito" quando si tratta dell'uomo. Il creato postula un ordinatore intelligente ed esclude la casualità. Bisogna però non arrivare ad "amare di più le creature che il creatore" (Sap 13,3) come ha fatto l'antica idolatria, o - come è l'ateismo di oggi - sentirsi padroni del mondo perché se ne può avere qualche piccolo dominio con la scienza e la tecnica.

Dio s'è offerto un giorno a guidare questa ricerca e approfondirla. Il Dio lontano s'è presentato come un Dio vicino: "Ho osservato la miseria del mio popolo in Egitto.. conosco le sue sofferenze. Sono sceso per liberarlo" (Lett.). Tutta la vicenda di Israele è un graduale esporsi di Dio sulla nostra storia umana per rivelare il suo volto vero e il suo cuore premuroso, "lento all'ira e ricco di amore e di fedeltà" (Es 34,6). S'è fatto un popolo, una famiglia, una sua "proprietà particolare.., un regno di sacerdoti e una nazione santa" (Es 19,5-6) in cui, dalla liberazione dell'esodo fino alla promessa di un futuro Messia, ha alimentato un'alleanza che nei profeti si colora di un rapporto sponsale vivo e appassionato (cf. Cantico dei Cantici).

Il Concilio Vaticano II volendo riassumere questa lunga "conversazione" tra Dio e gli uomini ha scritto: "Con questa rivelazione Dio invisibile nel suo grande amore parla agli uomini come ad amici e si intrattiene con essi, per invitarli e ammetterli alla comunione con Sé" (DV 2). Dio si rivela per comunicarsi; fino al giorno in cui - "pienezza del tempo" (Gal 4,4) - ha voluto rivelarsi in carne ed ossa nell'uomo Gesù per unire la nostra umanità alla sua divinità e realizzare il suo sogno che "Dio sia tutto in tutti" (1Cor 15,28). "Dio, che molte volte e in diversi modi nei tempi antichi aveva parlato ai padri per mezzo dei profeti, ultimamente, in questi giorni, ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che ha stabilito erede di tutte le cose e mediante il quale ha fatto anche il mondo" (Eb 1,1-2). Da che Dio s'è fatto vedere col suo vero volto, non c'è più spazio per altre ipotesi.

2) Trinità

"Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato" (Gv 1,18). Proprio l'evento dell'Incarnazione caratterizza il Dio cristiano: il Figlio di Dio che si fa uomo rivela una fecondità eterna nel "seno del Padre", e quindi un Dio che eternamente ama. "Dio è amore" (1Gv 4,8), ha scritto san Giovanni che conosceva le confidenze del cuore di Gesù. C'è allora in Dio un Amante, un Amato e l'Amore che li unisce, tanto vivo da essere una Persona. E' lo Spirito Santo. Così spiega sant'Agostino la Trinità. Dio è uno, ma non è un single, bensì una famiglia di Tre Persone: talmente in sintonia quale riflesso non solo di una libera comunione d'amore ma anche di una medesima sostanza e natura. Ci fa professare oggi il prefazio: "Tu con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio e un solo Signore, non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza".

A partecipare a questa famiglia siamo destinati mediante il coinvolgimento che opera lo Spirito Santo già da oggi mediante il battesimo: "Voi avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre! E se siamo figli, siamo anche eredi: eredi di Dio, coeredi di Cristo" (Epist.). E' il sogno così affascinante che Gesù ci ha lasciato come testamento: "Come tu, Padre, sei in me e io in te, siano anch'essi in noi una cosa sola" (Gv 17,21). Non ospiti ma partecipi a pieno titolo di Casa Trinità per una comunione piena alla vita ("natura") divina: "Carissimi, noi fin d'ora siamo figli di Dio, ma ciò che saremo non è stato ancora rivelato. Sappiamo però che quando egli si sarà manifestato, noi saremo simili a lui, perché lo vedremo così come egli è" (1Gv 3,2).

Oggi allora non abbiamo che da lasciarci lavorare dallo Spirito, l'operaio di Dio che lavora in noi: "Tutti quelli che sono guidati dallo Spirito di Dio, questi sono figli di Dio" (Epist.). E' lui che ci fa capire come qualcosa di significativo e decisivo tutto quanto Gesù ci ha detto: "Quando verrà lui, lo Spirito di verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future". Il Padre ha dato tutto al Figlio, e il Figlio lo comunica a noi tramite lo Spirito: "Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che (lo Spirito) prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà". E' tutta la Trinità a muoversi per noi: "Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui" (Gv 14,23).

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Gerusalemme si dice la città dei tre monoteismi: Ebrei, Cristiani e Musulmani adorano l'unico Dio. Ma ben diversa è l'immagine di questo unico Dio. Quello dell'Islam è il Dio ipotizzato dagli uomini, potremmo dire, il Dio dei filosofi (con qualche tratto di "rivelazione" preso dalla Bibbia). Un'idea di Dio quindi ancora primitiva. Quello degli Ebrei è il Dio di una rivelazione iniziale, una preparazione alla rivelazione piena; quindi un Dio monco. E' Gesù che ci ha rivelato la vita vera della privacy divina, il volto completo quindi di un Dio - che si fa fatica anche a spiegare appunto perché non inventato da noi. Pur nel rispetto di tutti, è necessaria una chiarezza!

 

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