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don Roberto Seregni  

Ascensione del Signore (Anno A) (05/06/2011)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

Ogni anno, mentre mi preparo alla festa dell'Ascensione, ci sono degli interrogativi pungenti che vengono sempre a farmi visita. Anche oggi, mentre mi ritaglio del tempo per fermarmi un po' sulla Parola, eccoli puntuali...

Come possiamo chiamare "festa" il giorno in cui il Signore se ne va?

Perché il Risorto non è rimasto? Non sarebbe stato più facile riascoltare la Sua Parola, intuire la Sua volontà e lasciarsi scavare dentro dal Suo sguardo per trovare aiuto e sostegno nelle scelte più difficili della nostra vita? Perché non è rimasto, bellissimo e glorioso, in mezzo ai suoi discepoli?

Niente da fare: il Signore sorride, saluta e ritorna al Padre.

Forse sta proprio qui, in questo ritorno, la chiave di lettura di questa festa: non una fuga, ma un riconsegna alla comunione della Trinità.
Questa festa è per davvero sconvolgente!

Ma ci pensate? L'umanità di Gesù, trasfigurata dalla resurrezione, entra nella comunione della Trinità!

Questo vuol dire che Gesù ritorna al Padre con tutta la nostra umanità!
Niente dell'uomo è più estraneo a Dio.

Non esiste dolore, delusione, ferita o tormento che sia estraneo al Suo abbraccio.

Non esiste passione, desiderio, gioia o felicità che sia estraneo al Suo amore.

Mi fermo. Fuori piove a dirotto. La temperatura è nuovamente scesa. L'altra notte ha nevicato sulle montagne sopra le nostre teste. Il ritmo della pioggia mi fa passare davanti agli occhi i volti di tanti amici e tante storie che sono arrivate alle mie povere mani...

Penso a te, piccola Matilde, che sarai operata al cuore. Penso a voi, amici lontani, che vi preparate ad un nuovo viaggio per accogliere il piccolo Luis. Penso a te, che da quando è morto il amato marito, non mangi e non dormi. Penso a te che dopo una lunga ricerca hai trovato il tuo posto nel mondo. Penso a te che dopo una vita disordinata stai cercando di rimettere ordine. Penso a te che sei piena di progetti e a te che finalmente hai deciso di vivere e non solo sopravvivere.

Niente di tutto questo è fuori dall'abbraccio di Dio. Anche se la Sua presenza sembra lontana, anche se non lo sentite come vorreste, non temete. Lui c'è, Lui è lì, come sempre, al vostro fianco.


Buona settimana
Don Roberto Seregni

 

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