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TESTO Commento su Giovanni 16,12-15

Monastero Domenicano Matris Domini  

Santissima Trinità (Anno C) (30/05/2010)

Vangelo: Gv 16,12-15 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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12Molte cose ho ancora da dirvi, ma per il momento non siete capaci di portarne il peso. 13Quando verrà lui, lo Spirito della verità, vi guiderà a tutta la verità, perché non parlerà da se stesso, ma dirà tutto ciò che avrà udito e vi annuncerà le cose future. 14Egli mi glorificherà, perché prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà. 15Tutto quello che il Padre possiede è mio; per questo ho detto che prenderà da quel che è mio e ve lo annuncerà.

Lectio
Questo brano del Vangelo di Giovanni è collocato nella seconda parte del discorso di addio che l'evangelista pone sulla bocca di Gesù durante l'ultima cena, poco prima del suo arresto.
Il discorso (Gv 16,4b-33) cerca di dare risposta a una situazione di prova vissuta dalla comunità di Giovanni, dovuta alla loro espulsione dalla comunità ebraica. Gli ebrei non avevano accolto la predicazione dei primi cristiani, perciò questi ultimi si sentivano dei falliti: la loro fede risultava squalificata, la loro esistenza era divenuta marginale. Pur non perdendo la fede nel messaggio di Gesù e nella risurrezione dei morti, erano rimasti delusi dal loro debole impatto sul mondo circostante. Come dare di nuovo fiducia a questa comunità?
L'evangelista punta sulla nuova situazione di Gesù. Egli è tornato al Padre, è glorificato e ricolma i suoi con il dono dello Spirito, grazie al quale l'incontro tra i discepoli e il Figlio è un reciproco «vedere». Gesù glorificato sarà sempre vicino ai suoi e la loro tristezza si cambierà in gioia.
All'interno di questo discorso, in questa domenica dedicata alla Santissima Trinità, viene estratto il brano che parla in particolare dello Spirito di verità. Ascoltando il Paraclito, i discepoli vengono rassicurati sulla vittoria di Cristo e sostenuti per darne testimonianza al mondo. Lo Spirito condurrà i credenti verso la piena appropriazione della verità del Figlio. Attraverso di Lui essi parteciperanno a ciò che è di Gesù, il Glorificato.
Nel testo c'è la contrapposizione tra due tempi: il tempo di Gesù di Nazareth, il quale ha parlato, e il tempo dello Spirito, che condurrà i discepoli alla verità tutta intera. Questi due tempi sono una cosa sola: il parlare dello Spirito dipende unicamente da Gesù glorificato. Il Figlio e lo Spirito sono due, ma sono uno nell'agire.
Il testo di seguito è quello proposto da A. Poppi nella sua Sinossi e non il testo della nuova versione italiana della CEI.
12. Ancora molte cosa ho da dirvi, ma non potete portar(le) ora.
Purtroppo questo versetto non dice quali siano le cose che Gesù ha ancora da dire. Forse si tratta del senso della morte e risurrezione di Gesù, oppure delle prove che la comunità cristiana dovrà attraversare. Meglio ancora dovrebbe trattarsi della piena rivelazione di Gesù e della sua gloria. Comunque Gesù ne parla ora ai suoi discepoli perché non la possono portare. Il verbo bastàzein significa portare un oggetto pesante. Certo Gesù ha fatto conoscere ai discepoli «tutto» ciò che ha udito dal Padre, ma, perché ne abbiano un'intelligenza profonda, deve intervenire lo Spirito.
Paradossalmente al punto di partenza non c'è più la parola di Gesù, ma il suo silenzio.
13. Ma quando verrà quello, lo Spirito di verità, vi guiderà nella verità tutta intera: infatti non parlerà da se stesso, ma dirà quanto ascolterà e annuncerà a voi le cose venienti.
Lo Spirito Stano è l'interprete autorizzato di Gesù, l'era dello Spirito è quella in cui il passato si illumina attraverso il presente. Ma c'è di più: il Paraclito trasmetterà il «parlare» del Figlio glorificato, comunicherà ciò che gli appartiene in proprio, nella sua perfetta comunione con il Padre. Tre sono le azioni dello Spirito Santo:
- guidare: Egli guiderà i discepoli verso la verità. Esaudisce la preghiera del salmista che dice "Guidami nella via della verità" (Sal 24,5). Questo intenso desiderio fa eco alla tradizione biblica della via del Signore che bisogna conoscere e nella quale si tratta di camminare per avere la vita; Dio ne è la guida. Lo Spirito guiderà alla verità tutta intera. Con la morte di Gesù si chiude il suo discorso terreno, con lo Spirito si opera una comprensione totalizzante degli elementi sparsi nelle parole ed anche nelle azioni di Gesù. Ma c'è qualcos'altro. Con l'illuminazione del passato di Gesù, si ha uno svelamento del presente, quello del Figlio glorificato in Dio. La verità intera è la pienezza di tale mistero. Non sono molteplici verità. Si tratta della verità una e totale del Cristo glorificato in Dio e che si comunica come tale ai suoi.
- parlare: per guidare alla verità, lo Spirito deve parlare, o meglio esprimere ciò che ha udito dal Figlio. Il Figlio continuerà a farsi intendere grazie allo Spirito Santo. Il parlare dello Spirito non proviene dall'autorità sua personale, proprio come Gesù non parla di sua iniziativa. Lo Spirito ascolterà da Gesù come Gesù stesso ascoltava dal padre. La sua parola non risuona alle orecchie come faceva la parola di Gesù ma raggiunge il cuore.
- comunicare: se lo Spirito parla, dice ciò che ascolta dal Figlio è per comunicarlo. Annuncia, rivela una cosa sconosciuta, la ripete nuovamente. L'annuncio, nuovo per i destinatari, è stato rima ricevuto da colui che lo trasmette; questi non ne è l'autore. Lo Spirito sarà dunque l'espressione di Gesù stesso.
Lo Spirito comunicherà ciò che sta per avvenire. Non è facile definire cosa si intenda con queste parole. Forse si riferisce al corso della storia nella sua durata indefinita, non però nel senso di una predizione, ma in quanto lo Spirito farà comprendere ai credenti come reagire di fronte agli avvenimenti che sopravvengono. Ma forse in riferimento a quanto è detto nei versetti 14 e 15 le cose che avverranno sono il dono ai credenti di quanto appartiene al Figlio.
14. Quello mi glorificherà perché prenderà dal mio e (lo) annuncerà a voi.
Lo Spirito Santo non riceve tanto parole di rivelazione per ripeterle agli altri. Ciò che prende è qualcosa di prezioso. Egli attinge dal patrimonio di Gesù. Rivelando questo tesoro inesauribile egli glorificherà il Figlio, la cui missine aveva come scopo la partecipazione dei discepoli alla vita eterna già da questa terra.
15. Tutte quante le cose (che) ha il Padre sono mie: per questo ho detto che prende dal mio e (lo) annuncerà a voi.
Quello che possiede il Figlio però viene dal Padre. L'annuncio dello Spirito Santo porta alla comprensione del mistero ma anche e soprattutto alla vita che è nel Padre e nel Figlio, verso la gloria donata da tutta l'eternità al Figlio, verso l'amore che è Dio. Qui si rivela pienamente il senso trinitario di questo brano di Vangelo.
Meditiamo
1) Le parole di questo Vangelo sono vicine alla mia esperienza di Dio? Mi è capitato qualche volta di comprendere meglio una parola di Gesù, una situazione della mia vita grazie all'aiuto dello Spirito Santo?
2) Che significa per me il fatto che Gesù è ormai nella gloria e vuole che anche noi siamo nella gloria con lui? Mi sento partecipe del «patrimonio» di Gesù?
Preghiamo
Salmo Responsoriale (dal Salmo 8)
O Signore, quanto è amabile il tuo nome su tutta la terra
Quando vedo i tuoi cieli, opera delle tue dita,
la luna e le stelle che tu hai fissato,
che cosa è mai l'uomo perché di lui ti ricordi,
il figlio dell'uomo, perché te ne curi?
Davvero l'hai fatto poco meno di un Dio,
di gloria e di onore lo hai coronato.
Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani,
tutto hai posto sotto i suoi piedi.
Tutte le greggi e gli armenti
e anche le bestie della campagna,
gli uccelli del cielo e i pesci del mare,

ogni essere che percorre le vie dei mari.
Colletta
Ti glorifichi o Dio, la tua Chiesa, contemplando il mistero della tua sapienza con la quale hai creato e ordinato il mondo; tu che nel Figlio ci hai riconciliati e nello Spirito ci hai santificati fa' che, nella pazienza e nella speranza, possiamo giungere alla piena conoscenza di te che sei amore, verità e vita. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

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