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TESTO Nel tempo della Chiesa...

Gaetano Salvati

Ascensione del Signore (Anno A) (05/06/2011)

Vangelo: Mt 28,16-20 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 28,16-20

16Gli undici discepoli, intanto, andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato. 17Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono. 18Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. 19Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, 20insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».

San Matteo riferisce che Gesù disse agli undici discepoli: "andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo" (Mt 28,19). Queste parole fondano due eventi per l'umanità redenta.

In primo luogo, il Messia afferma che la Chiesa viene dalla Trinità, riflette in sé la comunione trinitaria, e va verso la Mèta eterna, nella ricapitolazione finale di tutte le cose in Cristo. É la Chiesa del Padre, che l'ha voluta segno e strumento dell'unità umana; è la Chiesa del Figlio che, con la sua azione, l'ha posta nella storia come suo Corpo; è la Chiesa dello Spirito, che rende presente il Risorto in mezzo al popolo, nel tempo. Lo Spirito riattualizza Cristo mediante la Parola e i sacramenti: l'eucaristia è il culmine e la fonte della nuova Alleanza. L'Eucaristia e la Chiesa sono relative alla Trinità: nell'eucaristia la storia trinitaria e la storia umana si incontrano, e in essa la Chiesa della Trinità nasce e si esprime. Nell'Eucaristia viene riconosciuto l'evento dello Spirito: l'Eucaristia fa la Chiesa, perché è il luogo dello Spirito che ripresenta la Pasqua del Signore e raduna gli uomini; la Chiesa fa l'Eucaristia, perché è la comunità celebrante che si raduna per celebrare il memoriale nuovo. Pertanto, l'Eucaristia è il sacramento dell'unità dei fedeli e la stessa fede cristiana può designare l'Eucaristia e la Chiesa come Corpus Christi (Ef 1,22-23).

I credenti, riconciliati con Dio e fra di loro in Cristo, formano un solo corpo in Lui grazie alla ripresentazione sacramentale dell'evento pasquale: l'unico pane forma l'unità ecclesiale (1 Cor 10,17; 12,17). L'Eucaristia, quindi, è memoria del presente ecclesiale: è la Chiesa che nasce "fra i tempi" dell'origine e il tempo della fine; è la Chiesa sanctorum communio: la comunione allo Spirito di Cristo e la comunione alle realtà sacramentali, attraverso le quali lo Spirito si dona. Lo Spirito suscita la Chiesa eucaristica, ed essa ricevendo lo Spirito, lo dona all'umanità nella storia. Infine, nella memoria eucaristia, la comunità ecclesiale si proietta verso la gloria del suo Signore. L'Eucaristia è memoria anticipatrice del suo destino futuro: essa richiama il popolo di Dio alla condizione di esodo, di pellegrino verso la patria promessa. Dunque, nella celebrazione della storia del memoriale del Signore, nella forza dello Spirito, la Chiesa, nata dall'Ultima Cena (Lc 22,15; 22,16.18; Gv 13,1), culmine della vita terrena di Gesù e inizio del Cristo attualizzato nel tempo, trova il suo senso recondito. Chi evangelizza è lo Spirito che rende presente il Cristo del Vangelo: la Chiesa, lasciandosi plasmare dallo Spirito, evangelizzerà non secondo la carne, ma tramite la potenza di Dio. Evangelizzare significa vivere nella comunione con Cristo e con la Chiesa, nella fedeltà allo Spirito, e anticipare il Regno veniente: mangiando l'unico pane e bevendo al calice dell'eucaristia, i cristiani annunciano la morte del Signore, fino al suo definitivo ritorno (1 Cor 11,26): il memoriale eucaristico della nuova Pasqua, rimanda a quello eterno che si compirà nella gloria, e la Chiesa ne è anticipazione e promessa.

In secondo luogo, se la comunità cristiana, nata dall'iniziativa della Trinità, fa memoria della passione, morte e risurrezione di Cristo, grazie all'opera dello Spirito, nel presente della storia umana, fino al ritorno glorioso del suo Signore (At 1,11), allora, questo è il tempo della Chiesa, lo spazio in cui si attua la trasformazione d'amore della storia, e dove ogni battezzato deve vivere secondo la missione data dal Signore: annunciare al mondo il "tesoro di gloria che racchiude la sua eredità fra i santi" (Ef 1,18) e la grandezza della sua potenza riversata sui credenti.

Ma, chi sono gli annunciatori del Vangelo? L'annuncio del Vangelo, vera missione della Chiesa comunione, deve essere vissuto in comunione di vita e di azione con tutti i fratelli: lo Spirito dà a ognuno il carisma adatto, vale a dire, ogni battezzato deve dare la propria disponibilità all'evangelizzazione. Fino a 50 anni fa, i laici erano solamente dei semplici collaboratori della gerarchia. Oggi, invece, tutti i battezzati sono "obbligati" a dare la propria disponibilità all'evangelizzazione: tutti secondo il proprio carisma, riuniti intorno al ministro ordinato (sacerdote), sono chiamati a portare l'annuncio di salvezza.

Cari fratelli, il Maestro ci dice di essere testimoni della nostra condizione di battezzati, di uomini nuovi, di unti, e, infine, della forza della Croce e della Risurrezione nel mondo. Ma, il mondo non è il luogo ultimo, la frontiera, dell'evangelizzazione. Il luogo della missione non è una linea di demarcazione esteriore, un muro riconoscibile fra sacro e profano, o fra ecclesiastico e mondano. Il luogo è la scelta della decisione salvifica: per o contro Cristo. La frontiera dell'evangelizzazione passa anche dentro la Chiesa, nel cuore di essa, perché la Chiesa evangelizzatrice, deve essere evangelizzata, convertita, purificata dalla Parola di Dio e dai sacramenti. Il ruolo del battezzato adulto, quindi, è discernere il proprio carisma (dono dello Spirito) con i fratelli nella Chiesa, e costruire, unito con tutti i ministri, una Chiesa testimone del Risorto. Amen.

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