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TESTO Vita nuova da figli

don Daniele Muraro  

V Domenica di Quaresima (Anno A) (10/04/2011)

Vangelo: Gv 11,1-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1un certo Lazzaro di Betània, il villaggio di Maria e di Marta sua sorella, era malato. 2Maria era quella che cosparse di profumo il Signore e gli asciugò i piedi con i suoi capelli; suo fratello Lazzaro era malato. 3Le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!». 8I discepoli gli dissero: «Rabbì, poco fa i Giudei cercavano di lapidarti e tu ci vai di nuovo?». 9Gesù rispose: «Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; 10ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui».

11Disse queste cose e poi soggiunse loro: «Lazzaro, il nostro amico, si è addormentato; ma io vado a svegliarlo». 12Gli dissero allora i discepoli: «Signore, se si è addormentato, si salverà». 13Gesù aveva parlato della morte di lui; essi invece pensarono che parlasse del riposo del sonno. 14Allora Gesù disse loro apertamente: «Lazzaro è morto 15e io sono contento per voi di non essere stato là, affinché voi crediate; ma andiamo da lui!». 16Allora Tommaso, chiamato Dìdimo, disse agli altri discepoli: «Andiamo anche noi a morire con lui!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 18Betània distava da Gerusalemme meno di tre chilometri 19e molti Giudei erano venuti da Marta e Maria a consolarle per il fratello. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

28Dette queste parole, andò a chiamare Maria, sua sorella, e di nascosto le disse: «Il Maestro è qui e ti chiama». 29Udito questo, ella si alzò subito e andò da lui. 30Gesù non era entrato nel villaggio, ma si trovava ancora là dove Marta gli era andata incontro. 31Allora i Giudei, che erano in casa con lei a consolarla, vedendo Maria alzarsi in fretta e uscire, la seguirono, pensando che andasse a piangere al sepolcro.

32Quando Maria giunse dove si trovava Gesù, appena lo vide si gettò ai suoi piedi dicendogli: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto!». 33Gesù allora, quando la vide piangere, e piangere anche i Giudei che erano venuti con lei, si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

 

Forma breve: Gv 11, 3-7.17.20-27.33b-45

In quel tempo, 3le sorelle mandarono dunque a dirgli: «Signore, ecco, colui che tu ami è malato».

4All’udire questo, Gesù disse: «Questa malattia non porterà alla morte, ma è per la gloria di Dio, affinché per mezzo di essa il Figlio di Dio venga glorificato». 5Gesù amava Marta e sua sorella e Lazzaro. 6Quando sentì che era malato, rimase per due giorni nel luogo dove si trovava. 7Poi disse ai discepoli: «Andiamo di nuovo in Giudea!».

17Quando Gesù arrivò, trovò Lazzaro che già da quattro giorni era nel sepolcro. 20Marta dunque, come udì che veniva Gesù, gli andò incontro; Maria invece stava seduta in casa. 21Marta disse a Gesù: «Signore, se tu fossi stato qui, mio fratello non sarebbe morto! 22Ma anche ora so che qualunque cosa tu chiederai a Dio, Dio te la concederà». 23Gesù le disse: «Tuo fratello risorgerà». 24Gli rispose Marta: «So che risorgerà nella risurrezione dell’ultimo giorno». 25Gesù le disse: «Io sono la risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà; 26chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno. Credi questo?». 27Gli rispose: «Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo».

33Gesù si commosse profondamente e, molto turbato, 34domandò: «Dove lo avete posto?». Gli dissero: «Signore, vieni a vedere!». 35Gesù scoppiò in pianto. 36Dissero allora i Giudei: «Guarda come lo amava!». 37Ma alcuni di loro dissero: «Lui, che ha aperto gli occhi al cieco, non poteva anche far sì che costui non morisse?».

38Allora Gesù, ancora una volta commosso profondamente, si recò al sepolcro: era una grotta e contro di essa era posta una pietra. 39Disse Gesù: «Togliete la pietra!». Gli rispose Marta, la sorella del morto: «Signore, manda già cattivo odore: è lì da quattro giorni». 40Le disse Gesù: «Non ti ho detto che, se crederai, vedrai la gloria di Dio?». 41Tolsero dunque la pietra. Gesù allora alzò gli occhi e disse: «Padre, ti rendo grazie perché mi hai ascoltato. 42Io sapevo che mi dai sempre ascolto, ma l’ho detto per la gente che mi sta attorno, perché credano che tu mi hai mandato». 43Detto questo, gridò a gran voce: «Lazzaro, vieni fuori!». 44Il morto uscì, i piedi e le mani legati con bende, e il viso avvolto da un sudario. Gesù disse loro: «Liberàtelo e lasciàtelo andare».

45Molti dei Giudei che erano venuti da Maria, alla vista di ciò che egli aveva compiuto, credettero in lui.

La settimana scorsa in avvio di racconto abbiamo sentito dire da Gesù: "Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo"; ora Egli aggiunge: "Non sono forse dodici le ore del giorno? Se uno cammina di giorno, non inciampa, perché vede la luce di questo mondo; ma se cammina di notte, inciampa, perché la luce non è in lui."

La divisione del giorno solare in dodici ore corrisponde all'uso romano. Secondo alcuni Gesù dice che c'è un tempo opportuno per tutto (come già recitava il saggio Qoèlet), e dunque, se fino ad allora si era tenuto lontano dalla Giudea in quel momento diventa giusto andarvi. Altri nel numero indovinano un riferimento agli Apostoli i quali dovrebbero quasi lasciarsi trascinare da Lui, come le ore seguono il sole.

Più direttamente qui il Signore dichiara la volontà di evitare sotterfugi nel compimento della sua missione. Egli ha sempre agito "alla luce del sole", in tale condotta intende perseverare, prevedendo l'approssimarsi dell'ora suprema, e confidando nel Padre, di tale rettitudine si fa forza.

Gesù inoltre rassicura i suoi discepoli: finché godranno della sua presenza, non potrà capitare loro nulla di male. A questo riguardo pregherà a lungo la sera dell'Ultima Cena, prima di uscire verso il monte degli Ulivi.

È per un dovere di riconoscenza che il Signore si reca a Betania, ma soprattutto per dare un impulso decisivo alla sua missione. Il fatto che Gesù ritardi la partenza ci fa comprendere la gravità della decisione, ma apre la possibilità di un miracolo più grande.

Anche di Lazzaro Egli è amico e non lo può abbandonare nel pericolo estremo. Alla coscienza divina di Gesù non sfugge che il malato è già morto, ma la sua potenza non termina nella conoscenza a distanza. Gesù è l'autore della vita e dunque può dire che per Lui l'amico è come se dormisse, in attesa di essere svegliato dalla sua voce.

Di questa verità chiederà un'aperta professione di fede a Marta, davanti a compatrioti e discepoli. Non basta una opinione generica sulla sopravvivenza dell'anima dopo il disfacimento del corpo. Gesù indica in se stesso la fonte della vita.

Egli è "la resurrezione e la vita" in senso causale, di restituzione, riparazione e perfezionamento. La vita nuova che Gesù darà sarà un ritorno all'esistenza nel corpo, ma in maniera definitiva, senza più pericolo di malattie, né deperimento. Egli è la resurrezione in vista di una vita vera di comunione eterna con Dio e con i fratelli.

Dopo queste affermazioni può stupire che Gesù, arrivato davanti al sepolcro, alla vista di tutta la gente e alla presenza delle due sorelle si commuova profondamente fino ad un accesso di pianto. Nel prologo del suo Vangelo san Giovanni dichiara che Gesù è perfettamente Dio, uguale al Padre, ma nel corso del racconto non manca di evidenziare la sua perfetta umanità, capace di affetti e di amicizia.

Gesù non recita, né quando si propone come il Salvatore e pretende la fede, né quando lascia effondere dall'animo lo sgomento per il male che trova nel mondo. Il suo non è un cedimento al sentimentalismo, bensì la maniera più semplice di entrare a contatto con l'angoscia umana e recuperarla.

In ogni caso Gesù non perde la sua dignità, dando un esempio di compostezza e di misura anche nel dolore. Quando si fa indicare il monumento funebre non è per ignoranza, ma per far risaltare meglio il miracolo, sottolineando l'ineluttabilità crudele della morte.

Il nome Lazzaro significa "Dio aiuta" e da ciò intuiamo che quest'uomo generoso e ospitale nei confronti di Gesù e del suo gruppo, nella malattia aveva invocato e aspettato l'intervento soccorritore da parte di Dio.

Cristo va incontro all'amico che ora non può più nulla per sé e ciò vale come segno della sua volontà di soccorrere l'umanità affossata nel peccato e incapace da se stessa di risollevarsi.

Non ci sono vincoli o impedimentti all'azione della grazia che chiama il peccatore dal suo errore, ma Gesù pretende qualcuno faccia la fatica di rimuovere la pietra che impedisce l'accesso diretto e poi comanda che altri si prendano curato del miracolato. Il Signore potrebbe fare tutto da solo, ma chiede il coinvolgimento del soggetto interessato, se può rispondere, oppure dei suoi familiari e amici.

Molto vale la preghiera di intercessione fatta con insistenza e discrezione come dimostra il comportamento delle due sorelle del morto, Marta e Maria.

Alla voce potente di Chi lo chiama Lazzaro esce, con il corpo ancora avvolto nelle bende e il sudario sulla faccia. Il richiamo forte fa tornare come da lontano l'anima e le infonde un vigore superiore al consueto, dandole la forza di spostare un corpo legato.

Gesù è venuto a "riunire i figli di Dio" che erano dispersi; la maggior separazione è quella della morte, la quale però è solo un sintomo e una conseguenza dell'isolamento individuale che consegue al peccato.

Prendendo a modello il caso di Lazzaro comprendiamo che davanti a Gesù morte fisica e peccato spirituale restano un assopimento da cui la sua voce può ridestare e far risorgere in attesa del giudizio ultimo.

Venendo ad inaugurare il tempo della grazia Gesù restituisce ciascuna persona alla presenza di Dio e del prossimo. Egli toglie il peso di una pratica solo legale della religione, e conferma il legame con la comunità che si deve trovare unita nel lutto, come nella festa, nell'aiuto reciproco e nella celebrazione della fede.

 

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