TESTO Chiamati all'amore!
don Carlo Occelli Jesus Inside
VI Domenica di Pasqua (Anno A) (29/05/2011)
Vangelo: Gv 14,15-21

«15Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; 16e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre, 17lo Spirito della verità, che il mondo non può ricevere perché non lo vede e non lo conosce. Voi lo conoscete perché egli rimane presso di voi e sarà in voi. 18Non vi lascerò orfani: verrò da voi. 19Ancora un poco e il mondo non mi vedrà più; voi invece mi vedrete, perché io vivo e voi vivrete. 20In quel giorno voi saprete che io sono nel Padre mio e voi in me e io in voi. 21Chi accoglie i miei comandamenti e li osserva, questi è colui che mi ama. Chi ama me sarà amato dal Padre mio e anch’io lo amerò e mi manifesterò a lui».
Se mi amate...
Gulp. Diretto il nostro Gesù.
Ti amo?
Si? No? Non so?... Dunque facciamo un passetto per volta.
Gesù sta per concludere il suo esodo: uscito dal Padre per venire a noi, sta per ritornare nuovamente presso il Padre celeste. E in modo drammatico. Il brano è la continuazione della pagina della scorsa settimana, il Maestro consegna il suo testamento spirituale ai discepoli durante l'ultima cena. C'è un clima mesto, di una tristezza che si taglia a fette. Ma Gesù dona fiducia, invita a non essere turbati.
Tutte queste settimane sono state per noi un esodo: evviva!
La Pasqua è un cammino per uscire, per vivere dei passaggi. Lo abbiamo visto fin dall'inizio: passare dalla morte alla vita, dalle tenebre alla luce, dalla tristezza alla gioia. Dai passi trascinati al passo veloce di chi corre per annunciare che Cristo è risorto!
Evviva, in alto i cuori le menti i corpi e tutto quanto! Perché Cristo è risorto! Abbasso una fede che rimane inchiodata alla croce e basta, abbasso una tristezza che indossiamo come il vestito preferito, abbasso un cristianesimo con la noia alla bocca e lo sbadiglio come perenne fondotinta.
Eh no! Cristo è risorto! Ci invita ad uscire! A non rimanere chiusi nei nostri sepolcri, a rendere la nostra vita una parabola di amore e di comunione. Niente di meno amico, Niente di meno!
Ci stai? Ci accontenteremo di una fede languida e stanca?
Suvvia, amico, in alto i cuori! Avanti!
Siamo chiamati all'amore. Se mi amate osserverete la miei comandamenti. Concreto Gesù, come sempre.
Ci chiama all'amore, certo. Ha giusto lavato i piedi ai discepoli, tanto per farci capire cosa significhi osservare i suoi comandamenti.
Perché l'amore non basta contemplarlo. L'amore ci emoziona. L'emozione è una di quelle parole bistrattate dal cristianesimo benpensante. Gesù è sempre meglio che abbia la figura del maestro freddo come il ghiaccio. Che la vita non è mica fatta di emozioni, caro mio!
E che significa l'emozione? Significa la chiamata al movimento, all'uscita, all'esodo. Essere smossi, trasportati fuori. Allora Gesù emoziona eccome, non venite a contarmela. Il buon pastore chiama le sue pecore fuori dal recinto! Siamo di nuovo lì.
Sì amico, Cristo viene per emozionarci nel vero senso della parola. Viene per farci muovere, perché non rimaniamo inchiodati alle nostre paure. L'emozione non è astrattezza, ma il movimento iniziale del dare forma concreta all'amore.
Come fa questo il Signore? Donandoci il suo spirito, il Paraclito. Che significa il difensore, colui che viene presso e vicino a noi. Letteralmente sarebbe l'avvocato difensore. Lo spirito di Cristo è colui che ci difende dalle nostre paure, dalle tristezze, dalla fede triste!
Ecco siamo abitati da questo Spirito. Che io non spiegare. Lo gusto, lo assaporo, lo cerco. Sì, non lo possiedo mai. Ho sempre bisogno, ogni settimana di andarlo a scovare dentro me.
Prenditi del tempo amico, cerca questo spirito che ti abita, ti difende, ti emoziona.
Se qualcuno mi ama osserva i mie comandamenti. Chiamato a vivere l'amore come posso farlo diventare forma della mia vita in questa settimana che ho davanti a me?
Perché l'amore si vede: si vede da come viviamo se noi amiamo Gesù oppure no. Alla fin fine il vangelo ci riporta lì, alla sua semplicità disarmante.
Da come rispondo al telefono, da come parlo di politica, da come mi impegno per le ingiustizie di questo mondo, da come saluto mia moglie, da come educo mio figlio, da come predico in chiesa, da come tratto mia nonna... da come studio...
Insomma come coniugare questo verbo amare nella mia vita concreta?
Pensa... pensa a voce alta in questi giorni. Come aiutarci a vivere questo? Non potremmo darci una mano? Possibile che tra noi cristiani di tutto si parli meno che di questo?
Non si potrebbe uscire dalle nostre Messe e sul sagrato delle parrocchie cominciare a pensare a voce alta sul come vivere oggi la chiamata all'amore?
Qui ognuno è chiamato a pensarci... a voce alta... e a vivere.
Semplicemente, con la fiducia che Cristo è accanto a noi, dentro noi.
Se mi amate, osserverete i miei comandamenti.
Gesù emoziona. Esci ad amare amico.
Buona Pasqua!