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TESTO Oltre il recinto: orizzonti di gioia!

don Carlo Occelli  

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (15/05/2011)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

Meglio un giorno da leone o cento da pecora?

A sentire parlare Pietro nella prima lettura mi verrebbe da pensare ad una pecora vestita da leone. Anzi con un cuore da leone. Negli Atti degli apostoli Pietro, dopo la Risurrezione, trova proprio un coraggio da leoni.

Oggi vorrei condividere con voi alcuni spunti presi qua e là nelle diverse letture. Tutto mi pare legato più del solito.

Quanto è bello questo Pietro così audace, quando noi tutti ancora ce lo ricordiamo traditore, fifone che rinnega persin di averlo conosciuto Gesù! Quanto coraggio infonde anche a me, e alla chiesa intera! A te!

Coraggio amici, alziamoci in piedi e a voce alta proclamiamo la nostra fede. Raccontiamo la vittoria di Cristo risorto, non abbiamo paura di mostrare il nostro essere credenti. È bello seguire Cristo risorto, primavera dei nostri cuori. È bello e non vogliamo nasconderlo, proprio là dove viviamo. Pietro ha smesso di vergognarsi della propria sequela, non ha più paura di sostenere che è dei suoi. Non solo non ha più paura, ma è abitato da una voglia matta di raccontarlo in lungo e in largo, a Gerusalemme e in ogni angolo della Palestina!

Evviva! Non nasconderti amico! Non nasconderti tra i banchi di scuola, dai i prof o dai tuoi compagni; sii cristiano felice di esserlo. Non nasconderti nello spogliatoio dai tuoi compagni, non nascondere la tua fede in discoteca o con i tuoi amici, non nasconderti nella pausa caffè con i colleghi di lavoro.

Non ci limitiamo ad essere cristiani in parrocchia o nel nostro movimento: coraggio!

Felici sopra sotto dentro fuori.

In questa settimana ti invito a riprendere il conosciutissimo salmo 22. Se ne hai l'occasione e la possibilità fai due passi in campagna, in mezzo alla natura e con calma fatti raggiungere da queste parole. Sono musica del cuore, non avere fretta, assaporale.

Altrimenti puoi sempre uscire sul tuo balcone, o startene seduto sulla tua poltrona, chiudere gli occhi...

Che tristezza quando nelle nostre chiese i salmi vengono recitati con la fretta di chi vuole arrivare alla fine e basta! No, gustiamo, cantiamo, preghiamo...

Il Signore è il mio pastore...
Non manco di nulla...
su pascoli erbosi mi fa riposare...
ad acque tranquille mi conduce...
mi rinfranca l'anima...
mi guida sul giusto cammino...
Caspita ragazzi, sono di una pace queste parole!
Anche se vado per una valle oscura
non temo alcun male

perché tu sei con me...

Ed ecco il vangelo nel quale Gesù parla di sé con due immagini: il pastore e la porta.

Del pastore si dice una caratteristica bellissima: la voce. Il pastore condivideva al tempo tutta la vita con le pecore. Lo sapevate che le pecore non hanno una vista da aquile (!) ma sono dotate di un buon udito? Curioso no?

Ci basta una voce per farci vivere, non credete? La voce delle persone che amiamo e che ci amano non la confondiamo con le altre! Siamo vivi quando ci sentiamo chiamati per nome. È proprio così: dire il nome significa dire un'identità, una storia, un cuore che vive e che ama! Ah, quando riconosci di essere chiamato per nome... il cuore sussulta di serena gioia.

Sai, Gesù è convinto che la sua voce tu la possa riconoscere dentro di te! Sì, ha fiducia che saprai riconoscere la sua voce, nella tua coscienza, in mezzo a migliaia di altri voci.
Che bello!

Qual è la differenza tra il pastore e i ladri e i briganti di cui parla il vangelo?

Molto semplice: il primo conduce le pecore fuori dal recinto, gli altri le fanno star dentro.

È curiosa sta cosa: che i ladri e i briganti non rubino le pecore, ma le facciano stare nei recinti. Cosa significa tutto ciò?

Ecco la differenza di quella voce! Amici, la Pasqua è il tempo in cui uscire dai recinti! Gesù ci racconta di un Dio che non vuole tenerci buoni buoni nei recinti. No, spinge le pecore fuori! La vita non è fatta di steccati, di paure e di catene. No no no!

Avanti, fuori da ogni recinto, usciamo verso la bellezza di spazi infiniti dove il pastore buono ci condurrà. Assaporiamo la bellezza degli spazi aperti, verso orizzonti infiniti di libertà! Questa è la Pasqua.
Sei felice, amico?

Sei nella gioia? ... pensaci... non rispondere di fretta... non temere...

Se non senti la felicità dentro, sei non ti senti abitato dalla gioia... e nessuno lo è mai in pienezza... allora significa che devi guardare da quale recinto sei trattenuto!

Cosa ti impedisce di vivere nella gioia? Quali recinti ci legano?

Guarda che anche la religione può essere un recinto: ci può tenere incatenati nel nostro piccolo mondo sicuro, non meno che qualsiasi altra ideologia! Gesù lo sa bene, non era un uomo religioso 

Oltre alla religione: il denaro, il successo, la slealtà, l'ipocrisia, l'illegalità, il tanto fan tutti così... tanti possono essere gli idoli che ci tengono nel recinto!

Il pastore ci chiama per nome, ci conduce fuori e ci guida alla libertà!
Coraggio amici, lasciamo condurre da Gesù liberatore.

Regaliamoci un tempo in cui ascoltare la voce del pastore: quali recinti ci legano ancora alla tenebra? Quali passi posso vivere questa settimana per varcare la soglia del recinto e abbracciare orizzonti di luce?

Il Signore è il mio pastore
Non manco di nulla
Su pascoli erbosi mi fa riposare
Ad acque tranquille mi conduce.

Non ho timore, perché lui è con me.

Chapeau a questo nostro Dio.

 

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