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TESTO Commento su Luca 1, 39-45

Monastero Domenicano Matris Domini  

IV Domenica di Avvento (Anno C) (20/12/2009)

Vangelo: Lc 1, 39-45 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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39In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta. 41Appena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bambino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo 42ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo! 43A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo. 45E beata colei che ha creduto nell’adempimento di ciò che il Signore le ha detto».

Lectio
Contesto
La quarta domenica di Avvento ci presenta la figura di Maria, anche se mantiene sullo sfondo quella di Giovanni il precursore di Gesù. L'incontro della Madre di Dio con Elisabetta si inserisce nel testo di Luca e appare come la conclusione delle due annunciazione (a Zaccaria e a Maria) narrate appena prima. L'episodio ci presenta il primo incontro tra il Messia e il profeta che lo annuncerà. L'evangelista costruisce il suo racconto per anticipare i temi importanti che svilupperà dal capitolo terzo sui rapporti tra Gesù e Giovanni e la loro attività.
Un testo teologico quello presentato dalla liturgia per concludere il cammino di Avvento, inserito nel vangelo dell'infanzia, che punta l'attenzione soprattutto sull'opera di Dio nelle due donne e nei loro figli, che Luca rilegge alla luce della vicenda del Cristo e in particolare della sua Pasqua.
39. In quei giorni Maria si alzò e andò in fretta verso la regione montuosa, in una città di Giuda. 40. Entrata nella casa di Zaccaria, salutò Elisabetta.
Il segno che Maria aveva ricevuto (v. 36) a conferma della sua maternità, relativo alla parente Elisabetta, la spinge ad intraprendere il viaggio per verificarlo; la fretta con cui questo è attuato è segno dell'obbedienza di Maria alle parole dell'angelo.
Le indicazioni circa la sua destinazione però sono vaghe e sembrano echeggiare alcuni testi dell'A.T. relativi ad altri personaggi importanti; questa idea è rafforzata dall'uso del termine Giuda, che indica una tribù di Israele, anziché Giudea, nome geografico (1Sam 1,1, riferito ai genitori di Samuele, Gs 11,21 e 2Sam 2,1 per la città di Giuda).
Maria giunta nella casa di Zaccaria constata la maternità di Elisabetta e la verità di quanto l'angelo le ha detto e la saluta.
41. Ap­pena Elisabetta ebbe udito il saluto di Maria, il bam­bino sussultò nel suo grembo. Elisabetta fu colmata di Spirito Santo
La reazione del bambino precede quella della madre: egli sussultò nel suo grembo. L'evangelista utilizza per indicare la reazione del piccolo Giovanni il verbo greco della versione dei LXX di Gn 25,22-25 relativo ai figli di Rebecca, Esaù e Giacobbe, che si urtavano (così in ebraico) nel suo seno. Un segno di gioia (vedi v. 44) che con lo Spirito santo di cui viene riempita Elisabetta, indica l'arrivo dei tempi messianici.
Il testo ci suggerisce anche che Giovanni ancor prima della nascita fa il profeta, annunciando la presenza di Gesù (in questo caso alla madre), dimostrandosi suo precursore.
42. ed esclamò a gran voce: «Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo!
Letteralmente Elisabetta esclamò con grande grido, un'espressione che riprende altri testi dell'A.T. (1Cr 15,28; 16,4.5.42; 2Cr 5,13) in un contesto liturgico, relativi alla presenza dell'arca dell'alleanza; inoltre ci sono molti riferimenti al racconto del trasferimento dell'arca attuato da Davide (cfr. 2Sam 6,2-11) nel testo della visita di Maria ad Elisabetta, anche se non si può dire che Luca lo abbia costruito interamente su questo modello. Piuttosto vediamo confermata la preferenza dell'evangelista per il linguaggio della traduzione greca della Bibbia e la sua attenzione ai riferimenti messianici dell'A.T..
L'esclamazione di Elisabetta si rifà a quelle di altre donne bibliche che celebrano le opere di Dio a salvezza del suo popolo (vedi Gn 14,19-20; Gdc 5,24 - Debora - e in particolare Gdt 13,18 - Giuditta).
Come al momento dell'annunciazione (v. 28) anche qui prima si parla di Maria e poi del figlio di lei, un segno indicativo della stima di cui ella godeva nella chiesa primitiva. Infine osserviamo che questo versetto conferma quanto l'angelo aveva detto a Maria (v. 35).
43. A che cosa devo che la madre del mio Signore venga da me? 44. Ecco, appena il tuo saluto è giunto ai miei orecchi, il bambino ha sussultato di gioia nel mio grembo.
Gesù viene qui nominato con il titolo di Signore usato abitualmente da Luca, e solo da lui, anche nella parte narrativa del suo vangelo. E' il nome che Gesù acquista con la Pasqua, un titolo cristiano, che riassume quanto aveva affermato l'angelo parlando con Maria (v. 32-33.35: re, Messia, Figlio di Dio).
Il v. 44 ripete attraverso le parole di Elisabetta quanto narrato al v. 41: ella interpreta correttamente il sussulto del figlio, anticipando il suo ruolo di precursore.
45. E beata colei che ha creduto nell'adempimento di ciò che il Signore le ha detto».
La conclusione dell'intervento di Elisabetta invece che rivolta a Maria, sembra un'affermazione valida per tutti i credenti (l'evangelista utilizza la terza persona singolare anziché la seconda). Il testo è molto vicino a Lc 11,27-28 (Una donna alzando la voce, disse: "Beato il grembo che ti ha portato e le mammelle che hai succhiato!" Ma egli risposte: "Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la custodiscono!") che ci aiuta a comprenderne il senso.
Maria è figura dei credenti, dei cristiani, che sono beati perché credono alla parola di Dio che hanno ascoltato dalla bocca di Gesù. Ella infatti ha creduto e per questo è la vera madre del Signore.
Con riferimento a Lc 8,21 possiamo concludere che chi ascolta e osserva la parola di Dio diviene realmente madre di Gesù.
Notiamo che il v. 45 presenta una delle beatitudini del vangelo di Luca, che va ad aggiungersi a quelle del capitolo 6 (vv. 20-22) e altrove (12,37.38.41; 14,14).
Meditiamo
1) Il clima di gioia dell'incontro tra Maria ed Elisabetta cosa suggerisce alla mia vita di fede?
2) Beata colei che ha creduto: quali sono le occasioni in cui sperimento la beatitudine del credere?
3) Come coltivo la speranza e la fiducia in Dio che si mostra fedele alle sue promesse?
Preghiamo
Salmo Responsoriale (Salmo 79)
Signore, fa' splendere il tuo volto e noi saremo salvi.
Tu, pastore d'Israele, ascolta,
seduto sui cherubini, risplendi.
Risveglia la tua potenza
e vieni a salvarci.
Dio degli eserciti, ritorna!
Guarda dal cielo e vedi
e visita questa vigna,
proteggi quello che la tua destra ha piantato,
il figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Sia la tua mano sull'uomo della tua destra,
sul figlio dell'uomo che per te hai reso forte.
Da te mai più ci allontaneremo,

facci rivivere e noi invocheremo il tuo nome.
Colletta
Infondi nel nostro spirito la tua grazia, o Padre, tu, che nell'annunzio dell'angelo ci hai rivelato l'incarnazione del tuo Figlio, per la sua passione e la sua croce guidaci alla gloria della risurrezione. Per il nostro Signore Gesù Cristo...
Oppure:
O Dio, che hai scelto l'umile figlia di Israele per farne la tua dimora, dona alla Chiesa una totale adesione al tuo volere, perché imitando l'obbedienza del Verbo venuto nel mondo per servire, esulti con Maria per la tua salvezza e si offra a te in perenne cantico di lode. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

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