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TESTO Commento su Romani 16,25-27 e Luca 1,26-38

Monastero Domenicano Matris Domini  

IV Domenica di Avvento (Anno B) (21/12/2008)

Vangelo: Rm 16,25-27 Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

26In quel tempo, l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

Lectio
Seconda lettura: Rm 16,25-27
Questa dossologia (rendimento di gloria, canto di trionfo), chiude la lettera ai Romani. É un canto di lode rivolto a Dio e ripercorre le motivazioni fondamentali dell'intervento di Dio nella storia dell'umanità. In particolare si riferisce al "mistero" divino, colto nella sua struttura di realtà prima nascosta e poi svelata. Il linguaggio è apocalittico. La struttura grammaticale della frase piuttosto intricata. Il destinatario della lode è all'inizio del periodo, seguono poi tutti i motivi per cui egli è degno di gloria. Solo al termine del periodo (lungo tre versetti) gli si attribuisce la gloria che merita!
Gli studiosi hanno avanzato l'ipotesi che non si tratti di uno scritto di Paolo, ma piuttosto di una riflessione della comunità cristiana all'inizio del II secolo. Il vangelo di Cristo viene visto al centro della storia avvenuta tra Dio e l'umanità. Tutto il tempo, passato, presente e futuro acquista un senso, il silenzio di Dio è stato squarciato dalla Parola.
25. A Colui che ha il potere di rafforzarvi secondo la mia buona notizia e l'annuncio di Gesù Cristo, secondo la rivelazione del mistero taciuto per tempi eterni
Dio è colui che può rendere sempre più saldi i credenti, e lo ha fatto attraverso la buona notizia (evangelo) predicato da Paolo. É quindi attraverso la predicazione che si cresce e ci si rafforza nella fede. Ma questa buona notizia altro non è che l'annuncio, la proclamazione di una persona, Gesù Cristo, i suoi gesti, le sue parole, la sua morte e risurrezione. Questa buona notizia e questo annuncio però erano un mistero, una realtà profonda che è rimasta nascosta per lunghissimi anni. Dopo questo lungo tempo però è stata rivelata.
26. manifestato invece ora per mezzo delle scritture profetiche secondo il comando dell'eterno Dio reso noto per l'obbedienza di fede di tutte le genti
Tale manifestazione è avvenuta attraverso le scritture dei profeti, che avevano anticipato il mistero divino nascosto e non ancora del tutto rivelato. Queste scritture hanno agito per volere di Dio, il quale voleva ottenere la fede di tutte le genti. É una fede che si manifesta necessariamente attraverso l'obbedienza: solo chi ha fede, chi si poggia su Dio è capace di essere obbediente, di compiere la sua volontà.
27. al solo sapiente Dio, per mezzo di Gesù Cristo, a lui la gloria per i secoli, amen.
Quindi scaturisce il canto di lode, la glorificazione di Dio, per questo splendido disegno di comunione e di salvezza. É una lode liturgica che arriva a Dio per mezzo di Gesù Cristo, colui per mezzo del quale la Parola si è pienamente rivelata.
Vangelo: Luca 1,26-38
Il nostro cammino di Avvento termina con la narrazione dell'annuncio a Maria. Come si sa, Marco non dedica nemmeno una riga alle vicende legate all'incarnazione e alla nascita di Gesù, quindi la liturgia per accompagnare in modo coerente l'itinerario dell'Avvento è costretta a prendere a prestito una pagina dal vangelo di Luca. L'annuncio a Maria è inserito nei capitoli 1 e 2 di Luca, tutti dedicati ai fatti legati alla nascita e all'infanzia di Giovanni Battista e di Gesù, in un clima che si ispira all'Antico Testamento e alle profezie riguardanti il Messia.
26. Ora, nel mese sesto, l'angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, il cui nome Nazaret,
Questo brano inizia con un'informazione che lo lega all'episodio precedente, che racconta del concepimento di Giovanni Battista. Il sesto mese è dunque quello della gravidanza di Elisabetta. Anche a Maria, come a Zaccaria, viene mandato l'angelo Gabriele: continua il parallelismo tra Giovanni e Gesù. Gabriele è il messaggero dell'evento escatologico (cf. Dn 8,16; 9,21): egli apre il tempo del compimento delle promesse divine. Rispetto al racconto dell'apparizione di Gabriele a Zaccaria cambia lo scenario: non più il tempio di Gerusalemme, nel contesto liturgico-cultuale, ma un'insignificante borgata, Nazaret, localizzata nella semi-pagana Galilea; un villaggio che non gode di buona fama (cf. Gv 1,46) e totalmente ignorato dall'Antico Testamento. Comunque Luca lo chiama "città", come altre località circostanti, forse perché i villaggi della Galilea sono stati i luoghi privilegiati della predicazione di Gesù.
27. a una vergine, che era promessa sposa a un uomo, il cui nome Giuseppe, della casa di David, e il nome della vergine (era) Maria.
L'angelo si rivolge a una vergine. Luca vuole proprio intendere una ragazza che non ha avuto rapporti sessuali con un uomo. É l'unica notizia che ci dà su Maria, oltre al fatto che era fidanzata o promessa sposa, secondo le usanze ebraiche, che lasciavano passare un anno dalla stipulazione ufficiale del matrimonio alla sua effettiva celebrazione. Sempre stando alle usanze del tempo, Maria doveva avere tra i 12 e i 13 anni d'età. Conosciamo il nome dello sposo e la sua appartenenza alla casa di Davide, quindi il bambino sarà legalmente discendente di Davide (importante è la discendenza maschile): è «legalmente» il Messia. Di Maria si dice solo il nome e non la discendenza. Era un nome molto diffuso al tempo (abbiamo anche Maria di Magdala, Maria di Cleofa...). Forse era di moda perché una delle mogli del re di allora si chiamava Mariamme.
28. Ed entrato da lei, disse: «Gioisci, piena di grazia, il Signore (è) con te!».
La prima parola dell'angelo (chaire) è un'espressione di saluto abituale in lingua greca: salve, buongiorno! Ha anche il significato di "Gioisci, rallegrati" e così è stata tradotta nella versione italiana. Chaire nella Bibbia greca, a parte un'eccezione, viene sempre rivolta alla Figlia di Sion, (quartiere di Gerusalemme, che indica quindi la città tutta) per invitarla a rallegrasi del fatto che il Signore è con lei. Può esserci un'identificazione tra Maria e la Figlia di Sion.
La seconda parola (kecharitomene) è di difficile traduzione. Può essere resa con piena di grazia, intendendo come grazia la bellezza, il favore, la benevolenza. Maria è amata da Dio.
"Il Signore è con te" è una promessa di aiuto molto frequente nell'Antico Testamento, quando si tratta di una missione importante, per assicurare la protezione di Dio in colui che sta per compiere tale missione. Luca pone Maria tra coloro che nella storia di Israele sono stati chiamati a un incarico speciale.
29. Ma ella si turbò per la parola, e ragionava che cosa fosse questo saluto. 30. E l'angelo le disse: «Non temere, Maria, infatti hai trovato grazia presso Dio. 31. Ed ecco, concepirai nel grembo e partorirai un figlio, e chiamerai il suo nome (Is 7,14) Gesù.
Maria rimane turbata alla "parola" dell'angelo e non capisce cosa significhi il saluto. Questo permette all'evangelista di introdurre la seconda parte del discorso di Gabriele. L'angelo può dire così per quale motivo Maria è piena di grazia. Maria ha trovato il favore di Dio, in vista di un evento meraviglioso che sta per accadere: la maternità verginale. Il versetto 31 è ricalcato da Is 7,14, la profezia del figlio che sarebbe nato al re Acaz. Lo stesso riferimento si ritrova anche nel racconto del concepimento di Gesù datoci da Matteo (1,23). É un segno dell'importanza che questo testo profetico era già stato applicato a Gesù dalla tradizione della Chiesa primitiva.
32. Egli sarà grande e sarà chiamato Figlio dell'Altissimo, e il Signore Dio gli darà il trono di David, suo padre, 33. e regnerà sulla casa di Giacobbe per i secoli (Is 9,6; 2Sam 7,8-16) e il suo regno non avrà fine».
In questi versetti abbiamo la descrizione del nascituro. Egli sarà grande in senso assoluto, una realtà che i salmi affermano solo di Dio. Questa grandezza di Gesù sta nell'essere figlio dell'Altissimo, nel ricevere da Dio di essere il pieno compimento delle attese di Israele. Emerge poi il tema della messianicità davidica di Gesù: egli porta a compimento l'aspettativa giudaica di un re ideale, discendente di Davide. Luca riprende espressioni della profezia di Natan. Interessante notare che però l'ordine dei titoli viene ripreso al contrario. Per Natan il figlio atteso è figlio di Dio perché è re. Gesù è re perché è figlio dell'Altissimo, la sua regalità viene radicata nel suo rapporto privilegiato con Dio che egli possiede sin dalla nascita e non avrà mai fine.
34. Ma Maria disse all'angelo: «Come sarà questo, poiché non conosco uomo?». 35. E l'angelo, rispondendo, le disse: «Lo spirito Santo verrà su di te, e la potenza dell'Altissimo ti coprirà con la sua ombra; e perciò il nascente santo sarà chiamato Figlio di Dio.
La domanda di Maria serve a sottolineare il dato tradizionale della concezione verginale di Gesù. L'angelo spiega a Maria, ma soprattutto a noi come è avvenuto il concepimento di Gesù e ci apre a una comprensione più profonda delle prerogative di Gesù stesso. Non si tratta dell'unione sessuale tra una donna e una divinità, come poteva essere raccontato nei miti greci. Lo Spirito Santo in Maria è una potenza creatrice. É lo Spirito fonte di vita, che aleggiava sulle acque (Gn 1,2), lo Spirito atteso per i tempi finali e che rinnova tutto, dato alla Chiesa il giorno di Pentecoste, ma già operante nella vita pubblica di Gesù, lo Spirito opera in Maria il grande intervento divino della salvezza. Lo Spirito copre, adombra come una nube. É la nube della Trasfigurazione (Lc 9,23) è la nube che copriva il santuario segno della presenza di Jahvè in mezzo al suo popolo (Es 40,35).
Gesù nascerà santo, nella santità che si addice a Dio solo, e per questo motivo sarà chiamato Figlio di Dio, sarà riconosciuto come tale. Luca si fa portavoce di ciò che la comunità cristiana aveva accolto a riguardo della figura di Gesù: lo aveva riconosciuto come il Messia davidico atteso. Egli era figlio di Dio sia in quanto Messia, sia in forza della novità creatrice con cui era stato generato da una vergine.
36. Ed ecco, Elisabetta, la tua parente, anche lei ha concepito un figlio nella sua vecchiaia, e questo è il mese sesto per lei, (che era) chiamata sterile; 37. poiché nessuna cosa sarà impossibile per Dio (Gn 18,14)».
Maria, a differenza di Zaccaria, non chiede nessun segno, ma l'angelo glielo fornisce: la gravidanza di Elisabetta. In quanto rimasta segreta, questa gravidanza può servire da segno a Maria per confermare la veracità delle parole dell'angelo. La potenza di Dio è all'opera, è il tema di fondo che accomuna l'annunciazione di Maria a quella di Zaccaria. L'insistenza su questa potenza divina lascia supporre che ci fosse un certo scetticismo a proposito del concepimento verginale nella comunità cristiana.
38. Ora, Maria, disse «Ecco la serva del Signore; avvenga a me secondo la tua parola». E l'angelo (se ne) andò da lei.
Il racconto si chiude con le parole di Maria. Ella si dichiara «serva del Signore», un titolo ricco di significato che nella Bibbia è stato dato a molti personaggi, come Abramo, Mosè, Davide, il Servo di Jahwè. Sono persone scelte da Dio, a suo servizio, che hanno svolto un incarico speciale. Questo titolo dice anche la grandezza di Maria. Le seguenti parole "avvenga di me..." sono da leggere nella prospettiva della gioia e del desiderio che davvero si realizzi la parola dell'angelo.
Meditatio
1) Mi è mai capitato di sentirmi pieno/a di grazia, cioè del favore, della benevolenza di Dio? Mi sono mai sentito/a coinvolto/a in una missione che sembrava più grande delle mie forze e delle mie intenzioni? Come è stata la mia reazione?
2) Per quali motivi Maria è stata ricolmata della benedizione del Signore?
3) Cosa significa per me essere "la serva/il servo del Signore"?
Preghiamo
(Colletta della 4a Domenica di Avvento, Anno B)

O Dio, grande e misericordioso, che tra gli umili scegli i tuoi servi per portare a compimento il disegno di salvezza, concedi alla tua Chiesa la fecondità dello Spirito, perché sull'esempio di Maria accolga il Verbo della vita e si rallegri come madre di una stirpe santa e incorruttibile. Per il nostro Signore Gesù Cristo...

 

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