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TESTO Una rondine fa passepartout

don Carlo Occelli  

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II Domenica di Pasqua (Anno A) (01/05/2011)

Vangelo: Gv 20,19-31 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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19La sera di quel giorno, il primo della settimana, mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano i discepoli per timore dei Giudei, venne Gesù, stette in mezzo e disse loro: «Pace a voi!». 20Detto questo, mostrò loro le mani e il fianco. E i discepoli gioirono al vedere il Signore. 21Gesù disse loro di nuovo: «Pace a voi! Come il Padre ha mandato me, anche io mando voi». 22Detto questo, soffiò e disse loro: «Ricevete lo Spirito Santo. 23A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati; a coloro a cui non perdonerete, non saranno perdonati».

24Tommaso, uno dei Dodici, chiamato Dìdimo, non era con loro quando venne Gesù. 25Gli dicevano gli altri discepoli: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, io non credo».

26Otto giorni dopo i discepoli erano di nuovo in casa e c’era con loro anche Tommaso. Venne Gesù, a porte chiuse, stette in mezzo e disse: «Pace a voi!». 27Poi disse a Tommaso: «Metti qui il tuo dito e guarda le mie mani; tendi la tua mano e mettila nel mio fianco; e non essere incredulo, ma credente!». 28Gli rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!».

30Gesù, in presenza dei suoi discepoli, fece molti altri segni che non sono stati scritti in questo libro. 31Ma questi sono stati scritti perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio, e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Una rondine non fa primavera. La inizia però, le dà l'avvio.

È così per questa primavera che ancora combatte gli ultimi sussulti dell'inverno. È così per il nostro cammino di pasqua, conversione alla gioia della risurrezione: un inizio. Si va cercando il senso di questa nostra vita, come sempre.

Ma è così faticoso lasciarsi alle spalle le paure! Queste benedette paure che ci tengono inchiodati alla tomba vuota, al nostro passato fermo, al giardino del getsemani, alla terra arida e secca. Paure che non ci negano la vista dei germogli, paure che ci spingono a concentrarci sulle nostre brutture, che ci svuotano il tempo impoverendoci della vita.
Ma è Pasqua amici!

Cristo è risorto, la notte è stata attraversata dalla Vita, piedi trascinanti e stanchi hanno mutato movimento e hanno cominciato a correre, qualcuno ha osato attraversare la soglia della tomba, altri hanno iniziato a credere e a camminare e a correre dopo aver visto dei teli e un sudario. E la tenebra ha ceduto, stremata e perdente, il passo alla luce. Nella notte ancora sono parse le stelle. Nessuno ci avrebbe più creduto. L'aurora è stata svegliata e bella come non mai ha baciato questo mondo con la sua luce.

Evviva questo fermento!

La sera di quello stesso giorno in cui i piedi di Maria di Magdala, e poi di Pietro e dell'altro discepolo, hanno cominciato a correre, si ritrovano i discepoli nel cenacolo.

A porte chiuse. Per paura dei giudei. Tornata la notte, sparite le stelle.

Chissà che facevano li dentro. E perché questa paura? Non capite che Cristo è risorto?

Potrei condannare quella chiusura? Potrei facilmente giudicare come non credente quella paura?

Non potrei, per il semplice fatto di ritrovarmici appieno in quella scena.

Sì, vi voglio un bene da morire a voi discepoli che faticate a credere nel risorto, Dio benedica gli evangelisti che non hanno omesso questi deliziosi dettagli. Avevano paura. Erano ancora spaesati. Le porte sprangate.

In quel cenacolo ci sono anche i miei chiavistelli, le mie porte blindate, il mio cuore incatenato. Ogni porta un luchetto, ogni anta un catenaccio. Ci siamo noi chiesa con le porte sprangate, con paure vecchie e nuove, con l'ennesima tentazione di ritrovarci nel cenacolo per piangere su noi stessi e crogiolarsi nelle nostre sofferenze.

Alla fine non è dei giudei che hanno paura, i discepoli. Non credo. Hanno paura di Dio, di quel Dio che osa la libertà. Di quel Gesù sparito dalla tomba senza lasciare scritte due parole, due indicazioni, chessò: "Cissivede a mezzanotte al campo degli ulivi". O per lo meno "Spargete la voce che sono risorto". Niente.

E così, ognuno inchiodato alla sua paura, ce ne stiamo lì. Senza dire parole, senza comunicare parola.

Ancora nella notte, ancora quando i nostri occhi si stanno per chiudere, eccolo. Inaspettato come la prima rondine di primavera.
Venne Gesù, stette in mezzo a loro e disse pace a voi.

Gesù viene e si mette in mezzo. Bellissimo. Ha sempre avuto questa abitudine di mettersi in mezzo. Né sopra né sotto, non semplicemente davanti o dietro. In mezzo.

In mezzo alle paure, in mezzo alle notti. In mezzo ai cenacoli chiusi, in mezzo alle comunità divise. E pronuncia quelle parole che sono come una chiave passepartout. La prima volta che vede il gruppo dei fantastici timorosi, quelli che una settimana prima erano pronti a morire per lui ed ora se ne stanno rinchiusi.

Voglio dire, almeno due parole, una battutina sulla scorsa settimana la si potrebbe anche fare. No, pace a voi. Perché è Gesù stesso ad essere una chiave passepartout. Una chiave che apre soltanto però. Non chiude mai, non ci sono parole e gesti in Gesù che chiudano porte. Lui apre solamente, apre i lucchetti, scioglie i nodi, dissipa le paure, spezza le catene, scardina i chiavistelli, sblocca le mandate, manda in tilt le blindature. D'un tratto ci ritroviamo in una stanza dove circola aria fresca, soffia il vento leggero che ci inonda di profumi primaverili, tutti insieme danziamo la pace regalata dal Maestro.

Ah, Gesù risorto come passepartout, come chiave per aprire questa mia benedetta vita, ed uscire oltre la soglia della tomba. Come parola che apre il mio di cuore. Come pace che entra dentro di me, purifica il campo di battaglia curando le ferite.

Da solo non ce la farei, ma c'è quello Spirito che il Risorto alita dentro. Quello Spirito è il mio respiro, quello Spirito è la nostra vita amici!

Allora la vita risorge e non si può fermare. Perché, abitati dalla pace, la nostra gioia diventa contagiosa. Una volta che l'accogli già inizi a raccontarla, non la si può tacere.

Sapremo andarcene in gironzola in questa settimana coniugando parole di pace? Sapremo andare all'altro con questo saluto negli occhi e nel cuore, oltre che sulle labbra?
Pace a voi!

È Pasqua, coraggio amici! Lasciamo che la Pace di Cristo spalanchi le nostre porte.

Proprio in questa domenica mi pare una coincidenza significativa la beatificazione di Giovanni Paolo II. Sempre ci portiamo in cuore le parole di questo papa che ha gridato al mondo di aprire, spalancare le porte a Cristo.
Avanti testimoni del risorto.

Avanti con parole e gesti che aprano, senza chiudere.

Esco dal cenacolo, anche questa notte sta per finire cedendo il passo all'aurora.
Anche in questa notte son rinate le stelle.
Una rondine solitaria annuncia l'arrivo del nuovo giorno.

Una rondine non fa primavera, ma ne è passepartout, è un bellissimo inizio che apre al futuro.
Ogni domenica, ogni Eucaristia è questo inizio di primavera.

Gesù come passepartout! Allora ce ne andremo danzando questa nuova settimana, raccontando la Pace nella fantasia delle nostre libertà!

 

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