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TESTO Il mangiare non annulla, ma trasforma le energie

don Luciano Sanvito

Santissimo Corpo e Sangue di Cristo (Anno A)

Vangelo: Gv 6,51-58 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 6,51-58

51Io sono il pane vivo, disceso dal cielo. Se uno mangia di questo pane vivrà in eterno e il pane che io darò è la mia carne per la vita del mondo».

52Allora i Giudei si misero a discutere aspramente fra loro: «Come può costui darci la sua carne da mangiare?». 53Gesù disse loro: «In verità, in verità io vi dico: se non mangiate la carne del Figlio dell’uomo e non bevete il suo sangue, non avete in voi la vita. 54Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue ha la vita eterna e io lo risusciterò nell’ultimo giorno. 55Perché la mia carne è vero cibo e il mio sangue vera bevanda. 56Chi mangia la mia carne e beve il mio sangue rimane in me e io in lui. 57Come il Padre, che ha la vita, ha mandato me e io vivo per il Padre, così anche colui che mangia me vivrà per me. 58Questo è il pane disceso dal cielo; non è come quello che mangiarono i padri e morirono. Chi mangia questo pane vivrà in eterno».

In questo apparente annullamento e disfacimento del corpo esteriore, e nel prosciugarsi del sangue, ecco riapparire in modo nuovo e universale l'energia del mondo: di quello umano, di quello divino, di quello di ogni realtà in cammino nel procedere della storia.

Ciò che sembra perdersi si va recuperando e rifacendo in modo nuovo; quello che spariva nel nulla, diventa un nulla da cui parte ogni cosa, una specie di base di lancio pura e chiara, dove la spinta della potenza energetica può avvenire nel modo migliore e nella traiettoria ottimale, che rende la velocità assimilabile al tempo atomico del presente.

Nella parzialità del cibo mangiato, nella goccia del sangue versato, avviene l'analisi piena e perfetta, che fa ripartire ogni realtà secondo il cammino della Buona Volontà Universale.

In essa, tutto è riassunto; ad essa tutto è orientato, attraverso di essa tutto quanto viene riespresso, in modo nuovo, mirabile e sorprendente, al di là di ogni attesa.

E tutto questo attraverso un po' di pane, e un po' di vino.

Semplici segni della parzialità dell'umano, ma anche semplici segni della potenzialità del divino, che non schiva mai la storia, ma la trapassa e oltrepassa, facendo del segno un filtro, una garanzia, un ponte e un abbraccio, in quella Allenza nuova che solo l'accoglienza del dato permette di poter realizzare ancora.

Una metamorfosi dell'energia umana, sublimata in potenza, prima, e poi in atto divino, di fede, di speranza e di amore che pervade la storia, quasi come un profumo, e la unge quasi fosse un unguento, e la conserva come fosse la mirra.

In questo morire del pane e del vino nell'umano, l'umano rinasce al divino eterno.

Pane e vino si trasformano nell'oro e nell'incenso del mondo, per il rinascere oggi.

 

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