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TESTO Una porta sempre aperta

don Luciano Sanvito

IV Domenica di Pasqua (Anno A) (15/05/2011)

Vangelo: Gv 10,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 10,1-10

1«In verità, in verità io vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore dalla porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante. 2Chi invece entra dalla porta, è pastore delle pecore. 3Il guardiano gli apre e le pecore ascoltano la sua voce: egli chiama le sue pecore, ciascuna per nome, e le conduce fuori. 4E quando ha spinto fuori tutte le sue pecore, cammina davanti a esse, e le pecore lo seguono perché conoscono la sua voce. 5Un estraneo invece non lo seguiranno, ma fuggiranno via da lui, perché non conoscono la voce degli estranei». 6Gesù disse loro questa similitudine, ma essi non capirono di che cosa parlava loro.

7Allora Gesù disse loro di nuovo: «In verità, in verità io vi dico: io sono la porta delle pecore. 8Tutti coloro che sono venuti prima di me, sono ladri e briganti; ma le pecore non li hanno ascoltati. 9Io sono la porta: se uno entra attraverso di me, sarà salvato; entrerà e uscirà e troverà pascolo. 10Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza.

In un mondo che chiude sempre più le porte, anche la persona chiude se stessa, riducendo le proprie attitudini, chiudendosi in se stessa, morendo sempre più nelle proprie chiusure.

C'è l'urgenza di rivalutare questa "porta aperta" dove ognuno può "andare e venire", e "trovare pascolo" e fiducia nelle realtà del proprio e altrui mondo.

Questo scorrere dentro e fuori indica, attraverso l'immagine della "porta delle pecore", una vitalità sempre nuova e sempre più rinnovante.

Indica anche una nuova capacità per la persona: discernere chi e che cosa è bene e male per sè e per tutti.

Diventa un entrare e un uscire dal "gregge", sì, ma sempre attraverso il vaglio, il filtro e la garanzia della "porta", senza la quale ci sarebbe dispersione.

Invece, ecco la comunità umana, che si rende sempre più forte, coesa, sana, avveduta e aperta in se stessa e fuori da se stessa.

Rendere il mondo una comunità aperta è il compito di chi accoglie questa proposta di Verità, ricordando che questa missione nasce e rinasce sempre da un dono: quello della "porta" che porta dentro e fuori lo scambio della linfa vitale e comunicante la vita.

Dietro questa immagine c'è, al di là del senso dell'apertura e del farsi della comunità umana rivestita da uno Spirito nuovo, anche un'altra dimensione: quella della porta che scompare in se stessa, per far apparire il meglio di chi entra e di chi esce da essa.

L'aprirsi di questa "porta" è un farsi indietro, aprendosi all'altro, all'umano, per farlo scorrere nell'universo.

E' LA LOGICA DELLA VERITA', CHE APRENDOSI FA VIVERE L'UNIVERSALITA'

 

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