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TESTO Davvero costui era Figlio di Dio

mons. Gianfranco Poma

Domenica delle Palme (Anno A) (17/04/2011)

Vangelo: Mt 26,14- 27,66 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 14uno dei Dodici, chiamato Giuda Iscariota, andò dai capi dei sacerdoti 15e disse: «Quanto volete darmi perché io ve lo consegni?». E quelli gli fissarono trenta monete d’argento. 16Da quel momento cercava l’occasione propizia per consegnarlo.

17Il primo giorno degli Azzimi, i discepoli si avvicinarono a Gesù e gli dissero: «Dove vuoi che prepariamo per te, perché tu possa mangiare la Pasqua?». 18Ed egli rispose: «Andate in città da un tale e ditegli: “Il Maestro dice: Il mio tempo è vicino; farò la Pasqua da te con i miei discepoli”». 19I discepoli fecero come aveva loro ordinato Gesù, e prepararono la Pasqua.

20Venuta la sera, si mise a tavola con i Dodici. 21Mentre mangiavano, disse: «In verità io vi dico: uno di voi mi tradirà». 22Ed essi, profondamente rattristati, cominciarono ciascuno a domandargli: «Sono forse io, Signore?». 23Ed egli rispose: «Colui che ha messo con me la mano nel piatto, è quello che mi tradirà. 24Il Figlio dell’uomo se ne va, come sta scritto di lui; ma guai a quell’uomo dal quale il Figlio dell’uomo viene tradito! Meglio per quell’uomo se non fosse mai nato!». 25Giuda, il traditore, disse: «Rabbì, sono forse io?». Gli rispose: «Tu l’hai detto».

26Ora, mentre mangiavano, Gesù prese il pane, recitò la benedizione, lo spezzò e, mentre lo dava ai discepoli, disse: «Prendete, mangiate: questo è il mio corpo». 27Poi prese il calice, rese grazie e lo diede loro, dicendo: «Bevetene tutti, 28perché questo è il mio sangue dell’alleanza, che è versato per molti per il perdono dei peccati. 29Io vi dico che d’ora in poi non berrò di questo frutto della vite fino al giorno in cui lo berrò nuovo con voi, nel regno del Padre mio».

30Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. 31Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti:

Percuoterò il pastore

e saranno disperse le pecore del gregge.

32Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». 33Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». 34Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». 35Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.

36Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». 37E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. 38E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». 39Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». 40Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. E disse a Pietro: «Così, non siete stati capaci di vegliare con me una sola ora? 41Vegliate e pregate, per non entrare in tentazione. Lo spirito è pronto, ma la carne è debole». 42Si allontanò una seconda volta e pregò dicendo: «Padre mio, se questo calice non può passare via senza che io lo beva, si compia la tua volontà». 43Poi venne e li trovò di nuovo addormentati, perché i loro occhi si erano fatti pesanti. 44Li lasciò, si allontanò di nuovo e pregò per la terza volta, ripetendo le stesse parole. 45Poi si avvicinò ai discepoli e disse loro: «Dormite pure e riposatevi! Ecco, l’ora è vicina e il Figlio dell’uomo viene consegnato in mano ai peccatori. 46Alzatevi, andiamo! Ecco, colui che mi tradisce è vicino».

47Mentre ancora egli parlava, ecco arrivare Giuda, uno dei Dodici, e con lui una grande folla con spade e bastoni, mandata dai capi dei sacerdoti e dagli anziani del popolo. 48Il traditore aveva dato loro un segno, dicendo: «Quello che bacerò, è lui; arrestatelo!». 49Subito si avvicinò a Gesù e disse: «Salve, Rabbì!». E lo baciò. 50E Gesù gli disse: «Amico, per questo sei qui!». Allora si fecero avanti, misero le mani addosso a Gesù e lo arrestarono. 51Ed ecco, uno di quelli che erano con Gesù impugnò la spada, la estrasse e colpì il servo del sommo sacerdote, staccandogli un orecchio. 52Allora Gesù gli disse: «Rimetti la tua spada al suo posto, perché tutti quelli che prendono la spada, di spada moriranno. 53O credi che io non possa pregare il Padre mio, che metterebbe subito a mia disposizione più di dodici legioni di angeli? 54Ma allora come si compirebbero le Scritture, secondo le quali così deve avvenire?». 55In quello stesso momento Gesù disse alla folla: «Come se fossi un ladro siete venuti a prendermi con spade e bastoni. Ogni giorno sedevo nel tempio a insegnare, e non mi avete arrestato. 56Ma tutto questo è avvenuto perché si compissero le Scritture dei profeti». Allora tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono.

57Quelli che avevano arrestato Gesù lo condussero dal sommo sacerdote Caifa, presso il quale si erano riuniti gli scribi e gli anziani. 58Pietro intanto lo aveva seguito, da lontano, fino al palazzo del sommo sacerdote; entrò e stava seduto fra i servi, per vedere come sarebbe andata a finire.

59I capi dei sacerdoti e tutto il sinedrio cercavano una falsa testimonianza contro Gesù, per metterlo a morte; 60ma non la trovarono, sebbene si fossero presentati molti falsi testimoni. Finalmente se ne presentarono due, 61che affermarono: «Costui ha dichiarato: “Posso distruggere il tempio di Dio e ricostruirlo in tre giorni”». 62Il sommo sacerdote si alzò e gli disse: «Non rispondi nulla? Che cosa testimoniano costoro contro di te?». 63Ma Gesù taceva. Allora il sommo sacerdote gli disse: «Ti scongiuro, per il Dio vivente, di dirci se sei tu il Cristo, il Figlio di Dio». 64«Tu l’hai detto – gli rispose Gesù –; anzi io vi dico:

d’ora innanzi vedrete il Figlio dell’uomo

seduto alla destra della Potenza

e venire sulle nubi del cielo».

65Allora il sommo sacerdote si stracciò le vesti dicendo: «Ha bestemmiato! Che bisogno abbiamo ancora di testimoni? Ecco, ora avete udito la bestemmia; 66che ve ne pare?». E quelli risposero: «È reo di morte!».

67Allora gli sputarono in faccia e lo percossero; altri lo schiaffeggiarono, 68dicendo: «Fa’ il profeta per noi, Cristo! Chi è che ti ha colpito?».

69Pietro intanto se ne stava seduto fuori, nel cortile. Una giovane serva gli si avvicinò e disse: «Anche tu eri con Gesù, il Galileo!». 70Ma egli negò davanti a tutti dicendo: «Non capisco che cosa dici». 71Mentre usciva verso l’atrio, lo vide un’altra serva e disse ai presenti: «Costui era con Gesù, il Nazareno». 72Ma egli negò di nuovo, giurando: «Non conosco quell’uomo!». 73Dopo un poco, i presenti si avvicinarono e dissero a Pietro: «È vero, anche tu sei uno di loro: infatti il tuo accento ti tradisce!». 74Allora egli cominciò a imprecare e a giurare: «Non conosco quell’uomo!». E subito un gallo cantò. 75E Pietro si ricordò della parola di Gesù, che aveva detto: «Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». E, uscito fuori, pianse amaramente.

1Venuto il mattino, tutti i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo tennero consiglio contro Gesù per farlo morire. 2Poi lo misero in catene, lo condussero via e lo consegnarono al governatore Pilato.

3Allora Giuda – colui che lo tradì –, vedendo che Gesù era stato condannato, preso dal rimorso, riportò le trenta monete d’argento ai capi dei sacerdoti e agli anziani, 4dicendo: «Ho peccato, perché ho tradito sangue innocente». Ma quelli dissero: «A noi che importa? Pensaci tu!». 5Egli allora, gettate le monete d’argento nel tempio, si allontanò e andò a impiccarsi. 6I capi dei sacerdoti, raccolte le monete, dissero: «Non è lecito metterle nel tesoro, perché sono prezzo di sangue». 7Tenuto consiglio, comprarono con esse il «Campo del vasaio» per la sepoltura degli stranieri. 8Perciò quel campo fu chiamato «Campo di sangue» fino al giorno d’oggi. 9Allora si compì quanto era stato detto per mezzo del profeta Geremia: E presero trenta monete d’argento, il prezzo di colui che a tal prezzo fu valutato dai figli d’Israele, 10e le diedero per il campo del vasaio, come mi aveva ordinato il Signore.

11Gesù intanto comparve davanti al governatore, e il governatore lo interrogò dicendo: «Sei tu il re dei Giudei?». Gesù rispose: «Tu lo dici». 12E mentre i capi dei sacerdoti e gli anziani lo accusavano, non rispose nulla. 13Allora Pilato gli disse: «Non senti quante testimonianze portano contro di te?». 14Ma non gli rispose neanche una parola, tanto che il governatore rimase assai stupito.

15A ogni festa, il governatore era solito rimettere in libertà per la folla un carcerato, a loro scelta. 16In quel momento avevano un carcerato famoso, di nome Barabba. 17Perciò, alla gente che si era radunata, Pilato disse: «Chi volete che io rimetta in libertà per voi: Barabba o Gesù, chiamato Cristo?». 18Sapeva bene infatti che glielo avevano consegnato per invidia.

19Mentre egli sedeva in tribunale, sua moglie gli mandò a dire: «Non avere a che fare con quel giusto, perché oggi, in sogno, sono stata molto turbata per causa sua».

20Ma i capi dei sacerdoti e gli anziani persuasero la folla a chiedere Barabba e a far morire Gesù. 21Allora il governatore domandò loro: «Di questi due, chi volete che io rimetta in libertà per voi?». Quelli risposero: «Barabba!». 22Chiese loro Pilato: «Ma allora, che farò di Gesù, chiamato Cristo?». Tutti risposero: «Sia crocifisso!». 23Ed egli disse: «Ma che male ha fatto?». Essi allora gridavano più forte: «Sia crocifisso!».

24Pilato, visto che non otteneva nulla, anzi che il tumulto aumentava, prese dell’acqua e si lavò le mani davanti alla folla, dicendo: «Non sono responsabile di questo sangue. Pensateci voi!». 25E tutto il popolo rispose: «Il suo sangue ricada su di noi e sui nostri figli». 26Allora rimise in libertà per loro Barabba e, dopo aver fatto flagellare Gesù, lo consegnò perché fosse crocifisso.

27Allora i soldati del governatore condussero Gesù nel pretorio e gli radunarono attorno tutta la truppa. 28Lo spogliarono, gli fecero indossare un mantello scarlatto, 29intrecciarono una corona di spine, gliela posero sul capo e gli misero una canna nella mano destra. Poi, inginocchiandosi davanti a lui, lo deridevano: «Salve, re dei Giudei!». 30Sputandogli addosso, gli tolsero di mano la canna e lo percuotevano sul capo. 31Dopo averlo deriso, lo spogliarono del mantello e gli rimisero le sue vesti, poi lo condussero via per crocifiggerlo.

32Mentre uscivano, incontrarono un uomo di Cirene, chiamato Simone, e lo costrinsero a portare la sua croce.

33Giunti al luogo detto Gòlgota, che significa «Luogo del cranio», 34gli diedero da bere vino mescolato con fiele. Egli lo assaggiò, ma non ne volle bere. 35Dopo averlo crocifisso, si divisero le sue vesti, tirandole a sorte. 36Poi, seduti, gli facevano la guardia. 37Al di sopra del suo capo posero il motivo scritto della sua condanna: «Costui è Gesù, il re dei Giudei». 38Insieme a lui vennero crocifissi due ladroni, uno a destra e uno a sinistra.

39Quelli che passavano di lì lo insultavano, scuotendo il capo 40e dicendo: «Tu, che distruggi il tempio e in tre giorni lo ricostruisci, salva te stesso, se tu sei Figlio di Dio, e scendi dalla croce!». 41Così anche i capi dei sacerdoti, con gli scribi e gli anziani, facendosi beffe di lui dicevano: 42«Ha salvato altri e non può salvare se stesso! È il re d’Israele; scenda ora dalla croce e crederemo in lui. 43Ha confidato in Dio; lo liberi lui, ora, se gli vuol bene. Ha detto infatti: “Sono Figlio di Dio”!». 44Anche i ladroni crocifissi con lui lo insultavano allo stesso modo.

45A mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. 46Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: «Elì, Elì, lemà sabactàni?», che significa: «Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?». 47Udendo questo, alcuni dei presenti dicevano: «Costui chiama Elia». 48E subito uno di loro corse a prendere una spugna, la inzuppò di aceto, la fissò su una canna e gli dava da bere. 49Gli altri dicevano: «Lascia! Vediamo se viene Elia a salvarlo!». 50Ma Gesù di nuovo gridò a gran voce ed emise lo spirito.

51Ed ecco, il velo del tempio si squarciò in due, da cima a fondo, la terra tremò, le rocce si spezzarono, 52i sepolcri si aprirono e molti corpi di santi, che erano morti, risuscitarono. 53Uscendo dai sepolcri, dopo la sua risurrezione, entrarono nella città santa e apparvero a molti.

54Il centurione, e quelli che con lui facevano la guardia a Gesù, alla vista del terremoto e di quello che succedeva, furono presi da grande timore e dicevano: «Davvero costui era Figlio di Dio!».

55Vi erano là anche molte donne, che osservavano da lontano; esse avevano seguito Gesù dalla Galilea per servirlo. 56Tra queste c’erano Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo e di Giuseppe, e la madre dei figli di Zebedeo.

57Venuta la sera, giunse un uomo ricco, di Arimatea, chiamato Giuseppe; anche lui era diventato discepolo di Gesù. 58Questi si presentò a Pilato e chiese il corpo di Gesù. Pilato allora ordinò che gli fosse consegnato. 59Giuseppe prese il corpo, lo avvolse in un lenzuolo pulito 60e lo depose nel suo sepolcro nuovo, che si era fatto scavare nella roccia; rotolata poi una grande pietra all’entrata del sepolcro, se ne andò. 61Lì, sedute di fronte alla tomba, c’erano Maria di Màgdala e l’altra Maria.

62Il giorno seguente, quello dopo la Parasceve, si riunirono presso Pilato i capi dei sacerdoti e i farisei, 63dicendo: «Signore, ci siamo ricordati che quell’impostore, mentre era vivo, disse: “Dopo tre giorni risorgerò”. 64Ordina dunque che la tomba venga vigilata fino al terzo giorno, perché non arrivino i suoi discepoli, lo rubino e poi dicano al popolo: “È risorto dai morti”. Così quest’ultima impostura sarebbe peggiore della prima!». 65Pilato disse loro: «Avete le guardie: andate e assicurate la sorveglianza come meglio credete». 66Essi andarono e, per rendere sicura la tomba, sigillarono la pietra e vi lasciarono le guardie.

Il racconto della Passione di Gesù è il tesoro più prezioso che la Chiesa possieda, che conserva e venera con la più grande cura.

Il Padre Martini, nel ormai lontano settembre del 1977, in un corso di esercizi spirituali da lui guidato, iniziava la meditazione sulla Passione con questa preghiera: "Signore, noi vogliamo guardare Te per conoscere il Padre. Tu ci riveli il Padre dalla croce. Rivela, o Signore, a noi, il mistero della Croce, fa' che non ne abbiamo paura, fa' che in esso conosciamo Dio, conosciamo Te, Figlio del Padre, conosciamo noi stessi, peccatori salvati. Donaci quella particella di intelligenza del mistero della Croce che hai stabilito per ciascuno di noi. Fa' che la nostra vita segua coerente con ciò che Tu ci fai conoscere, e se vuoi farci prima praticare che conoscere, farci prima amare che comprendere, donaci il tuo Spirito attraverso la tua morte e risurrezione gloriosa. Ti adoriamo presente tra noi, vivo, risorto, glorioso nei secoli dei secoli. Amen."

E' così ricco il racconto della Passione di Gesù, così inesauribile il mistero che ci viene annunciato che noi non possiamo che pregare perché il Signore ci doni il suo Spirito che ce ne faccia comprendere almeno una particella. Possiamo percorrere diverse vie nella lettura di queste pagine del Vangelo, ma quella centrale è la via indicata dal P. Martini, quella che guarda alla Passione come all'evento in cui si compie la rivelazione somma del mistero di Dio: si tratta di guardare alla Croce per arrivare alla conoscenza di Lui, per entrare nel mistero trinitario del Padre che ci dona il Figlio, nel mistero della morte di Dio. E' il grande teologo Hans Urs Von Balthasar che ha approfondito teologicamente questo tema, praticamente fermo dal 1500. Entrando nella meditazione della Passione, con tutto ciò che essa significa per noi, egli fa riferimento alla piccola Apocalisse di Isaia (24,17-23): "Terrore, fossa e laccio ti sovrastano, o abitante della terra...Certo barcollerà la terra come un ubriaco, vacillerà come una tenda; peserà su di essa la sua iniquità, cadrà e non si rialzerà. Arrossirà la luna, impallidirà il sole, perché il Signore regna sul monte Sion e in Gerusalemme e davanti ai suoi anziani sarà glorificato". Si sente costretto ad evocare queste parole, il teologo, entrando nel tema più oscuro della storia, la Morte di Dio, ed aggiunge: "Se Dio muore, tutto muore, se la Parola rivelante di Dio ad un certo punto tace, tutto il mondo tace", facendoci capire la drammaticità e la serietà di questa riflessione quando, fatta con estrema verità, implica l'impostazione di tutta la nostra vita.

Von Balthasar inizia il commento teologico al racconto della Passione, ricollegandosi alla domanda che i Padri della Chiesa già si ponevano: "Perché questo sangue è stato versato?". E dopo aver percorso la storia della teologia con le sue diverse risposte, ritorna a porre la Passione al centro, al termine dell'opera di Dio, ma sottolineando con maggiore consapevolezza la difficoltà e la fatica anche teologica di chi vuole indagare il mistero della rivelazione della gloria di Dio nella morte di Cristo. E anche noi ci troviamo di fronte alla Croce e come il centurione del Vangelo, siamo presi dal timore che deriva dall'esperienza del mistero: i due termini che a noi appaiono antitetici, la rivelazione di Dio nell'annientarsi di Dio sono il cuore del mistero.

Come ogni anno, nella settimana santa, la Liturgia continua a leggere per due volte il racconto della Passione, nella domenica delle Palme (uno dei tre sinottici) e il venerdì santo (il Vangelo di Giovanni). All'uomo moderno che pensa di essere cresciuto e di poter bastare a se stesso, di avere strumenti sufficienti per fare a meno di Dio, di avere nelle proprie mani ormai strumenti così potenti da non aver bisogno della potenza di Dio, la Liturgia continua ad offrire il racconto della Passione di Gesù, la rivelazione ultima del volto di Dio che si annienta per noi. L'uomo moderno ritiene di poter fare a meno di Dio: fa a meno del Dio potente che si è costruito con la propria mente. Ma Dio non è così: l'uomo può anche fare a meno di un Dio potente ma non di un Dio che si annienta per lui, che si abbassa, che lo serve, che gli dona tutto nel silenzio, che continua ad amarlo. Di fronte alla Croce di Cristo, l'uomo è messo di fronte al mistero di un Dio che non ostacola, non è geloso della potenza dell'uomo, ma proprio come Dio lo serve e lavando i piedi della sua creatura, si rivela nell'intimo di sé. La Croce di Cristo suscita in noi (e a questo punto ci guida in particolare il Vangelo di Giovanni) il desiderio di una penetrazione amorosa del mistero di Dio che si rivela attraverso il farsi niente, perché l'uomo viva.

E' illuminante per noi l'esperienza della Passione di Gesù vissuta da Pietro: Pietro aveva seguito Gesù con entusiasmo, per lui avrebbe donato la vita. Pietro amava Gesù. Quando inizia il dramma della Passione, dice Matteo (26,56) "tutti i discepoli lo abbandonarono e fuggirono". Ma Pietro lo aveva seguito da lontano (26,58): lui amava Gesù, ma ora è confuso, non sa più chi è Gesù e ha perso anche la sicurezza per se stesso. Non ha il coraggio di seguire Gesù ma neanche lo vuole abbandonare: è ormai in pieno smarrimento. Alla donna che lo interroga ripetutamente risponde imprecando e giurando: "Io non conosco quell'uomo". "Ma subito un gallo cantò. E Pietro si ricordò della parola di Gesù: Prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte. E uscito fuori, pianse amaramente". Pietro "si ricordò": ha una percezione nuova della realtà, dunque tutto è secondo il progetto di Dio. Ha una conoscenza nuova di Cristo, di Dio e di se stesso: finalmente si spezza il velo e Pietro incomincia a capire tra le lacrime che Dio si rivela nel Cristo schiaffeggiato, insultato, rinnegato da lui. Pietro, che avrebbe voluto morire per Cristo, comincia a capire che è Cristo che muore per lui: comincia a capire quello che per tutta la vita non aveva capito, che Dio gli vuole donare la vita, l'amore, che lui invece respinge.

Il racconto della Passione continua a mostrarci la debolezza di Dio, la sua vulnerabilità. Matteo ci mostra la reazione di tutti coloro che passano sotto la Croce e insultano Gesù e ci conduce al momento della sua morte. "Verso mezzogiorno si fece buio su tutta la terra, fino alle tre del pomeriggio. Verso le tre, Gesù gridò a gran voce: Dio mio, Dio mio, perché mi hai abbandonato?". E' misteriosissimo questo ultimo grido che non ha neppure parole: le parole del salmo e tutto ciò che il Vangelo descrive cerca di esprimere l'indicibile. Di fronte alla morte di Gesù non c'è che il silenzio, che ha delle risonanze cosmiche che nella fede diventano significative. Il velo del tempio si spezza, la terra trema, si spezzano le pietre... Il centurione e quelli che erano più vicini cominciano a dire: Davvero quest'uomo era Figlio di Dio. Nella maniera più lontana da quello che ci saremmo aspettato, si manifesta il paradosso di Dio. Quelli che hanno avuto il coraggio di guardare la fragilità, la vulnerabilità di Gesù, hanno visto cadere tutti i pregiudizi, anche teologici, con cui avevano pensano a Dio, al suo modo di agire...Tutte le riserve mentali si sono dissolte a contatto con la sguarnita verità con cui Dio si è manifestato. Se abbiamo il coraggio di fare il passo che ci tiene lontani dalla Croce, di superare il cerchio di coloro che gridano, giudicano, e di lasciare che il suo amore faccia cadere il muro di paura, superbia, ipocrisia con cui rimaniamo chiusi nella nostra fragilissima potenza, allora cade la nostra antica conoscenza di Dio, la sua intangibilità, l'alterità assoluta, l'inaccessibilità: in Cristo debole, povero, vulnerabile, Dio può entrare nel cuore di ognuno di noi e diventare l'esperienza che ci cambia.

 

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