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TESTO Aprire gli occhi!

don Carlo Occelli  

IV Domenica di Quaresima - Laetare (Anno A) (03/04/2011)

Vangelo: Gv 3,14-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Gv 9,1-41

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita 2e i suoi discepoli lo interrogarono: «Rabbì, chi ha peccato, lui o i suoi genitori, perché sia nato cieco?». 3Rispose Gesù: «Né lui ha peccato né i suoi genitori, ma è perché in lui siano manifestate le opere di Dio. 4Bisogna che noi compiamo le opere di colui che mi ha mandato finché è giorno; poi viene la notte, quando nessuno può agire. 5Finché io sono nel mondo, sono la luce del mondo». 6Detto questo, sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!». 10Allora gli domandarono: «In che modo ti sono stati aperti gli occhi?». 11Egli rispose: «L’uomo che si chiama Gesù ha fatto del fango, mi ha spalmato gli occhi e mi ha detto: “Va’ a Sìloe e làvati!”. Io sono andato, mi sono lavato e ho acquistato la vista». 12Gli dissero: «Dov’è costui?». Rispose: «Non lo so».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

18Ma i Giudei non credettero di lui che fosse stato cieco e che avesse acquistato la vista, finché non chiamarono i genitori di colui che aveva ricuperato la vista. 19E li interrogarono: «È questo il vostro figlio, che voi dite essere nato cieco? Come mai ora ci vede?». 20I genitori di lui risposero: «Sappiamo che questo è nostro figlio e che è nato cieco; 21ma come ora ci veda non lo sappiamo, e chi gli abbia aperto gli occhi, noi non lo sappiamo. Chiedetelo a lui: ha l’età, parlerà lui di sé». 22Questo dissero i suoi genitori, perché avevano paura dei Giudei; infatti i Giudei avevano già stabilito che, se uno lo avesse riconosciuto come il Cristo, venisse espulso dalla sinagoga. 23Per questo i suoi genitori dissero: «Ha l’età: chiedetelo a lui!».

24Allora chiamarono di nuovo l’uomo che era stato cieco e gli dissero: «Da’ gloria a Dio! Noi sappiamo che quest’uomo è un peccatore». 25Quello rispose: «Se sia un peccatore, non lo so. Una cosa io so: ero cieco e ora ci vedo». 26Allora gli dissero: «Che cosa ti ha fatto? Come ti ha aperto gli occhi?». 27Rispose loro: «Ve l’ho già detto e non avete ascoltato; perché volete udirlo di nuovo? Volete forse diventare anche voi suoi discepoli?». 28Lo insultarono e dissero: «Suo discepolo sei tu! Noi siamo discepoli di Mosè! 29Noi sappiamo che a Mosè ha parlato Dio; ma costui non sappiamo di dove sia». 30Rispose loro quell’uomo: «Proprio questo stupisce: che voi non sapete di dove sia, eppure mi ha aperto gli occhi. 31Sappiamo che Dio non ascolta i peccatori, ma che, se uno onora Dio e fa la sua volontà, egli lo ascolta. 32Da che mondo è mondo, non si è mai sentito dire che uno abbia aperto gli occhi a un cieco nato. 33Se costui non venisse da Dio, non avrebbe potuto far nulla». 34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

39Gesù allora disse: «È per un giudizio che io sono venuto in questo mondo, perché coloro che non vedono, vedano e quelli che vedono, diventino ciechi». 40Alcuni dei farisei che erano con lui udirono queste parole e gli dissero: «Siamo ciechi anche noi?». 41Gesù rispose loro: «Se foste ciechi, non avreste alcun peccato; ma siccome dite: “Noi vediamo”, il vostro peccato rimane».

Forma breve (Gv 9, 1.6-9.13-17.34-38):

In quel tempo, Gesù 1passando, vide un uomo cieco dalla nascita; 6sputò per terra, fece del fango con la saliva, spalmò il fango sugli occhi del cieco 7e gli disse: «Va’ a lavarti nella piscina di Sìloe» – che significa Inviato. Quegli andò, si lavò e tornò che ci vedeva.

8Allora i vicini e quelli che lo avevano visto prima, perché era un mendicante, dicevano: «Non è lui quello che stava seduto a chiedere l’elemosina?». 9Alcuni dicevano: «È lui»; altri dicevano: «No, ma è uno che gli assomiglia». Ed egli diceva: «Sono io!».

13Condussero dai farisei quello che era stato cieco: 14era un sabato, il giorno in cui Gesù aveva fatto del fango e gli aveva aperto gli occhi. 15Anche i farisei dunque gli chiesero di nuovo come aveva acquistato la vista. Ed egli disse loro: «Mi ha messo del fango sugli occhi, mi sono lavato e ci vedo». 16Allora alcuni dei farisei dicevano: «Quest’uomo non viene da Dio, perché non osserva il sabato». Altri invece dicevano: «Come può un peccatore compiere segni di questo genere?». E c’era dissenso tra loro. 17Allora dissero di nuovo al cieco: «Tu, che cosa dici di lui, dal momento che ti ha aperto gli occhi?». Egli rispose: «È un profeta!».

34Gli replicarono: «Sei nato tutto nei peccati e insegni a noi?». E lo cacciarono fuori.

35Gesù seppe che l’avevano cacciato fuori; quando lo trovò, gli disse: «Tu, credi nel Figlio dell’uomo?». 36Egli rispose: «E chi è, Signore, perché io creda in lui?». 37Gli disse Gesù: «Lo hai visto: è colui che parla con te». 38Ed egli disse: «Credo, Signore!». E si prostrò dinanzi a lui.

Dal pozzo di Sicar alla piscina di Siloe. Cambia il luogo ma non il nostro desiderio di entrare nella scena evangelica per ridare sangue vitale al nostro cuore.
Amico, siedi qui accanto a me ed apriamo gli occhi.

Giovanni è un abile costruttore di racconti articolati, profondamente strutturati, aperti a diversi livelli di lettura. Insomma ci vorrebbe ben qualche serata per un vangelo così.

Noi ci accontentiamo di qualche flash. Non possiamo entrare nel brano come se guardessimo un film. Vogliamo però portarci a casa qualche scatto fotografico.

Mi siedo al termine della scalinata che dalla piscina di Siloe conduce al tempio. Di lì posso vedere un po' tutto. C'è posto anche per te. 

Scattiamo la prima foto.
Gesù, passando, vide un uomo cieco dalla nascita.

Accanto, davanti, dietro noi c'è una città in movimento: i giudei stanno vivendo la Festa delle capanne. C'è un continuo andirivieni di gente. Credenti, certo, che fanno memoria della lunga traversata dall'Egitto e delle dimore fatiscenti e semplici sotto le quali si rifugiarono per anni, imparando il sapore della libertà dalla schiavitù. Ma anche mercanti di stoffe e di piccoli animali, di incensi e frutta secca. Gente comune e soldati romani, scribi e farisei, ricchi e straccioni. Gente che urla insieme a gente che prega, c'è poi chi contratta sul prezzo e chi, semplicemente, si saluta. Ma tutti, come trasportati da queste viuzze e budelli, sembrano convenire qui, all'entrata del Tempio.
E Gesù vede un uomo cieco dalla nascita.

Il suo sguardo si posa su di lui, il suo collo si gira ed il suo corpo si ferma. Che sia nella solitudine del pozzo di Giacobbe piuttosto che nella confusione di Gerusalemme c'è qui un Dio che per primo vede.

Ci sono tanti occhi, è vero, e migliaia di pupille si muovono in impercettibili movimenti, ma solo due occhi vedono veramente. Quelli di Gesù. Vedono l'umanità seduta e cieca dalla nascita. Vedono uno che non conta nulla, vedono l'emarginazione, vedono me.

Mi lascio guardare Gesù. Sento il tuo sguardo anche se sono al buio. Sento che sei luce, anche se io sono nelle tenebre. Mi godo qualche minuto di sguardo suo. Con calma. Provaci anche tu.

Secondo scatto.

Gesù sputa per terra, fa del fango con la saliva e unge gli occhi del cieco.

È una nuova creazione quella che compie Gesù con quel gesto: è il cielo di Dio che ancora si impasta con questa terra che siamo noi. Terra arsa assetata di cielo, terra bruna nostalgica d'azzurro.

Perché la creazione non è avvenuta una volta per tutte, ma continua. Ogni volta che lascio cadere una goccia di questa Parola che custodisce in sé la forza creatrice e misteriosa di Cristo, io rinasco. Ce l'ha fatta Nicodemo, ce l'ha fatta la samaritana e persino la donna adultera. E questi benedetti quaranta giorni mi son regalati perché io mi muova e la mia stanca vita si lasci ricreare dall'incontro settimanale con questo folle Gesù! Come forza di primavera che avanza inarrestabile.

La creazione di me stesso avanza, come crosta secca che diventa nuovamente modellabile. E tutti noi, come creta, siamo nelle mani del vasaio.

Metto la mia vita nelle mani di Dio. Quante volte uso quest'espressione con superficialità e leggerezza. Ora ci provo, qui davanti al tempio, seduto in un angolo di mondo che è il mio. Ci provo, cieco come sono, mendicante d'amore: plasma la mia vita, Signore, modella ancora questa terra secca, crea in me uno spirito nuovo, soffia il tuo alito di vita sui miei occhi e nei miei orecchi, sulla mia bocca e nelle mie mani.

Mi godo qualche minuto nelle mani sue. Con calma. Provaci anche tu.

Terzo scatto

Va' a lavarti alla piscina di Siloe, dice a quell'uomo Gesù. E quello ci va. Quello ci va sul serio, ma pensa te. Con del fango negli occhi che gli ha messo su quello stravagante di un rabbino nazareno.

Matto. Ingenuo? Boh, fate un po' voi. Quel cieco si fida, punto e a capo.

Mica crede, comincia a fidarsi. Quel contatto comincia a generare in lui una energia mai sentita prima, una forza che ti mette in piedi, che domanda di alzarti, di smetterla di lamentarti!

Fiducia. Vivaddio! Che nella vita non dovresti dimenticarti che hai mosso i primi passi perché ti sei fidato, e c'è sempre un attimo di follia nella fiducia. Un pochino. La fiducia non è un'assicurazione contro gli infortuni del cuore, ma è l'unica stupenda possibilità che abbiamo per non passare i nostri giorni a roderci il fegato. La paura ti mette all'angolo, la fiducia ti riporta al centro del ring.

Perché il vangelo non è teoria, il vangelo è vita e la vita è fiducia. È dare credito alla stessa vita semplicemente, anche nei momenti in cui sbatteresti la testa contro il muro. La primavera ritorna, fidati.
E che fiducia sia, allora, amico!

Il cieco si fida. Si alza e abbandona davanti al tempio paure e sospetti. Che ti schiacciano, ti accecano sempre più.

E va a lavarsi alla piscina di Siloe, che significa inviato. Che poi l'inviato è Gesù, no? È lui che ci può lavare, lui che ci rende nuovi, lui che ci dona acqua che disseta per la vita intera.

(Quaresima è anche tempo di purificazione, di riconciliazione. Mi fa pensare al sacramento della riconciliazione: oddio se penso a certe confessioni e a come spesso abbiamo ridotto a banalità anche quel miracoloso tuffo in piscina! Amico... se vivrai la confessione, comincia a pensarci in queste settimane, prenditi del tempo lento per abbandonarti con fiducia. Chessò magari in settimana santa, nella tua parrocchia o con l'ultimo prete sconosciuto di una chiesa dimenticata... ma se avverrà, tuffati, lavati purificati! Esci dall'angolo!)

Quarto scatto

La quarta foto è un po' movimentata, difficile da inquadrare bene. Potremmo pensare ad un'aula di tribunale. E due occhi giganti sullo sfondo, che sono quelli del cieco. Spalancati, aperti.

Una volta che il cieco è guarito iniziano i guai. Avanti con gli interrogatori: e prima la folla e poi i farisei, e ancora i giudei che interrogano i genitori e nuovamente il cieco guarito. Insomma un processo in vera regola. Che poi è ciò che accadrà a Gesù. Ma sorvoliamo su questo.

Cogliamo un aspetto veloce: Giovanni ci mostra, un interrogatorio dopo l'altro, che il cieco ha cominciato a vedere la realtà nella sua verità, mentre i vedenti son rimasti accecati.

Quell'uomo diventa indipendente, pensa con la sua testa, non si lascia condizionare dalla pressione della folla o di chi ne sa più di lui. Comincia semplicemente a raccontare quello che ha vissuto, quello che gli è successo. E su questo non fa un passo indietro.
Si dice che la fede è cieca. Ma dove?!

Balle grosse come una montagna. Eh no! La fede non è cieca, non è per nulla irragionevole. La fede è vedere, aprire gli occhi su questo mondo. È parlare, non tacere ciò che si vede! Quell'uomo piano piano si scandalizza: ma come? Proprio voi che siete uomini di chiesa, non credete che Gesù mi abbia guarito?

La fede, amico, genera uomini che pensano, che non si chiudono, che aprono gli occhi!!

Se non abbiamo nulla da raccontare, se viviamo una fede imbavagliata o solo con i nostri amici, significa che non abbiamo incontrato Cristo. Come la samaritana la scorsa settimana. Quando lo incontri, non puoi più tacerlo!

Altro che cristianesimo infagottato. Basta con sogni surgelati e sughi pronti! Eh perbacco, apriamo sti occhi benedetti fratelli e sorelle in Cristo!

Non imbalsamiamo Dio nelle nostre chiese, alimentiamo la libertà della ricerca, il coraggio delle domande buone, l'audacia dei punti interrogativi! Che ci fan discutere, ci fan cercare, muovono la terra che noi siamo. In un bel romanzo che vi consiglio, l'ipotetica moglie di Pilato dice al marito: "Dubitare e credere sono la stessa cosa, Pilato. Solo l'indifferenza è atea".

Apriamo, spalanchiamo gli occhi sul nostro mondo! C'è un sistema nel quale siamo obbligati a vivere, ovattati da tutto ciò che va contro. Meglio non andare contro la legge del sabato, chi sei tu per cambiare le regole del gioco?

È ciò che vorrebbero fare anche nei confronti del cieco, farlo ritrattare. E alla fine lo cacciano fuori.

Quinto scatto.

Il cieco viene buttato fuori, e chi trova fuori? Gesù, il cacciato della storia.

Quell'uomo che si era fidato, che dapprima chiamava Gesù semplicemente uomo e poi come profeta, ora si trova di fronte ad un interrogativo.
Tu credi nel figlio dell'uomo?

E chi è? Chi è il figlio dell'uomo? Chi è Dio? Chi è il Messia?
Quell'uomo non sa la risposta giusta, quella da catechismo.
Ora, però, ha gli occhi per vedere. E allora sì che crede.
Cosa dirai tu oggi?

Sesto scatto

Una cornice bianca. Apri gli occhi e fotografa...

ocio75@mail.com
Invito alla lettura: Il vangelo secondo Pilato
Invito all'ascolto:
Jovanotti: Fango
Giovanni Sollima: Sogno ad occhi aperti

 

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