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TESTO Quella brocca dimenticata

don Carlo Occelli  

III Domenica di Quaresima (Anno A) (27/03/2011)

Vangelo: Gv 4,5-42 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù 5giunse a una città della Samaria chiamata Sicar, vicina al terreno che Giacobbe aveva dato a Giuseppe suo figlio: 6qui c’era un pozzo di Giacobbe. Gesù dunque, affaticato per il viaggio, sedeva presso il pozzo. Era circa mezzogiorno. 7Giunge una donna samaritana ad attingere acqua. Le dice Gesù: «Dammi da bere». 8I suoi discepoli erano andati in città a fare provvista di cibi. 9Allora la donna samaritana gli dice: «Come mai tu, che sei giudeo, chiedi da bere a me, che sono una donna samaritana?». I Giudei infatti non hanno rapporti con i Samaritani. 10Gesù le risponde: «Se tu conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti dice: “Dammi da bere!”, tu avresti chiesto a lui ed egli ti avrebbe dato acqua viva». 11Gli dice la donna: «Signore, non hai un secchio e il pozzo è profondo; da dove prendi dunque quest’acqua viva? 12Sei tu forse più grande del nostro padre Giacobbe, che ci diede il pozzo e ne bevve lui con i suoi figli e il suo bestiame?». 13Gesù le risponde: «Chiunque beve di quest’acqua avrà di nuovo sete; 14ma chi berrà dell’acqua che io gli darò, non avrà più sete in eterno. Anzi, l’acqua che io gli darò diventerà in lui una sorgente d’acqua che zampilla per la vita eterna». 15«Signore – gli dice la donna –, dammi quest’acqua, perché io non abbia più sete e non continui a venire qui ad attingere acqua». 16Le dice: «Va’ a chiamare tuo marito e ritorna qui». 17Gli risponde la donna: «Io non ho marito». Le dice Gesù: «Hai detto bene: “Io non ho marito”. 18Infatti hai avuto cinque mariti e quello che hai ora non è tuo marito; in questo hai detto il vero». 19Gli replica la donna: «Signore, vedo che tu sei un profeta! 20I nostri padri hanno adorato su questo monte; voi invece dite che è a Gerusalemme il luogo in cui bisogna adorare». 21Gesù le dice: «Credimi, donna, viene l’ora in cui né su questo monte né a Gerusalemme adorerete il Padre. 22Voi adorate ciò che non conoscete, noi adoriamo ciò che conosciamo, perché la salvezza viene dai Giudei. 23Ma viene l’ora – ed è questa – in cui i veri adoratori adoreranno il Padre in spirito e verità: così infatti il Padre vuole che siano quelli che lo adorano. 24Dio è spirito, e quelli che lo adorano devono adorare in spirito e verità». 25Gli rispose la donna: «So che deve venire il Messia, chiamato Cristo: quando egli verrà, ci annuncerà ogni cosa». 26Le dice Gesù: «Sono io, che parlo con te».

27In quel momento giunsero i suoi discepoli e si meravigliavano che parlasse con una donna. Nessuno tuttavia disse: «Che cosa cerchi?», o: «Di che cosa parli con lei?». 28La donna intanto lasciò la sua anfora, andò in città e disse alla gente: 29«Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Cristo?». 30Uscirono dalla città e andavano da lui.

31Intanto i discepoli lo pregavano: «Rabbì, mangia». 32Ma egli rispose loro: «Io ho da mangiare un cibo che voi non conoscete». 33E i discepoli si domandavano l’un l’altro: «Qualcuno gli ha forse portato da mangiare?». 34Gesù disse loro: «Il mio cibo è fare la volontà di colui che mi ha mandato e compiere la sua opera. 35Voi non dite forse: “Ancora quattro mesi e poi viene la mietitura”? Ecco, io vi dico: alzate i vostri occhi e guardate i campi che già biondeggiano per la mietitura. 36Chi miete riceve il salario e raccoglie frutto per la vita eterna, perché chi semina gioisca insieme a chi miete. 37In questo infatti si dimostra vero il proverbio: uno semina e l’altro miete. 38Io vi ho mandati a mietere ciò per cui non avete faticato; altri hanno faticato e voi siete subentrati nella loro fatica».

39Molti Samaritani di quella città credettero in lui per la parola della donna, che testimoniava: «Mi ha detto tutto quello che ho fatto». 40E quando i Samaritani giunsero da lui, lo pregavano di rimanere da loro ed egli rimase là due giorni. 41Molti di più credettero per la sua parola 42e alla donna dicevano: «Non è più per i tuoi discorsi che noi crediamo, ma perché noi stessi abbiamo udito e sappiamo che questi è veramente il salvatore del mondo».

Seduto all'ombra di un fico osservo la scena.

Davanti a me lo spiazzo con il pozzo di Giacobbe. È mezzogiorno a Sicar e il caldo asciuga. Il silenzio secco dell'ora sesta è rotto solamente dalle cicale che friniscono, oltre il muricciolo.

È luogo di corteggiamenti, di sguardi e di intese il pozzo. Giacobbe e Rachele, Mosè con la futura moglie Zipporà. Vediamo un po' che accade oggi.

Normalmente le donne ci vengono al mattino presto qui, oppure alla sera.

No, a mezzogiorno no. A meno che si voglia evitare la gente del villaggio. Appunto.

Ma oggi al pozzo c'è il rabbi di Nazareth. Parliamoci chiaro, Gesù sa bene che il pozzo è luogo di corteggiamenti. La Scrittura la conosce il ragazzo!

I casi della vita. Lui se ne arriva stanco dopo il viaggio e ha sete. Ovvio.

Lei non ha per nulla voglia di chiacchierare con le altre donne, e scopriremo il perché, e quindi se ne va al pozzo all'ora in cui è praticamente certa di non trovare nessuno.

Nella vita di tutti i giorni, negli accadimenti casuali della nostra quotidianità, accadono incontri che possono cambiare la vita.

Amico: gusta la quotidianità, gli eventi casuali del tempo. Lì si cela la presenza del Dio della vita. Non che siamo marionette nella mani del Gran burattinaio. Ma no, responsabilmente e continuamente liberi ci ha creati il buon Dio. Non è già scritta la nostra vita. Ma nella sua casualità è presente Lui.

Sì. Incontri per caso quella persona, fai per caso quel discorso, ascolti per caso quella canzone, leggi per caso quel libro... In quel "per caso", amico discepolo, non intravedi anche tu le tracce dello Spirito? Non senti anche tu il profumo Suo?

E dunque inizia il corteggiamento. È Gesù il primo che attacca bottone. Cosa può pensare quella donna se non che le parole di quell'uomo altro non sono che un'avance, un primo approccio per abbordarla?

E non si sbaglia, Gesù la corteggia. Lo sposo corteggia la sposa. Desidera parlarle al cuore.

In un incontro fortuito ecco svelarsi la grandezza di Gesù, uomo innamorato dell'umanità, persino di quell'umanità della Samaria, ritenuta tradizionalmente lontana da Dio.

C'è qui il rapporto di Dio con un popolo che lo ha tradito. C'è qui il rapporto con un uomo, chi se non io?, che lo ha tradito. Possibile che nonostante i miei tradimenti continui ad amarmi come fosse il primo giorno? Possibile che, oltre ogni incomprensione, tu continui a corteggiarmi come la prima volta? Sei folle Gesù!

Dammi da bere. Parole e sguardi di uno che la sa lunga in fatto di corteggiamenti.

Un uomo non avrebbe mai parlato al pozzo ad una donna sconosciuta. Tantomeno un rabbi. Tantomeno un rabbi giudeo ad una donna samaritana.

Ma quel rabbi, di nome, fa Gesù. E non si accontenta di chiedergli in prestito la brocca, di domandare un bicchiere. No, dammi da bere. Dissetami. È diverso. Si capisce.
Ho desiderio di te. Ho sete di te.

Così Gesù si avvicina a me, si tuffa nei miei occhi alla ricerca di me. Siamo discepoli di un Dio che ci cerca, che ha sete di noi e della nostra vita. Ha sete del nostro cuore, lo vuole riempire, inondare del suo amore.
Io abbasso lo sguardo, prendo tempo. Avrò capito bene?

È un po' quello che fa la donna: Perché quest'uomo giudeo chiede da bere a me? Ci prova, vuole sedurmi. Sono tutti uguali questi uomini.

Tutto è incentrato sul dialogo, in crescendo. E nei possibili fraintendimenti, sotto le pieghe di parole dai significati ambigui, si innesta un intendimento.

Se conoscessi il dono di Dio e chi è colui che ti chiede: dammi da bere...

Parole come carezze. Acqua viva? C'è in questo mondo qualcosa di diverso dall'acqua del pozzo? Ma che vuole quest'uomo? Che significano queste parole? Cos'è un'acqua viva?

E' abituata all'acqua del pozzo lei. Il pozzo è il simbolo della legge. È abituata a pensare Dio in relazione con la legge. Ma la legge non riesce a rispondere al bisogno di acqua viva. Di fronte alla legge siamo sempre limitati.

La sorgente è un'altra cosa. Il desiderio di pienezza può essere saziato solamente da Gesù che, in noi, diventa sorgente.

La donna però ha ancora delle perplessità. Eppure il dialogo cresce, la seduzione aumenta. Dammi da bere! Se sai che veramente c'è un'acqua che mi disseta per sempre, dammi da bere!

E Gesù scava. Scava negli occhi di quella donna, le parla al cuore. Le dona fiducia, non c'è nulla da nascondere al mio cospetto. Va a chiamare tuo marito. E lei si irrigidisce. Se n'è venuta a mezzogiorno al pozzo per non far parola con nessuno, per non sentire le solite battute che le malelingue fanno sul suo conto, sulle sue storie e tutto quanto.

E adesso questo sconosciuto maschio giudeo che fa? Mi domanda di mio marito? Cos'è: un giornalista a caccia di gossip? L'ultimo inviato di Radio Sichem?

Io non ho marito. E Gesù la mette di fronte a se stessa, senza accuse.

La donna intuisce di avere davanti a sé qualcuno di diverso dal solito maschio giudeo. Lo si vede dagli occhi, dalle parole, da tutto.
E così il dialogo continua.

E Gesù è come un fiume in piena. Mette fine al culto. Sì, lo spazza via.

Non c'è da dare qualcosa a Dio, è lui che si dona a noi! Lui che in noi diventa sorgente, lui che ci cerca. Non conta una chiesa piuttosto che un'altra, un monte rispetto alla pianura, Gerusalemme rispetto a Sichem...

Ah se tu conoscessi il dono di Dio, se tu sapessi quanto ti desidero e solo per amarti! Semplicemente per amarti donna!

Se tu conoscessi il dono Dio, se tu intuissi quanto ti sogno, quanto sei parte dei miei sogni, allora ti rallegreresti!

Donna, uomo, amico lettore, sono qui per amarti. Questo dice Dio.
Ecco il culto, lasciarci amare. Lasciarci riempire.

Diventare in te sorgente d'acqua viva, zampillante: ecco il sogno di Dio per te! Affinché tu possa essere sorgente per il mondo!

Siamo sempre lì. Eppure fatichiamo. Eppure siamo convinti di dover fare qualcosa...

Verrà certo, ma sarà una naturale conseguenza. Di un incontro. Dell'amore.

In quelle parole infuocate, in quello sguardo di seduttore come nessuno mai, in quel movimento di gesti di mani di cuori che si aprono di parole che accarezzano, si spalanca il cielo.
E a mezzogiorno ti prende il brivido della vita.

"Il Messia? Sono io che parlo con te"...

E lei lascia lì la brocca. Se la dimentica.

Rifinitura di san Giovanni che va matto per i dialoghi e poi ti butta lì un particolare concreto che è una pennellata dello Spirito. Non dice che quella donna cominciò a credere, si aprì alla fede eccetera eccetera
No, ci narra di una brocca dimenticata.

Perché quando veramente si incontra il Cristo non ce n'è più per nessuno. E ti dimentichi che eri lì per prendere l'acqua al pozzo. E chissenefrega del pozzo. E chisseneimporta di quello che diranno di me. Io adesso sono libera. E danzo. Danzo il vangelo. Danzo l'annuncio. E corro a dirlo a tutti!

Amici, non dobbiamo convincere nessuno nella vita. Quando si incontra il maestro, quando si incontra la sorgente, allora ogni altro pozzo non ha più storia. Non ci si accontenta di acqua rafferma. Quando Gesù ci inonda ce l'abbiamo stampato negli occhi e nel cuore!

Bellissimo, quella donna lascia lì la brocca e se ne va ad annunciare di aver incontrato Gesù. Lo canta lo grida lo annuncia. Ma con un metodo particolare: Venite a vedere un uomo che mi ha detto tutto quello che ho fatto. Che sia lui il Messia?

Lei già ci crede, ma pone quella domanda. Annunciare il vangelo è porre delle domande, più che dare delle risposte.

Così si apre per noi una settimana di incontri casuali, telefonate casuali, battute casuali... sono i nostri pozzi: sapremo lasciarci sedurre da questo Cristo innamorato? Sapremo lasciarci riempire di quest'acqua viva e divenire sorgente pure noi?

... Stop.

Ora al pozzo non c'è più nessuno. Soltanto io, la mia vita casuale.
E una brocca dimenticata.


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