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TESTO Difficile arte di ascoltare

mons. Antonio Riboldi

XV Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (14/07/2002)

Vangelo: Mt 13,1-23 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

10Gli si avvicinarono allora i discepoli e gli dissero: «Perché a loro parli con parabole?». 11Egli rispose loro: «Perché a voi è dato conoscere i misteri del regno dei cieli, ma a loro non è dato. 12Infatti a colui che ha, verrà dato e sarà nell’abbondanza; ma a colui che non ha, sarà tolto anche quello che ha. 13Per questo a loro parlo con parabole: perché guardando non vedono, udendo non ascoltano e non comprendono. 14Così si compie per loro la profezia di Isaia che dice:

Udrete, sì, ma non comprenderete,

guarderete, sì, ma non vedrete.

15Perché il cuore di questo popolo è diventato insensibile,

sono diventati duri di orecchi

e hanno chiuso gli occhi,

perché non vedano con gli occhi,

non ascoltino con gli orecchi

e non comprendano con il cuore

e non si convertano e io li guarisca!

16Beati invece i vostri occhi perché vedono e i vostri orecchi perché ascoltano. 17In verità io vi dico: molti profeti e molti giusti hanno desiderato vedere ciò che voi guardate, ma non lo videro, e ascoltare ciò che voi ascoltate, ma non lo ascoltarono!

18Voi dunque ascoltate la parabola del seminatore. 19Ogni volta che uno ascolta la parola del Regno e non la comprende, viene il Maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada. 20Quello che è stato seminato sul terreno sassoso è colui che ascolta la Parola e l’accoglie subito con gioia, 21ma non ha in sé radici ed è incostante, sicché, appena giunge una tribolazione o una persecuzione a causa della Parola, egli subito viene meno. 22Quello seminato tra i rovi è colui che ascolta la Parola, ma la preoccupazione del mondo e la seduzione della ricchezza soffocano la Parola ed essa non dà frutto. 23Quello seminato sul terreno buono è colui che ascolta la Parola e la comprende; questi dà frutto e produce il cento, il sessanta, il trenta per uno».

Forma breve (Mt 13,1-9):

1Quel giorno Gesù uscì di casa e sedette in riva al mare. 2Si radunò attorno a lui tanta folla che egli salì su una barca e si mise a sedere, mentre tutta la folla stava sulla spiaggia.

3Egli parlò loro di molte cose con parabole. E disse: «Ecco, il seminatore uscì a seminare. 4Mentre seminava, una parte cadde lungo la strada; vennero gli uccelli e la mangiarono. 5Un’altra parte cadde sul terreno sassoso, dove non c’era molta terra; germogliò subito, perché il terreno non era profondo, 6ma quando spuntò il sole, fu bruciata e, non avendo radici, seccò. 7Un’altra parte cadde sui rovi, e i rovi crebbero e la soffocarono. 8Un’altra parte cadde sul terreno buono e diede frutto: il cento, il sessanta, il trenta per uno. 9Chi ha orecchi, ascolti».

Colgo l'occasione della Parola di Dio, oggi, per dire a tutti quanti oramai da tempo mi seguono con vero affetto e "ascoltano" la Parola che ogni settimana offro con vero amore, che, dai commenti che sento o ancora più dalle E-Mail che ricevo, che siete quel terreno buono di cui parla Gesù oggi nella sua parabola.

E' davvero commovente anche solo sentire che tante famiglie attendono il venerdì o il sabato per leggere insieme quanto scrivo. "E' come un fascio di luce, mi scrivono due coniugi, che scende sulla nostra settimana tanto intensa perché senza forse volerlo ci siamo imposto un ritmo di vita così assediato dalle preoccupazioni, a volte inutili o dannose, da non avere più tempo per ciò che è più prezioso, la riflessione, il silenzio, ma ancora di più il nostro ascolto.

E quando finalmente abbiamo tra le mani la sua omelia, è come calasse sulla nostra vita un momento di serenità, che ci fa scoprire la bellezza della vita, i segreti che Dio ha messo in lei, le bellezze che ogni giorno sacrifichiamo per dare posto all'effimero che genera solo tristezza e, a volte è come una pericolosa nube sui nostri rapporti, e così riscopriamo la gioia di amarci, la gioia insomma di sapere che Dio solo ha la Parola giusta per mettere ordine a questa nostra ingiustamente agitata vita".

E' come una introduzione a quanto dice il profeta Isaia: "Così dice il Signore: come la pioggia e la neve scendono dal cielo e non vi ritornano senza avere irrigato la terra, senza averla fatta germogliare, perché dia il seme al seminatore e pane da mangiare, così sarà della parola uscita dalla mia bocca: non ritornerà senza effetto, senza avere operato ciò che desidero e senza avere compiuto ciò per cui l'ho mandata" (Is.55,10-11).

Credo che tutti conveniamo che oggi siamo come sepolti sotto un cumulo di parole che quando non sono vera spazzatura sono un chiasso. E non danno certamente quella serenità di cuore di cui abbiamo bisogno e che solo la parola che contiene luce e verità, può infondere.

Anche noi Ministri della Parola e quindi tutta la Chiesa ci stiamo interrogando sul perché e sul come trasmettere la Parola di Vita, ossia essere dei buoni seminatori come è nella parabola evangelica di oggi.

C'è sicuramente dalla parte di chi ascolta una certa "sufficienza" come si possedesse quella Verità, quella Vita, quella Luce, quella dolcezza del cuore che solo la Parola di Dio sa infondere.

Quante volte ho sentito io stesso dire: "Le prediche...sono sempre le stesse e le potrei fare io...sono senza significato e non dicono nulla di nuovo...abbiamo bisogno di ben altro..!" Ed è ben strano questo atteggiamento di noi cristiani che da una parte dovremmo sapere che la vita interiore cresce solo con l'ascolto assiduo della Parola di Dio, che è la Verità comunicata e coltivata: dall'altra crediamo inutile tale Parola.

Come se pretendessimo che un fiore affidato alla aridità della terra, fiorisse.

Gesù oggi ci aiuta a capire come dobbiamo accostarci alla Sua Parola, con la parabola del seminatore. Lui, lo narra il Vangelo, percorreva città e villaggi per annunziare la Sua Parola.

Lui stesso del resto è la Parola; quella che creò tutto e quella che fa i santi. E incontrando le folle, che correvano a Lui con tante motivazioni interiori che forse non coincidevano con quanto Lui voleva comunicare, certamente si sarà accorto del come la gente lo ascoltava.

"Una parte del seme cadde sulla strada e vennero gli uccelli e lo divorarono. Un'altra parte cadde in luogo sassoso, dove però non c'era terra; subito germogliò, perché il terreno non era profondo. Ma spuntato il sole, restò bruciato e non avendo radici, seccò. Un'altra parte cadde sulle spine e le spine crebbero e lo soffocarono.

Un'altra parte cadde su terra buona e diede frutto dove il cento, dove il sessanta, dove il trenta. Chi ha orecchi intenda". Racconta il Vangelo che Gesù per poter parlare alla grande folla che si era riunita, attorno a Lui per ascoltarLo, fu costretto a salire su una barca, "mentre tutta la folla rimaneva sulla spiaggia".

Deve avere scosso la platea quella parabola senza spiegazione al punto che furono gli stessi apostoli a chiederne spiegazione...perché quelle parole così dure non rimanessero senza la debita chiarezza.

La spiegazione di Gesù stesso oggi davvero chiama tutti noi a "vedere" a quale categoria apparteniamo. Non ci resta allora che avere il coraggio di metterci allo specchio e farci convertire, qualora il nostro atteggiamento fosse errato.

"Tutte le volte, dice Gesù, che uno ascolta la Parola del regno e non la comprende, viene il maligno e ruba ciò che è stato seminato nel suo cuore: questo è il seme seminato lungo la strada.

Quello che è stato seminato lungo il terreno sassoso è l'uomo che ascolta la parola e subito l'accoglie con gioia, ma non ha radice in sé ed è incostante, sicché appena giunge una tribolazione o persecuzione a causa della parola, egli resta scandalizzato.

Quello seminato tra le spine è colui che ascolta la parola, ma le preoccupazioni del mondo e l'inganno della ricchezza soffocano la parola ed essa non dà frutto. Quello seminato nella terra è colui che ascolta la parola e la comprende e questi dà frutto" (Mt.13,1-23)

Certamente ciascuno di noi - a meno che non si offra neppure per l'ascolto, appartiene ad una delle categorie di Gesù. Non resta che prenderne atto e, se veramente crediamo che la Parola di Gesù è la Verità, di cui abbiamo bisogno, divenire terra buona.

Non so neppure io quante volte offro la parola di Dio alle folle, ovunque. Lo faccio in tanti modi: alle comunità di fede, nei convegni, per Internet e per radio ogni venerdì sera nella rubrica "ascolta si fa sera".

Posso dire tranquillamente che la gente oggi sente la necessità di ascoltare "parole" che non siano di questo mondo, e fanno solo chiasso e danno, ma "parole di vita" che possono uscire solo dalla bocca di Dio, che è la Parola. E tante volte noto la gioia di venire a contatto con la verità che fa bene al cuore...ma...hanno paura di essere soffocati o dalle "preoccupazioni del mondo o dalla ricchezza".

Ma hanno desiderio di ascoltare. E questo è già una grazia. Mentre scrivo penso ai tanti luoghi di incontro per corsi di spiritualità o esercizi spirituali dove regna il silenzio per l'ascolto della Parola...come se si sentisse il bisogno di respirare l'aria pulita di Dio nell'anima.

E' bello allora pregare con le parole di don Tonino Bello, Vescovo di Molfetta. "Santa Maria, donna senza retorica, prega per noi inguaribilmente malati di magniloquenza. Abili nell'usare la parola per nascondere i pensieri, abbiamo perso il gusto della semplicità. Santa Maria, donna senza retorica, prega per noi peccatori sulle cui labbra la parola si sfarina in un turbine di suoni senza costrutto...si fa voce ma senza farsi carne.

Ci riempie la bocca ma lascia vuoto il grembo. Ci dà l'illusione della comunione ma non raggiunge neppure la dignità del soliloquio. Santa Maria, donna senza retorica, la cui sovrumana grandezza è sospesa al rapidissimo fremito di un "fiat", prega per noi peccatori, perennemente esposti, tra convalescenze e ricadute all'intossicazione delle parole.

Proteggi le nostre labbra dai gonfiori inutili. Fa' che le nostre voci ridotte all'essenziale partano sempre dai recinti del mistero della PAROLA e rechino il profumo del silenzio. E rendici come Te, sacramento di trasparenza".

 

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