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TESTO Traccia di comprensione per Is 58,4b-12b; 2Corinzi 5,18-6,2; Mt 4,1-11

don Raffaello Ciccone  

I domenica di Quaresima (Anno A) (13/03/2011)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

1Allora Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Lettura del profeta Isaia 58, 4b-12b

II testo del profeta Isaia richiama il tempo del ritorno dall'esilio di Babilonia. Il popolo sta costruendo il tempio ma c'è povertà e c'è sfiducia, e tuttavia sta cercando la via del Signore Javhé per avvicinarsi a Lui.

Dio stesso discute e propone il vero digiuno e il vero sabato, imparentati insieme come gesti di fedeltà a Dio: il testo completo, il cap. 58, tocca questi due argomenti, desiderando qualificare la vera religiosità con il suo popolo. Il "digiuno-digiunare " viene ripetuto 7 volte in tutto il capitolo (vv.1-14). Infatti, ha un grande valore ma solo se viene vissuto seriamente e unito alla giustizia sociale. Il digiuno è considerato efficace perché, rendendoci graditi a Dio, lo dovrebbe obbligare a rispondere. Ma se Dio non dà risultati, ci si lamenta con Lui senza preoccuparsi di verificare il proprio digiuno.

Dio allora denuncia il comportamento religioso che nasconde l'ingiustizia e lo sfruttamento mentre dovrebbe essere segno di una volontà di misericordia e di generosità.

Solo se sanno convertire il loro cuore a questo stile nuovo, il Signore ascolterà la preghiera.

- Al cielo non salgono voci sincere di preghiere ma voci di chiasso, rumori di guerre e di risse, discussioni e violenze. Il collegamento con il libro dell'Esodo è evidente: "Ho udito il grido angosciato del mio popolo a causa dei suoi sorveglianti" (Es.3,7).

- Il vero digiuno è soprattutto opera di generosità e carità; ma tra tutti prevale la liberazione degli schiavi e dei prigionieri. Il dono della libertà si sente particolarmente dopo l'esilio a Babilonia.

- Invece di affliggere se stessi, bisogna sentire l'afflizione del prossimo.

Mortificarsi insieme a crudeltà e inclemenza significa operare una sistematica distruzione dell'uomo che diventa disumano.

- Accogliere chi è povero significa nobilitare sé e il proprio popolo. L'azione diventa luminosa e divina. Si costituisce come un corteo che si apre con la giustizia e si chiude con la gloria di Dio.

Nella nostra società, se c'è solidarietà verso gli ultimi, ci sarà solidarietà per tutti.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi 5, 18 - 6, 2

Nella seconda lettera ai Corinzi, S. Paolo invita i nuovi cristiani alla riconciliazione che è costata la morte infamante di Gesù: "Colui che non aveva conosciuto peccato, Dio lo trattò da peccato in nostro favore perché noi potessimo diventare per mezzo di lui giustizia di Dio".

I Corinzi avevano un ricordo storico particolare poiché Cesare, nel 44 a.C., aveva ricostruito la città e aveva proclamato la "riconciliazione" che accoglieva, dalla Grecia e da tutte le terre conquistate dai Romani, gente dal passato compromesso, permettendo loro di beneficiare l'amnistia. Qui Paolo applica l'immagine a Cristo.

Dio, attraverso Gesù, proclama la pace ed ha affidato ai discepoli il compito di proclamarla attraverso la parola: così la Chiesa è "ministro e ambasciatore". Perciò vi supplichiamo, dice Paolo ai Corinzi: "Lasciatevi riconciliare con Dio". Perciò.

1. Lasciarsi riconciliare riporta alla coscienza di sé, ai propri limiti ed alla propria povertà, alla consapevolezza di aver bisogno di un ritorno, alla scoperta di aver bisogno di perdono.

2. La vita intera viene messa sotto controllo. E ci accorgiamo di riallacciare dei rapporti seri con gli altri, a partire dai giovani.
3. Riconciliare è ritrovare le tracce delle revisioni.

4. Quanto sono capace di lottare o sono disposto solo a chiudere la partita con qualche euro di mancia?

5. Quanto si sono stabilite regole, motivandole, di fronte alle quali si accetta di essere tutti responsabili e tutti rispettosi?

6. Quanto siamo costruttori di parole nuove che portino fiducia nei luoghi educativi, senza rivendicare per sé o per i propri amici privilegi?

7. Riconciliarsi suppone il rispetto della legge e l'impegno di un tempo di giustizia.

Lettura del Vangelo secondo Matteo 4, 1-11

S. Matteo racconta le tentazioni di Gesù, presentandole come terzo quadro dopo la predicazione di Giovanni Battista e il battesimo di Gesù.

Gesù è solidale con l'umanità peccatrice che ha accettato di seguire la nuova parola di Giovanni. Questo popolo vuole purificarsi dal male e Gesù, scegliendo la strada del Servo
sofferente (vedi Isaia 53), si offre per le moltitudini.

Il Padre aveva approvato questa scelta d'amore di Gesù e nel Battesimo lo aveva consacrato nella luce dello Spirito e nella chiarezza della Parola.

Satana si oppone alla scelta di salvezza che Dio porta e vuole distogliere Gesù dalla via che il Padre gli ha assegnato ("un messianismo sofferente"), suggerendo la via della passionalità,
del successo, del potere.

Gesù resta turbato poiché come uomo non può restare indifferente davanti alla prospettiva

di rifiuto, di abbandono, di annientamento e di morte che si profila, ma sa opporsi, appoggiandosi alla Parola di Dio (ripetuta tre volte) e si rifugia nella fiducia verso il Padre, pienamente aperto all'amore di Dio. Gesù, infatti, non risponde con argomentazioni o ragionamenti ma con "Sta scritto". Il ricorso alla Scrittura in genere è argomento decisivo per ogni discussione tra i rabbini.

* "Non di solo pane" (vedi Deut 8,3): alla tentazione della fame, comprensibile nel deserto, Gesù offre la ferma fiducia che hanno i figli di Dio nell'onnipotenza provvidente della Parola di Dio.

* "Non tenterai" (Deut 6,16): dalla mancanza di fiducia nella Provvidenza il tentatore passa al lato opposto, suggerendo una eccessiva fiducia, tale da mettere alla prova Dio, (severamente condannata nella Bibbia).

* "Adorerai" (Deut 6,13): Gesù risponde al tentatore che vuole indurlo ad un messianismo terreno, richiamando il grande principio della fede ebraica che riconosce solo a Dio il culto, come unico sovrano del mondo e unico Signore.

In conclusione "gli angeli lo servirono", Gli angeli sono simbolo della riconquista del Paradiso terrestre da cui l'uomo era stato cacciato, sono il premio per la fedeltà alla Parola del Signore..

Gesù è veramente tentato tutta la sua vita ed ha superato la suggestione, diventando finalmente il nuovo Adamo, fedele progenitore di un'umanità nuova, contrapposta al primo Adamo che si è lasciato affascinare e travolgere.

Le tre tentazioni sono nella linea delle tentazioni del popolo, nel deserto del Sinai e, con la risposta di Gesù tratta dal Deuteronomio, rievocano le tre prove tipiche di Israele nel deserto: "La fame, la sete, l'idolatria".

Il deserto è il luogo di preghiera, della solitudine che fa diventare essenziale e scarno il rapporto con Dio. Ma è anche la dimora preferita dei demoni.

I 40 giorni di digiuno si rifanno al soggiorno di Mosé sul Sinai prima di ricevere le tavole dell'Alleanza (Es 24,16 ss).
Così Gesù è il nuovo Mosé e il nuovo Adamo.

 

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