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TESTO Che si mangia oggi?

don Carlo Occelli  

I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/03/2011)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Che si mangia oggi?

Alzi la mano chi non ha mai detto o pensato queste parole! Uh, capita tutti i giorni o quasi, quando entri in casa dalla scuola, o rientri alla sera dal lavoro... o rientri e sei colui, più spesso colei!, che deve pensare a che si mangia oggi!

Che poi spesso già si intuisce quando si è sulla soglia di casa no? I profumini del nostro piatto preferito: lasagne, pizza, risotto... se poi viviamo in un condominio possiamo anche sapere il piatto preferito del nostro vicino di pianerottolo.. Ci siamo capiti, no?

Sono tra coloro che ogni giorno può fare questa domanda: oggi che si mangia? (eh già a questo punto meriterebbe meditare un pochino...)

Apro una piccola parentesi. Quando entriamo nelle nostre chiese, che profumo sentiamo? Quali profumi sprigionano le nostre liturgie, oltre l'incenso? Cioè, non ho nulla contro l'incenso s'intende. Anzi, un buon incenso è un balsamo per il mio naso!

Dico più in profondità: quale ragazzo entrando in casa non si accorge che c'è aria di minestra?! Oddio no, la minestra no!

E quando si entra in chiesa, sentiamo forse il profumo della solita minestra? Ossia di un piatto che, sì conosciamo bene, ma non ci fa venire l'acquolina in bocca!

Le nostre liturgie, le nostre celebrazioni sono un balsamo per la vita? Ci accostiamo ad esse per lo meno come al nostro piatto preferito?

Cari fedeli, oggi iniziamo la quaresima. Come sapete Gesù è stato quaranta giorni nel deserto e lì è stato tentato dal diavolo. Ma va?!

Anche noi oggi iniziamo il cammino che ci porterà alla Pasqua, come il popolo d'Israele è stato quarant'anni nel deserto, e il diluvio è durato quaranta giorni e via discorrendo...

Oggi la chiesa ci invita ad attraversare questi quaranta giorni... e vai con i fioretti, il pesce, i sacrifici e tutto quanto... e così magari riciclo anche la predica di tre anni fa, tanto chi vuoi che se la ricordi?

La percezione della solita minestra è sempre in agguato, per tutti. Per me, per te. In questo momento. Rischiamo di vivere la quaresima come la solita minestra riscaldata.

Allora, sveglia!!!!
Allora che si mangia?
A che serve la quaresima? Diciamolo così, dai!

Immaginate di entrare in casa per il pranzo della Domenica. In cucina o in sala una tavola ben preparata, con la massima cura. Uao, oggi è tutto così perfetto che non pare vero. Anche i fiori a centro tavola, addirittura!

Ecco arrivare su un carrello che giurate di non aver mai avuto, un super vassoio. Avete presente quei vassoi in acciaio, con il coperchio che non si vede che c'è dentro se non quando arriva il cameriere che alza il coperchio stesso e dice: "Et voilà?". Quelle cose che si vedono nei film, no? Beh, immaginate con la vostra fantasia una scena del genere. Che acquolina in bocca! Che ci sarà sotto?

Vostra moglie vestita da cameriera vi fa accomodare. Dopo qualche smanceria, e vi domandate se avete dimenticato la data del vostro anniversario, arriva il momento clou. Ecco il vassoio. Lo solleva... et voilà!
Vuoto.

Guardate bene dentro. Tutto vuoto. Pulitissimo, ma vuoto. Tutto è ben preparato, ma non c'è traccia di cibo. A guardar bene anche la bottiglia è senz'acqua, di pane non c'è traccia...
Non c'è nulla da mangiare.

Forse potrebbe essere un ottimo scherzetto per vostro marito o vostra moglie. Forse potrebbe essere anche un ottimo scherzetto per le nostre mense eucaristiche.

Inizia la quaresima. Oggi non si mangia.

A che serve il digiuno? Ad apprezzare e comprendere veramente ciò che stiamo mangiando.
Non di solo pane vive l'uomo.

Scusate, fermiamoci. Ritardiamo pranzo oggi, iniziamo la Messa un quarto d'ora dopo. (Apriti cielo!)

Soffermiamoci su questo vuoto vassoio domandandoci: di cosa si nutre la nostra vita?

Sì, cosa entra nella nostra pancia? E non intendo solo lo stomaco, no!

Di che si nutre la nostra vita? E la nostra fede? La nostra speranza? La nostra carità?

I nostri occhi: diamo da mangiare ai nostri occhi? Amico, lo sapevi che gli occhi hanno bisogno di nutrirsi di bellezza? Che quando cammini, corri, guidi, entri in casa puoi riempirti gli occhi di ciò che vedi... o ignorare il tutto. Ci si riempie gli occhi delle persone anzitutto, che quando sei lontano i tuoi occhi sono ancora pieni di loro. E poi del cielo, dei monti, del mare, di un ponte, di una piazza...

Le nostre orecchie: diamo loro qualcosa di bello da mangiare? Che ascoltano le mie orecchie? A che musica sono educate? Le nutro anche di silenzio? Sono abituate a riconoscere diversi stili? E quindi accorgersi che quando mia moglie usa quel tono, significa che... E quando mio figlio mi rivolge quella battuta, vuol dire che forse...

Il nostro cervello: diamo qualcosa da mangiare anche a lui? Ci sbaffiamo qualche buon articolo, un buon romanzo, un film, un'opera teatrale, un'ora di silenzio...

Quaranta giorni di digiuno sono lunghi.

Lo credo che l'evangelista annota al termine, ironico di un Matteo!, che Gesù "alla fine ebbe fame". Sembra una banalità, un'osservazione ovvia. Mica vero. Sti evangelisti sono dei furbi.

Oh sì, perché alla fine Gesù ebbe fame, significa che, dopo quaranta giorni, decise veramente cosa voleva mangiare, di cosa voleva nutrirsi. Nella vita, s'intende!

Gesù attraversa quel deserto, vive quel digiuno per scegliere che mangiare nella vita, di che sfamarsi da quel giorno in poi, come nutrire i propri occhi e il proprio cervello, le orecchie e il cuore, le mani e i piedi...
Dimmi cosa mangi e ti dirò chi sei.
Dimmi di che ti nutri e ti dirò chi sei.

Quel diavolo di un tentatore gli presenta un menù ricercato. Certi piatti da Grand Hotel per capirci. Altro che menù turistico, menù per Messia, on inclusive.

Ambitissimo ed introvabile. C'è scritto così sulla prima pagina. Ah, certo, è tutto di primordine. Le migliori ricette, tutte sperimentate.

Primo piatto: se vuoi essere messia, conquista la folla sfamandola, riempila di ogni tipo di regalo. Comincia da queste pietre...

Secondo piatto: se vuoi essere messia, conquista la folla con i miracoli. Miracoli a pioggia, i più incredibili e stupefacenti! Comincia col buttarti giù dal tempio...

Terzo piatto: se vuoi essere messia, conquista la folla con il potere, la ricchezza. Nessuno potrà resisterti, potrai comprarli tutti i tuoi fedeli! Comincia con questo piccolo compromesso di adorarmi...

Gesù prende il menù e lo straccia. Uh, bisognava vederlo Satana: aveva un diavolo per capello mentre se ne andava via fumando come un geyser islandese.

"Il menù me lo scrivo da me, voglio scegliere io di cosa nutrirmi, io voglio scegliere quale messia essere. E i piatti che ci sono qui proprio non mi vanno giù!". Che caratterino questo rabbi di Nazareth!

La quaresima ci mischia le carte della Parola di Dio. Il brano che noi leggiamo non viene dopo le pagine ascoltate nelle settimane precedenti, ma giusto il capitolo prima, il quarto di Matteo. Dopo le tentazioni troviamo la chiamata dei primi discepoli e il discorso della Montagna terminato domenica scorsa. Lo conosciamo bene, ricordate?

E allora noi sappiamo bene cosa ha scritto poco dopo sul suo menù Gesù: Beati i poveri in spirito... voi siete la luce del mondo... amate i vostri nemici... guardate i gigli dei campi...

Il digiuno serve a scegliere. Vivere è scegliere.

Gesù ha scelto il suo di stile, chiaro, inconfondibile, lo conosciamo molto bene.
E noi? Chi vogliamo essere?

Quali discepoli vogliamo essere? Regali, miracoli, poteri... entrano anche nel menù del discepolo.

Quaranta giorni davanti a noi:
per scrivere il nostro menù.
Coraggio!
Che si mangia oggi?

 

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