PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Conversione fra prove e tentazioni

padre Gian Franco Scarpitta  

I Domenica di Quaresima (Anno A) (13/03/2011)

Vangelo: Mt 4,1-11 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 4,1-11

In quel tempo, 1Gesù fu condotto dallo Spirito nel deserto, per essere tentato dal diavolo. 2Dopo aver digiunato quaranta giorni e quaranta notti, alla fine ebbe fame. 3Il tentatore gli si avvicinò e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, di’ che queste pietre diventino pane». 4Ma egli rispose: «Sta scritto:

Non di solo pane vivrà l’uomo,

ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio».

5Allora il diavolo lo portò nella città santa, lo pose sul punto più alto del tempio 6e gli disse: «Se tu sei Figlio di Dio, gèttati giù; sta scritto infatti:

Ai suoi angeli darà ordini a tuo riguardo

ed essi ti porteranno sulle loro mani

perché il tuo piede non inciampi in una pietra».

7Gesù gli rispose: «Sta scritto anche:

Non metterai alla prova il Signore Dio tuo».

8Di nuovo il diavolo lo portò sopra un monte altissimo e gli mostrò tutti i regni del mondo e la loro gloria 9e gli disse: «Tutte queste cose io ti darò se, gettandoti ai miei piedi, mi adorerai». 10Allora Gesù gli rispose: «Vattene, Satana! Sta scritto infatti:

Il Signore, Dio tuo, adorerai:

a lui solo renderai culto».

11Allora il diavolo lo lasciò, ed ecco, degli angeli gli si avvicinarono e lo servivano.

Nella teologia spirituale si afferma che il peccato è una realtà che concerne la volontà dell'uomo, poiché dipende dalla libertà del soggetto acconsentire al male o esserne dominatore. In conseguenza di questo, si distingue fra la tentazione propriamente detta e la prova, due elementi del tutto differenti, anche se in stretta relazione fra di loro (Bernard).

Con la tentazione avviene infatti che l'uomo è indotto immediatamente al peccato: il diavolo, primo agente tentatore sfrutta la nostra concupiscienza, la nostra debolezza, la negligenza e la precarietà dell'ambiente che circonda per indurci a commettere direttamente quanto non è conforme alla volontà di Dio. Nella vita spirituale l'uomo sarà sempre soggetto alle tentazioni perché si è sempre immessi nel vortice delle perversioni sociali e mondane che esigono continua vigilanza e mortificazione dei sensi e un retto orientamento della volontà e anche chi si dispone a seguire il Signore con più radicalità e vicinanza è soggetto a tentazioni a volte lancinanti più delle altre: "Figlio se servi il Signore, preparati alla tentazione"(Sir 2, 1). La tentazione al peccato molte volte è accattivante e seducente, presenta delle garanzie e dei vantaggi anche immediati per i quali è conveniente anche acconsentire, e tuttavia di essa si può anche avere ragione e l'occasione non fa mai l'uomo ladro quando vi sia la rettitudine, la coerenza con i propri principi e la linearità di coscienza.

Proprio qualche giorno fa', recandomi a fare acquisti di una certa rilevanza in un centro commerciale, dopo aver pagato alla cassa, mi avviavo verso l'uscita. Mi stupiva però di aver pagato un importo assai ridotto e irrisorio, per cui ho dato uno sguardo veloce allo scontrino. Ho notato che la cassiera aveva dimenticato di battere il lettore dvd (50 euro) che avevo prelevato e messo nel carrello insieme a tante altre cose. Confesso che un piccolo pensiero, sia pure fugace, di trattenere l'oggetto senza pagarlo, mi aveva accattivato; non ho esitato tuttavia a tornare subito indietro e a raggiungere la cassa dove avevo fatto la fila con il carrello; qui ho informato la cassiera (sbigottita) del suo errore e ho provveduto a versare la differenza che mancava. Ho pensato allora che in casi simili e in altri ancora la tentazione è rilevante, che tutti ne siamo esposti e che essa potrebbe abbindolare chiunque; ma basta solo un po' di buon senso e di puntualità e di coerenza con i propri pincipi perché possiamo dominarla e vincerla.

Per quanto riguarda invece la prova essa viene concessa (non voluta) da Dio per rafforzare lo spirito, per ravvivare la nostra fede, consolidarci nell'amore di Dio e fortificarci, rendendoci vittoriosi nella specifica circostanza in cui ci viene propinata. Tutte le prove sono alleviate dalla grazia del Signore che ci concede anche la forza di poterle superare, non sono mai sproporzionate alle nostre possibilità ("Dio manda il freddo secondo i panni") e seppure richiedono immolazione, costanza e sacrificio, esse sono tuttavia sempre dominabili e superabili. Tuttavia esse possono diventare per noi anche occasione di peccato, qualora non ne cogliamo la giusta interpretazione. Per fare un esempio: una malattia grave o la morte assurda di una persona cara, pia e innocente costituiscono una prova per tutti e un grande motivo di dolore. In questa circostanza di prova siamo chiamati a saggiare la nostra fede, a radicarci nella speranza coltivando la serenità e a guardare oltre le apparenze dell'immediato drastico e doloroso volgendo lo sguardo a Dio, il quale attende la nostra corrispondenza in tal senso. Non che Dio si diverta nel concedere questo tipo di prove o di avversità, e neppure le preferisce; tuttavia egli consente che si verifichino perché nell'umiltà noi possiamo rinnovare e consolidare la nostra appartenenza a lui. Chi però cede alla debolezza, al dolore ossessivo e allo sconforto, può conseguire la disperazione e la sfiducia con la conseguenza della trascuratezza della propria fede fino a dubitare dell'esistenza stessa di Dio. La caduta del peccato che ne consegue può essere di varia natura. Non per niente Paolo ravvisa che la disperazione viene dal diavolo.

Tentazioni e prove sono all'ordine del giorno nel nostro itinerario di perfezione spirituale e costituiscono la ragione della lotta continua nei propositi di conversione e di penitenza, quali in queste settimane ci vengono proposti nel tempo liturgico di Quaresima: chi tende ad optare esclusivamente per il Signore abbandonando le seduzioni del mondo e le allettanti promesse del peccato, conoscerà sempre le insidie del Tentatore che sotto vari aspetti e in diverse forme e misure tenderà sempre a distogliere la nostra attenzione verso Dio; e qual è la tentazione che più irretisce l'uomo se non quella descritta nella prima Lettura della liturgia odierna? Quale tentazione più seducente per l'uomo di essere "come Dio"? L'uomo che si eleva al rango della divinità nel tentativo di appropriarsi della sua stessa onnipotenza, le caparbietà e la presunzione di prerogative che non appartengono alla sua natura e la volontà di sproporzionato dominio su se stesso e sulla massa, tale è stata la colpa di Adamo meritevole di condanna. E tale è anche la tentazione dell'uomo odierno che tende a soppiantare Dio attraverso le presunzioni di onnipotenza e di autoaffermazione che si evincono nella concretezza delle scelte illogiche e immorali, prima fra tutte l'arrivismo, la corsa al potere, al successo e al guadagno sproporzionato, molte volte a scapito di altri uomini e perfino di intere popolazioni.

Ma se la situazione di Adamo ci mostra una tipologia di uomo succube alle tentazioni e atto a cedere alle insinuazioni del peccato, l'esperienza di Gesù, tentato nel deserto in una condizione di estrema precarietà e di indigenza, ci dimostra che, seppure esposti alla tentazione, possiamo tuttavia esercitare con successo la nostra padronanza e la nostra forza su tutto quello che ci si presenta come invitante e promettente nell'immediato e che invece si rivela per noi pernicioso e deleterio. Egli, che esercita potere indiscusso sulle forze del male, padroneggiando anche sul demonio come dimostreranno poi i vari interventi di esorcismo, accetta che il diavolo lo lusinghi perfino con l'uso della Scrittura e con le proposte più attraenti; ma dimostra di saperne uscire con il solo utilizzo delle risorse spirituali della fortezza, della temperanza e della coerenza che non vengono smentite neppure neppure dalle carenze del deserto: la fame, il caldo, le asperità del luogo avevano già costituito occasione di prova (diversa appunto dalla tentazione) con la possibilità di arrendi menti e di fughe improvvise, ma esse erano diventate occasioni per accrescere la sua comunione con il Padre e l' apertura franca, libera e disinvolta nei suoi confronti e ora diventano anche motivo di vittoria sul maligno.

Cristo è il solo che possa costituire il nuovo Adamo ponendosi in antitesi all'uomo vecchi con le sue azioni per invitarci a rivestire il nuovo "per una piena conoscenza, ad immagine del suo Creatore" (Col 3, 10 - 11) e lo fa mostrando di essere affermato nella comunione con il Padre e nella sottomissione alla Sua volontà per il servizio degli altri, in primo luogo umiliandosi egli stesso alla stregua dei peccatori e il suo esempio, la sua umiltà nel volersi sottomettere e abbassare alla condizione di qualsiasi uomo in condizioni di debolezza, è esaltante e incoraggiante per tutti noi che viviamo prove e tentazioni in una condizione ben più agiata rispetto a quella del deserto di Giuda e ci rassicurano sulla certezza che il nostro itinerario di lotta sul male avrà il suo meritato trionfo.

 

Ricerca avanzata  (54016 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: