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TESTO "… ha costruito la sua casa sulla roccia"

don Luca Orlando Russo

IX Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/03/2011)

Vangelo: Mt 7,21-27 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 21Non chiunque mi dice: “Signore, Signore”, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. 22In quel giorno molti mi diranno: “Signore, Signore, non abbiamo forse profetato nel tuo nome? E nel tuo nome non abbiamo forse scacciato demòni? E nel tuo nome non abbiamo forse compiuto molti prodigi?”. 23Ma allora io dichiarerò loro: “Non vi ho mai conosciuti. Allontanatevi da me, voi che operate l’iniquità!”.

24Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, sarà simile a un uomo saggio, che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ma essa non cadde, perché era fondata sulla roccia. 26Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, sarà simile a un uomo stolto, che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde e la sua rovina fu grande».

Leggendo questo brano del vangelo mi è venuto d'istinto di notare che Gesù non specifica se c'è una differenza tra colui che consapevolmente dice e non fa e chi dice e non fa dopo aver promesso a se stesso sinceramente di fare del proprio meglio, anche se i risultati non sono eccellenti. A chi di noi, infatti, non è capitato di veder smentita, proprio da se stesso, quella parola che con sincerità ha annunziato, pregato e celebrato. Nel mio ministero mi capita di dover incoraggiare persone che, coscienti dei propri limiti, vorrebbero rinunziare ad annunciare la parola del Signore. Il problema della coerenza con quanto si annunzia e si celebra è presente in tutti, nessuno può ergersi a maestro di coerenza e la storia della spiritualità cristiana ci insegna che i santi hanno sempre dichiarato, con umiltà, di essere i primi peccatori.

Alla luce di questa semplice considerazione mi sono chiesto se Gesù con le parole che chiudono l'impegnativo discorso della montagna non abbia voluto esortarci a riflettere sulla divisione tra il cuore e le labbra, divisione che impone ad ogni uomo una dose di umiltà massiccia e ci invita a non confidare sulle nostre povere forze. Anche a Gesù deve essere capitato di incontrare molti uomini e donne che, nel loro relazionarsi, si ponevano qualche metro al di sopra degli altri per il solo fatto che sapevano tanto di teologia e sapevano anche annunziarlo con tanta abilità, da apparire agli occhi dei loro ascoltatori vicini a Dio. Per fortuna, ci ricorda Gesù, l'appartenenza al regno dei cieli non dipende da quello che sappiamo, ma da quello che poi concretamente operiamo. Il mio vecchio parroco, ormai passato a miglior vita, mi diceva sempre di ricordarmi che i demoni ne sanno più di chiunque di teologia e, se volessero, potrebbero profetare molto meglio di qualunque battezzato, anche dei più grandi predicatori di cui è piena la storia della Chiesa.

La conclusione interessante, a mio parere, delle parole di Gesù è l'averci fornito con esse un criterio eccellente per fare discernimento nella nostra vita spirituale: guardare a quello che concretamente realizziamo, sono solo i frutti che dicono la bontà dell'albero.

Da queste parole ne usciamo con le ossa rotte se pensavamo che belle preghiere o belle parole potessero bastare per sentirci in comunione con Dio. Per costruire la nostra casa sulla roccia ed essere al sicuro quando ci troveremo ad affrontare le avverse condizioni della vita non ci resta che riconoscere la nostra incoerenza, chiedere umilmente perdono e la forza dell'amore per agire guidati dalla carità.

Signore, ci capita di commettere l'errore di identificarci più con le nostre parole che con le nostre azioni, ma tu ci hai insegnato che un uomo vale non per quello che dice, ma per quello che fa. Colma tu la distanza tra quanto conosciamo, ma non sappiamo ancora tradurre in gesti concreti di amore.
Buona domenica e buona settimana!

 

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