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TESTO Commento Marco 8,1-10

Paolo Curtaz  

Sabato della V settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (15/02/2003)

Vangelo: Mc 8,1-10 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Il pane che il Signore dà ai suoi apostoli prefigura inequivocabilmente un altro pane che verrà dato all'inizio dell'ultimo gesto che Gesù farà per i suoi discepoli. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è uno dei pochi episodi raccontati da tutti gli evangelisti e riveste un'importanza capitale per capire l'evoluzione della vicenda di Gesù. Ve l'immaginate? Un Rabbì che sfama migliaia di persone a partire da qualche pesce e pane: per generazioni si parlerà di questo avvenimento! In effetti i commentatori sono concordi nel ritenere questo episodio come il momento più alto della popolarità di Gesù. Chi di voi non voterebbe un governo che invece di chiedere tasse regalasse a tutti i cittadini un milione a testa? Gesù viene ora riconosciuto come Messia ma, lo vedremo, in maniera tutt'altro che chiara. Un'ambiguità di fondo resterà in questa massiccia adesione da parte della folla. Non succede forse anche a noi di cercare Dio più per ciò che dà che non veramente per ciò che è?

Il racconto della moltiplicazione in Marco è narrato due volte: qui, nel capitolo 6 (30-44) e più avanti (8,1-9). Tutti gli esegeti sono generalmente d'accordo nel vedere in questo fatto un doppione in fase redazionale, situato in un contesto pagano, probabilmente per sottolineare ai membri pagani della prima comunità cristiana che sono i benvenuti. Il clima del racconto è di grande compassione: Gesù prova tenerezza per la folla e vuole aiutarla, sfamarla, e chiede la collaborazione degli apostoli i quali, attoniti, invitano al sano realismo Gesù...

Non accade così anche a noi? Chiediamo a Dio di fare qualcosa per le sofferenze del mondo e quando lui ci invita a darci da fare, lo invitiamo al sano realismo. Eppure Dio ha bisogno di noi, ha bisogno del nostro nulla per fare qualcosa. Quando gridiamo a Dio: "Cosa fai per questa situazione?", Dio ci risponde: "Tu, che cosa fai?" Credere non è delegare a Dio la risoluzione dei nostri problemi, ma imparare ad affrontarli in una prospettiva diversa.

La folla che chiede pane e giustizia ci scuote, Signore, e tu ci chiedi di aiutarti, a mettere del nostro perché ogni uomo riceva speranza.

Libri di Paolo Curtaz

 

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