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TESTO Non preoccupatevi di nulla, ma abbiate fiducia nella Provvidenza

padre Antonio Rungi

VIII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (27/02/2011)

Vangelo: Mt 6,24-34 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo Gesù disse ai suoi discepoli: 24Nessuno può servire due padroni, perché o odierà l’uno e amerà l’altro, oppure si affezionerà all’uno e disprezzerà l’altro. Non potete servire Dio e la ricchezza.

25Perciò io vi dico: non preoccupatevi per la vostra vita, di quello che mangerete o berrete, né per il vostro corpo, di quello che indosserete; la vita non vale forse più del cibo e il corpo più del vestito? 26Guardate gli uccelli del cielo: non séminano e non mietono, né raccolgono nei granai; eppure il Padre vostro celeste li nutre. Non valete forse più di loro? 27E chi di voi, per quanto si preoccupi, può allungare anche di poco la propria vita? 28E per il vestito, perché vi preoccupate? Osservate come crescono i gigli del campo: non faticano e non filano. 29Eppure io vi dico che neanche Salomone, con tutta la sua gloria, vestiva come uno di loro. 30Ora, se Dio veste così l’erba del campo, che oggi c’è e domani si getta nel forno, non farà molto di più per voi, gente di poca fede? 31Non preoccupatevi dunque dicendo: “Che cosa mangeremo? Che cosa berremo? Che cosa indosseremo?”. 32Di tutte queste cose vanno in cerca i pagani. Il Padre vostro celeste, infatti, sa che ne avete bisogno. 33Cercate invece, anzitutto, il regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. 34Non preoccupatevi dunque del domani, perché il domani si preoccuperà di se stesso. A ciascun giorno basta la sua pena.

La parola di Dio di questa ottava domenica del tempo ordinario ci fa riflettere sulla provvidenza divina che continuamente sperimentiamo nella nostra vita. Certo per chi ha il necessario e il superfluo nella vita questo vangelo risulta di particolare attualità e soprattutto rassicurante, ma per chi non ha nulla, ha problemi di sopravvivenza, di reperire il necessario ogni giorno, magari senza neppure la possibilità di alimentarsi, questa parola risulta di speranza e di incoraggiamento a non perdere l'orizzonte di una possibile vita migliore, soprattutto se scatta la generosità e la slidarietà degli altri.

La preghiera iniziale della santa messa di oggi ci introduce nella tematica della provvidenza di Dio: "Padre santo, che vedi e provvedi a tutte le creature, sostienici con la forza del tuo Spirito, perché in mezzo alle fatiche e alle preoccupazioni di ogni giorno non ci lasciamo dominare dall'avidità e dall'egoismo, ma operiamo con piena fiducia per la libertà e la giustizia del tuo regno". Ma è soprattutto il Vangelo di oggi ad aiutarci in questo intinerario di speranza cristiana, che non esclude anche la giustizia sociale.

Di fronte al dramma della miseria e della fame nel mondo, della mancanza di lavoro questa parola sembra risuonare come contraddittoria. C'è gente che vive nell'ozio e non vuole lavorare pur avendo la possibilità di farlo; mentre altri che vorrebbero, non trovano e sono nella sofferenza perché non sanno come alimentarsi, vestirsi, assicurare a se stesso e ai propri il necessario. A chi ha possibilità di lavorare e non la fa ricordiamo con l'apostolo Paolo neppure mangi, perché la provvidenza è anche la nostra capacità di prestare servizio e di guadagnare onestamente. Non ti comprendono questo e magari c'è chi sfrutta e approfitta degli altri. L'uomo è degno di ogni attenzione da parte di Dio che considera la creatura umana la più grande messa in essere nell'atto della creazione, avendola fatta a sua immagine e somiglianza.

Basta ricordare quello che leggiamo oggi nella prima lettura di oggi tratta dal profeta Isaia per dire che Dio non ci abbandona anche nelle nostre sofferenze e nei nostri drammi quotidiani.

Il paragone che viene qui fatto, dellamadre che cura in modo speciale il suo figlio, ci indica il grado di attenzione che Dio ha nei confronti di ogni persona, ma Dio chiede anche la collaborazione di altri fratelli per risolvere i problemi esistenziali delle tante persone che hanno a che fare con la quotidianità. La collaborazione, la condivisione, altro argomento per riflettere oggi sulla parola di Dio che ci offre opportuni stimoli per riscoprire la nostra appartenenza alla chiesa e alla comunità dei credenti, il nostro essere per gli altri, in quanto di tutto quello che facciamo, sia quello visibile e sia quello nascosto, di tutto dobbiamo rendere conto al Signore e nella misura in cui siamo fedeli e facciamo ogni cosa per amore, non possiamo non essere in pace con la nostra coscienza.

Paolo Apostolo della Lettura di oggi, tratta dalla sua prima lettera ai Corinzi ci ricorda in modo esplicitò tutto ciò.

In conclusione, la parola di Dio di questa ottava domenica ci aiuta a mettere al centro della nostra vita il Signore, ad aver fiducia in lui e a nutrire la segreta speranza che tutto è possibile in questo mondo se ci lasciando condurre dalla divina provvidenza in ogni cosa. Con il Salmo 61 possiamo pregare cosi: "In Dio è la mia salvezza e la mia gloria; il mio riparo sicuro, il mio rifugio è in Dio. Confida in lui, o popolo, in ogni tempo; davanti a lui aprite il vostro cuore". Il Signore sa ciò che sta veramente nel profondo del nostro cuore ed ogni cosa egli ben conosce. Ciò che può darci ce lo donerà, non ci farà attendere molto, ma se qualche ritardo ci sarà è solo per verificare la nostra fede e la nostra pazienza.

 

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