PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Tradizione e attualità

don Daniele Muraro  

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/02/2011)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

Sembra che la congerie di precetti morali che riempiono questa pagina di Vangelo non abbia niente a che fare con la sublimità delle beatitudini proclamate poco prima. In realtà ne costituisce la controprova.

Uno crede di essere pacifico, o più precisamente mite, ma poi gli capita un vicino a spazientirlo ed esplode in un accesso d'ira. Ciò significa che in lui la rabbia non era estirpata ma solo sedata e all'occasione propizia riemerge.

L'invito a non adirarsi con il proprio fratello allora verifica il livello della mitezza. Potremmo stabilire ulteriori paralleli. L'invito al perdono rende concreta la beatitudine della misericordia e quello alla riconciliazione la beatitudine della pace; il discorso sullo sguardo cattivo riprende la beatitudine della purezza di cuore. Una corrispondenza esiste anche tra la rinuncia ad ogni ostacolo nel cammino del bene e beatitudini come povertà, afflizione e vera giustizia in vista del Regno.

Introducendo queste nuove disposizioni Gesù dichiara di non mettersi in contrasto con Mosè e l'Antico Testamento, ma di portarli a compimento. Ciò avviene in due modi. La legge diventa interiore, riguardando non solo il comportamento esterno, ma anche l'intenzione; essa poi viene approfondisce nel contenuto in modo da far diventare importanti anche comportamenti prima considerati trascurabili.

Quando Gesù afferma: "Chi dice al fratello: 'Pazzo', sarà destinato al fuoco della Geènna", a noi sembra che esageri. Tuttavia per la persona normale è più difficile evitare di arrabbiarsi che non cadere nel peccato di omicidio e perciò non basta dichiararsi esenti da colpa grave se non si assume l'atteggiamento opposto della benevolenza verso il prossimo.

"Beati i miti" e beati "gli operatori di pace" è una fotografia fatta in studio con il soggetto fermo in posa. L'ingiunzione a non eccedere nell'ira, e quello successivo di lasciare la propria offerta ed andare a prima a riconciliarsi è un filmato preso sulla strada, in movimento, che descrive i passi necessari per giungere a tali beatitudini, evitando ogni passo falso da parte propria, fosse anche solo una parola detta male.

Quelle cose di cui parla Gesù nel Vangelo di oggi sono le più piccole nel campo di quelle proibite o comandate, ma sono le più importanti nel genere di quelle da osservare, perciò il loro premio sarà più grande.

Dobbiamo riconoscere che la portata delle varie istruzioni di Gesù è diversa tra loro, e non è facile attribuire loro il giusto valore. Per alcune, come quelle relative allo scandalo nessuno si aspetta che siano prese alla lettera, tanto meno il Signore. Per altre l'obbligatorietà è ribadita altrove.

Prima di passare alla pratica, talvolta non è inutile un approfondimento di interpretazione. Ad esempio la condanna dell'offesa di pazzia possiamo comprenderla meglio se teniamo presente che nell'originale ha una connotazione religiosa. Come se noi dicessimo: "Va' all'inferno" e perciò l'aggiunta del Signore è meno fuori misura di quanto sembri.

Tocca al Magistero della Chiesa fare di queste distinzioni e pronunciare i "sì" e i "no" decisivi che proteggono il Vangelo dal rischio di essere annacquato, sminuito e alla fine svuotato. Ai Vescovi, e in particolare del Papa e spetta il discernimento, a noi docilità.

Evidentemente una pronuncia in sede ufficiale su ciascuna circostanza è impossibile pretenderla. Rinunciare al proprio senso critico è un lusso che nessun cristiano si può permettere. A questo proposito ci sono due metodi opposti per unire verità e coscienza, fede tramandata e attualità, proposta del Vangelo e mentalità del mondo. Uno è giusto e l'altro sbagliato.

Il primo metodo consiste nell'applicarsi anzitutto all'insegnamento del Signore per ben comprenderlo e possederlo. Fra le varie proposte della società diventerà allora agevole discernere ciò è conforme alla volontà di Dio e ciò che invece le è contrario. Si accoglierà una possibilità, a cui magari non si era mai pensato, e si rigetteranno tentazioni tanto lusinghiere quanto dannose.

Il metodo sbagliato consiste nel dare la precedenza al pensiero corrente frequentando tutti quanti, parlando come i molti, fino a pensarla come gli altri. Al momento di far ritorno al Vangelo e all'insegnamento tradizionale, sarà inevitabile rigettare ciò che appare contrario alle tendenze generali e adattarvi il resto.

Nel caso del punto fermo assegnato alla dottrina della fede si ottiene una nuova intelligenza dei tesori nascosti nella proposta cristiana e una conferma della morale conseguente. Anche davanti a questioni nuove, mai presentatesi in precedenza, sarà possibile adottare posizioni in conformità allo spirito della formule e in continuità con esse.

Nel secondo caso si otterrà una espressione alterata del cristianesimo che sacrificando le esigenze del Vangelo alle inclinazioni del momento perde il contenuto proprio della fede invece che maggiore appropriarsene maggiormente.

Ciò che fu detto agli antichi tramite Mosè, è stato perfezionato in maniera definitiva da Gesù. Cambiano le situazioni esterne, non la verità delle sue parole. È una sapienza misteriosa, nascosta al mondo, ma imbattibile.

Ne va del giudizio finale del Signore sulla nostra vita. Esso sarà irreformabile non solo di diritto, ma anche di fatto: "Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli."

 

Ricerca avanzata  (53953 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: