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TESTO Chiesa e mondo

don Daniele Muraro  

V Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (06/02/2011)

Vangelo: Mt 5,13-16 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 13Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente.

14Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, 15né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. 16Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli.

Il primo contatto con la Chiesa, da parte di chi le è estraneo, avviene non con la sua dottrina, ma con i suoi costumi, ossia con il comportamento e gli esempi dei suoi fedeli. C'è un lato che attira nelle istruzioni della Chiesa ed è quello che riguarda l'amore fraterno. Uno non può non sentirsi smosso dall'appello alla solidarietà che abbiamo sentito nella prima lettura: "Non consiste forse [il digiuno che voglio], dice Dio, nel dividere il pane con l'affamato, nell'introdurre in casa i miseri, senza tetto?"

La storia ci dimostra che l'efficacia sociale dell'azione della Chiesa non è mai andata disgiunta dalla sua rettitudine morale. Si può essere generosi con il prossimo, solo se si è esigenti con se stessi. I santi di ogni epoca hanno inteso la loro missione verso il mondo più in chiave educativa che di beneficenza, ossia prendevano di mira più l'elevazione della condotta media che non la pubblica assistenza.

Per tutte queste ragioni Gesù ammonisce i discepoli che essi sarebbero stati "sale della terra". Il salato istintivamente suscita repulsione al gusto mentre il dolce risulta gradevole, ma Gesù ci invita a scoprire una sapienza misteriosa nascosta nell'apparente aspro codice etico che egli propone ai suoi discepoli.

Quando proclama l'irrinunciabilità di determinate esigenze morali sembra che La Chiesa imponga alla comune società fardelli troppo pesanti da portare e allora a motivo del suo messaggio può suscitare opposizioni. La funzione del sale è di garantire incorruttibilità e sapore ai cibi. Nella Chiesa risulta all'opera un principio di salvaguardia contro ogni pericolo di degradazione che le altre società non hanno ed è lo Spirito santo.

Della prima comunità cristiana negli Atti degli Apostoli viene detto che: "nessuno degli altri osava associarsi a loro, ma il popolo li esaltava." L'esteriore austerità dei costumi respingeva, ma la probità interiore affascinava.

Perciò i primi cristiani godevano di grande rispetto. Il loro ascendente era inversamente proporzionale al loro potere di influenza. Il primo è pubblico, il secondo rimanendo nascosto viene adoperato facendo leva su ragioni che talora divergono dai valori cui ci si dichiara interessati. Da un certo punto della storia in poi la Chiesa i cristiani hanno cominciato a misurarsi nella società con gruppi organizzati che adoperano i metodi contrari a quelli del Vangelo, e la segretezza è uno di questi.

Al contrario Gesù dopo l'immagine del sale aggiunge quella della luce a ribadire il nitore della sua Chiesa: "Voi siete la luce del mondo", evidentemente per lo splendore della verità che si accompagna alla sapienza della morale. Tale privilegio appartiene a tutta la comunità credente. "La totalità dei fedeli, dice il Concilio, avendo l'unzione che viene dal Santo, non può sbagliarsi nel credere, e manifesta questa sua proprietà mediante il senso soprannaturale della fede di tutto il popolo, quando 'dai vescovi fino agli ultimi fedeli laici' mostra l'universale suo consenso in cose di fede e di morale."

L'appartenenza alla Chiesa non si risolve in una comunanza di buoni sentimenti. Esiste una rivelazione a cui credere e anche la Chiesa, in quanto istituzione, ha il suo perimetro e le sue strutture che ne costituiscono il nerbo.

Essendo diversa da tutte le altre per la sua dottrina e la sua morale la Chiesa non può passare inosservata (sotto questo aspetto Gesù la paragona ad una città sopra il monte), ma per questo non deve sembrare inaccessibile; anzi ognuno che passa accanto vi dovrebbe poter godere del calore della sua accoglienza e del chiarore della sua dottrina. L'immagine della lucerna viene a completare e a semplificare le altre.

Arriviamo così alla questione radicale del rapporto tra la Chiesa e il mondo. "La comunità dei cristiani si sente realmente e intimamente solidale con il genere umano e con la sua storia... Nulla vi è di genuinamente umano che non trovi eco nel cuore dei discepoli di Cristo" dice il Concilio Vaticano secondo. La Chiesa dunque si propone a servizio dell'uomo.

Però con altrettanta chiarezza il Concilio dice che: "Il Signore comandò inoltre agli apostoli di annunciare il messaggio evangelico a tutte le genti, perché il genere umano diventasse la famiglia di Dio... (e per questo scopo) ha istituito attraverso il dono del suo Spirito una nuova comunione fraterna fra tutti coloro che l'accolgono con la fede e la carità: essa si realizza nel suo corpo, che è la Chiesa."

Se è vero che la Chiesa deve andare verso il mondo, anche il mondo è invitato ad entrare nella Chiesa. Il dialogo non può prescindere dall'annuncio. Infatti secondo la fulminante definizione di sant'Agostino "La Chiesa è mondo riconciliato".

In quanto visibile e temporale, la Chiesa è sempre riformabile, ma in quanto comunità di amore e di fede essa è il destino del mondo. Non vi è infatti altra fraternità possibile che nella casa comune voluta dal Padre.

L'esortazione finale del documento conciliare sulla Chiesa così recita: "Quanto più, in effetti, questa unità (della Chiesa) crescerà nella verità e nell'amore, sotto la potente azione dello Spirito Santo, tanto più essa diverrà per il mondo intero un presagio di unità e di pace. Perciò... cerchiamo di cooperare fraternamente, in una conformità al Vangelo ogni giorno maggiore, al servizio della famiglia umana che è chiamata a diventare in Cristo Gesù la famiglia dei figli di Dio."

 

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