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TESTO Integralisti di cuore

don Giovanni Berti

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/02/2011)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

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Qui Gesù proprio non mi piace!

Ammetto che è stato questo il primo pensiero che mi è venuto in mente leggendo il brano del Vangelo. Questa pagina segue il lungo discorso iniziato con le beatitudini, ma sinceramente mi sembra che lo spirito delle parole pronunciate sulla montagna sia lontano migliaia di chilometri, anche se è collocato nello stesso luogo.

Gesù parla di regole da osservare minuziosamente; parla di punizioni e giudizi anche per una semplice offesa. Gesù è duro anche con un solo sguardo di desiderio. Parla di occhi da cavare e mani da tagliare e menziona più volte il fuoco della Geena (una specie di discarica di rifiuti ai piedi di Gerusalemme... una sorta di anticipo di inferno!)

Gesù proprio non mi piace, e vorrei saltare alle pagine successive, e sento quasi la nostalgia del discorso arioso e liberante delle beatitudini.

Ma non posso saltare questa pagina! Anzi, è una sfidaspirituale che mi viene posta davanti.

In fondo è l'amico Gesù che parla, e le sue parole sono parole di vita eterna (come disse Pietro una volta, nel Vangelo di Giovanni al capitolo 6), quindi sono sicuro che queste parole, all'apparenza dure, sono parole anch'esse liberanti.

Sono "costretto" a leggere in profondità. Scopro così che in fondo Gesù, se da un lato rimarca la fedeltà alla tradizione religiosa a cui appartiene, non ne è un semplice esecutore, ma è uno che è venuto a "portare a compimento".

In Gesù, attraverso la sua vita e le sue parole, posso comprendere la portata liberante di tutta la fede che è narrata nell'Antico Testamento. Con Gesù, il piano di salvezza iniziato con Abramo, Mosè e tutti i profeti arriva al suo vertice.

In altre parole, non posso leggere i 10 comandamenti senza avere negli occhi e nel cuore Gesù, le sue parole e la sua vita. Non posso leggere i comandamenti senza Gesù, altrimenti non sono più leggi di libertà, e non ne comprendo il vero significato per me.

Più volte Gesù in questa pagina dice "avete inteso che... ma io vi dico..."

In questa maniera Gesù porta alla radice quello che viene enunciato dalla legge. La radice della legge è sempre l'amore, la relazione con Dio e con il prossimo. Non basta non uccidere, ma anche una piccola offesa è nella direzione dell'omicidio, perché il seme dell'odio è sempre piccolo, e se lo tollero alla fine diventa la grande pianta della violenza umana.

Non basta non ripudiare la moglie e non sciogliere i legami. Per Gesù anche un solo sguardo più iniziare un tradimento, anche un semplice atteggiamento di indifferenza e di poca attenzione può iniziare la strada della separazione.

Non basta per Gesù celebrare culti e intonare preghiere. Se la preghiera non è radicata in una vita di amore concreto allora diventa una preghiera inutile e sgradita a Dio. Per questo anche per noi, celebrare la messa non è sufficiente se non è in un reale contesto di amore del prossimo.

Più leggo queste parole, anche se sono dure, più mi accorgo che Gesù non le pronuncia per spaventarmi e per schiacciare la mia vita di fede in una buca di sensi di colpa. Al contrario Gesù, amico e maestro, mi vuole vero e mi vuole libero da falsi legalismi. Per Gesù alla fin fine non sono importanti la legge e le regole, ma a lui interessa che attraverso le regole e le leggi giungiamo ad una vera e piena comunione tra noi e con Dio. Lo scopo della legge antica di Israele era proprio questo: l'amore di Dio e del prossimo ( più avanti infatti nel Vangelo leggiamo: "...uno di loro, dottore della legge, gli domandò, per metterlo alla prova: «Maestro, qual è, nella legge, il gran comandamento?» Gesù gli disse: «"Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente". Questo è il grande e il primo comandamento. Matteo, 35-38). Molti farisei e scribi se l'erano dimenticato ed erano caduti in un legalismo che alla fine mortificava e non conduceva a Dio. Ecco perché Gesù stesso qui dice "se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli".
Ora mi piace questo Gesù! Si, ora posso dirlo!

Rimane duro e con parole di fuoco. Ma non è un fuoco che distrugge ma è una fiamma che illumina e scalda la vita spirituale.

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