PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Siate santi

Suor Giuseppina Pisano o.p.

Suor Giuseppina Pisano o.p. è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

VII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (20/02/2011)

Vangelo: Mt 5,38-48 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,38-48

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 38Avete inteso che fu detto: Occhio per occhio e dente per dente. 39Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l’altra, 40e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. 41E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. 42Da’ a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito non voltare le spalle.

43Avete inteso che fu detto: Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico. 44Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, 45affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti. 46Infatti, se amate quelli che vi amano, quale ricompensa ne avete? Non fanno così anche i pubblicani? 47E se date il saluto soltanto ai vostri fratelli, che cosa fate di straordinario? Non fanno così anche i pagani? 48Voi, dunque, siate perfetti come è perfetto il Padre vostro celeste.

"Siate santi, perché io, il Signore vostro Dio, sono santo."; questo dice il Signore ad ogni uomo perché ogni uomo, qualunque sia la sua appertenenza, porta in sé l'immagine del suo Creatore e Padre. Un'immagine che neanche il peccato è riuscito né riesce a cancellare, ma solo a sbiadire o deturpare.

La santità, dunque, non è prerogativa di pochi privilegiati, dotati di doni straordinari; ma è vocazione di tutti e di ognuno e, come tale, è realizzabile. Dio, infatti, non abbandona la sua creatura nel cammino della vita ma, come abbiamo visto anche la scorsa domenica, traccia per lui la via della salvezza, una via illuminata dalla sua Parola

e resa sicura dai comandamenti che regolano il rapporto con Dio e il rapporto con gli altri uomini.
Cos'è dunque la santità?

" Signore cosa devo fare per entrare nella vita eterna?"; chiederà un giorno a Gesù un capo dei farisei; e la risposta del Maestro nient'altro indica se non l'adempimento dei comandamenti: "Conosci i comandamenti?" , sono le parole di Gesù, Non commettere adulterio, non uccidere, non rubare, non dire il falso, ama tuo padre e tua madre..." (Lc.18,18-20).

La santità è, dunque, realizzare in se stessi la somiglianza con Dio vivendo in maniera conforme alla sua volontà che ci è rivelata nei comandamenti, legge universale ed inderogabile che si può sintetizzare nell'unico comandamento dell'amore che ha, come Gesù ci insegna, due destinatari: Dio e il prossimo: " Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo precetto. E il secondo è simile ad esso: amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due precetti dipende tutta la legge." (Mt.22,37-40)

Sul comandamento dell'amore si sofferma anche l'autore del libro del Levitico, il libro sacro che la liturgia, oggi, ripropone alla nostra riflessione:

"Non coverai nel tuo cuore odio contro il tuo fratello, recita il testo, "rimprovera apertamente il tuo prossimo, così non ti caricherai di un peccato per lui. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo; ma amerai il tuo prossimo come te stesso." . E' un linguaggio chiaro che non ha bisogno di commento ma solo di esser interiorizzato e tradotto in stile di vita quotidiana.

Molto tempo dopo, l'evangelista Giovanni dirà: " Se uno afferma di amare Dio e poi odia suo fratello, è mentitore, chi, infatti, non ama il proprio fratello che vede, non può amare Dio che non vede." ( I Gv.4,20).

Certo, amare non sempre è facile e non è facile neppure perdonare, ma è quel che esige l'amore, quell'Amore che ci ha creato e che ci vuole somiglianti a sè e pertecipi della sua stessa vita che è felicità eterna.

Questo conosciamo dalla rivelazione, parola di Dio, che Paolo così spiega: "Fratelli, non sapete che siete tempio di Dio, e che lo Spirito di Dio abita in voi? Se uno distrugge il tempio di Dio, Dio distruggerà lui. Perché santo è il tempio di Dio, che siete voi."

Siamo dunque il tempio vivo di Dio e, come tali, dobbiamo operare nella pienezza dell'amore, pienezza che ci è stata rivelata in Cristo Gesù con la parola e con la testimonianza della sua vita: una vita interamente offerta per la nostra redenzione.

"Amerai il tuo prossimo come te stesso." ; questo, il comandamento che abbiamo letto nel libro del Levitico; ma, per l'antico popolo dall'Alleanza la parola " prossimo" era riferita esclusivamente alla famiglia, al clan, alla tribù, all'intero popolo di Israele.Non comprendeva chi appartenesse ad altri popoli; solo con Gesù l'amore diventa universale e comprende ogni uomo, a qualunque nazione o etnia egli appartenga; ed è questo amore nuovo quello che Cristo ci comanda: un amore senza riserve, un amore senza limiti, un amore che raggiunge anche i malvagi; un amore che include anche il nemico.
E' quanto leggiamo nel passo del Vangelo di oggi che recita:

"«Avete inteso che fu detto: "Occhio per occhio e dente per dente". Ma io vi dico di non opporvi al malvagio; anzi, se uno ti dà uno schiaffo sulla guancia destra, tu pórgigli anche l'altra, e a chi vuole portarti in tribunale e toglierti la tunica, tu lascia anche il mantello. E se uno ti costringerà ad accompagnarlo per un miglio, tu con lui fanne due. Dai a chi ti chiede, e a chi desidera da te un prestito, non voltare le spalle.".

Son parole forse difficili da attuare; ma non esigono altro commento se non quello vivo che troviamo nella vita del Figlio di Dio, il Signore Gesù, Dio col Padre, che si sottopose al giudizio dell'uomo; accettò l'ingiusta condanna di un tribunale umano e morì perdonando i suoi uccisori, perché l'umanità intera fosse riconciliata con Dio.

Può sembrare assurdo che Dio muoia su una croce; ma è la verità stupenda dell'Amore che salva. Ecco perché Cristo, nostro Redentore e nostro Dio, può chiederci di amare anche chi ci fa del male, chi ci deruba, chi ci opprime, chi ci denigra, chiunque ci faccia soffrire. Non perché sia avvallata o ci si debba piegare supinamente ad ogni ingiustizia, ma per insegnarci che l'amore, quello che ci rende somiglianti a Dio, è la giustizia più alta.

"Avete inteso, recita il passo del Vangelo, che fu detto: "Amerai il tuo prossimo e odierai il tuo nemico". Ma io vi dico: amate i vostri nemici e pregate per quelli che vi perseguitano, affinché siate figli del Padre vostro che è nei cieli; egli fa sorgere il suo sole sui cattivi e sui buoni, e fa piovere sui giusti e sugli ingiusti."

Solo Cristo poteva dirci con autorevolezza queste parole indicandoci, con tutta la sua vita, la via della santità alla quale siamo chiamati: la santità di un amore che non ha confini.

 

Ricerca avanzata  (54001 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: