PERFEZIONA LA RICERCA

FestiviFeriali

Parole Nuove - Commenti al Vangelo e alla LiturgiaCommenti al Vangelo
AUTORI E ISCRIZIONE - RICERCA

Torna alla pagina precedente

Icona .doc

TESTO Ma io vi dico

Suor Giuseppina Pisano o.p.

Suor Giuseppina Pisano o.p. è uno dei tuoi autori preferiti di commenti al Vangelo?
Entrando in Qumran nella nuova modalità di accesso, potrai ritrovare più velocemente i suoi commenti e quelli degli altri tuoi autori preferiti!

VI Domenica del Tempo Ordinario (Anno A) (13/02/2011)

Vangelo: Mt 5,17-37 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 5,17-37

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 17Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, ma a dare pieno compimento. 18In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto. 19Chi dunque trasgredirà uno solo di questi minimi precetti e insegnerà agli altri a fare altrettanto, sarà considerato minimo nel regno dei cieli. Chi invece li osserverà e li insegnerà, sarà considerato grande nel regno dei cieli.

20Io vi dico infatti: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.

21Avete inteso che fu detto agli antichi: Non ucciderai; chi avrà ucciso dovrà essere sottoposto al giudizio. 22Ma io vi dico: chiunque si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio. Chi poi dice al fratello: “Stupido”, dovrà essere sottoposto al sinedrio; e chi gli dice: “Pazzo”, sarà destinato al fuoco della Geènna.

23Se dunque tu presenti la tua offerta all’altare e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, 24lascia lì il tuo dono davanti all’altare, va’ prima a riconciliarti con il tuo fratello e poi torna a offrire il tuo dono.

25Mettiti presto d’accordo con il tuo avversario mentre sei in cammino con lui, perché l’avversario non ti consegni al giudice e il giudice alla guardia, e tu venga gettato in prigione. 26In verità io ti dico: non uscirai di là finché non avrai pagato fino all’ultimo spicciolo!

27Avete inteso che fu detto: Non commetterai adulterio. 28Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore.

29Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. 30E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna.

31Fu pure detto: “Chi ripudia la propria moglie, le dia l’atto del ripudio”. 32Ma io vi dico: chiunque ripudia la propria moglie, eccetto il caso di unione illegittima, la espone all’adulterio, e chiunque sposa una ripudiata, commette adulterio.

33Avete anche inteso che fu detto agli antichi: “Non giurerai il falso, ma adempirai verso il Signore i tuoi giuramenti”. 34Ma io vi dico: non giurate affatto, né per il cielo, perché è il trono di Dio, 35né per la terra, perché è lo sgabello dei suoi piedi, né per Gerusalemme, perché è la città del grande Re. 36Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. 37Sia invece il vostro parlare: “Sì, sì”, “No, no”; il di più viene dal Maligno.

La liturgia eucaristica di questa domenica ha come tema centrale i comandamenti, quelle dieci parole date da Dio a Mosè. Norme di vita rivelate al popolo eletto e norme di vita iscritte nel cuore di ogni uomo che voglia vivere un'autentica libertà.

La libertà, infatti, come dirà anche Paolo, non può essere un pretesto per realizzare, sempre e comunque, i propri desideri, le proprie ambizioni e i propri progetti, anche a scapito degli altri, ma, al contrario, se è autentica, essa è la capacità di armonizzarsi con la libertà degli altri in un vivere civile e sociale pacifico e solidale, un vivere che, secondo il progetto di Dio, è guidato e animato dall'amore reciproco.

Ed ecco i comandamenti che ci parlano di amore e adorazione per Dio; di rispetto ed onore per i genitori; che ci dicono di non rubare, di non uccidere, di non ingannare, ecc.

Di questa fondamentale legge morale ed etica, ci parla anche il libro sapienziale del Siracide di cui la liturgia, oggi, ci fa rileggere un passo:

"Se vuoi osservare i suoi comandamenti, essi ti custodiranno; recita il testo, se hai fiducia in lui, anche tu vivrai...Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano.Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà."

I comandamenti, legge che Dio ha dato all'uomo, non sono un peso opprimente ma l'espressione dell'amore del Padre che tutela i suoi figli e li guida nel cammino della vita. Affinché esso sia un giusto cammino - " lampada per i miei passi è la tua parola", dirà il Salmista,"luce sul mio cammino"(sl.118) - è chiesto all'uomo di accogliere con fiducia la parola del suo Dio perché essa è parola di vita; l'unica che veramente tuteli il vivere di ognuno nella grande comunità degli uomini.

Tuttavia, l'obbedienza alla legge non può essere una coercizione. Dio non usa la forza, ma rispetta la libertà di ognuno come il Siracide ci ricorda:

"Egli ti ha posto davanti fuoco e acqua: là dove vuoi tendi la tua mano.Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male: a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà."

Sta, dunque all'uomo scegliere il proprio destino di vita o di morte, di accoglienza di Dio e della sua parola che salva e dà la vita, oppure un destino di morte e di disamore lontano dal suo Creatore e Padre.

"Aprimi gli occhi", prega il salmista, "perché io consideri le meraviglie della tua legge. Dammi intelligenza, perché io custodisca la tua legge e la osservi con tutto il cuore." (sl.118)

La piena osservanza della legge, l'obbedienza totale e convinta della parola di Dio, infatti, è un'obbedienza che parte dal cuore ed è ciò di cui ci parla, in questa domenica, il passo del Vangelo di Matteo che è parte del lungo discorso di Gesù sulle beatitudini.

"Non crediate che io sia venuto ad abolire la Legge o i Profeti; non sono venuto ad abolire, recita il testo, ma a dare pieno compimento. In verità io vi dico: finché non siano passati il cielo e la terra, non passerà un solo iota o un solo trattino della Legge, senza che tutto sia avvenuto."

L'Antico Testamento è la parola di Dio e Gesù lo ribadisce e ne riafferma tutto il valore fino a dire che chi trasgredisce anche il più piccolo dei comandamenti, sarà giudicato "minimo nel regno dei cieli". Ciò che Gesù attacca è, invece, la degenerazione dell'osservanza in freddo legalismo: un'osservanza formale, ormai priva di fede viva e di sincero amore, perché l'amore, appunto, è il " compimento" al quale il Signore si riferisce.

Il compimento della legge di cui Cristo parla è sinonimo di pienezza, quella pienezza che è il senso profondo della legge di Dio, riconosciuta, accolta e amata come dono che ci fa veramente uomini liberi, persone che agiscono con intelligenza e saggezza, anzi, con sapienza, come l'apostolo Paolo scrive:

"Fratelli, tra coloro che sono perfetti parliamo, sì, di sapienza, ma di una sapienza che non è di questo mondo, né dei dominatori di questo mondo...parliamo invece della sapienza di Dio..."; sapienza ci è donata in ogni parola rivelata.
Ed ecco l'insegnamento di Cristo:

"Avete inteso che fu detto agli antichi: . Ma io vi dico... chi si adira con il proprio fratello dovrà essere sottoposto al giudizio....." .

Non esiste infatti solo l'omicidio, a dare la morte fisica. Esiste anche l'odio, l'ira, la vendetta, il giudizio che, screditando, uccide; esiste il sospetto, la diffamazione; esiste il disprezzo e tutto quanto l'inimicizia e la mancanza d'amore generano, inquinando pesantemente i rapporti umani. E Gesù è inesorabile quando si agisce contro l'amicizia e l'amore, quell'amore che ci rende somiglianti a Dio, e cresce fino a renderci capaci di misericordia e perdono.

E' un amore che non ammette deroghe quello di cui Cristo parla, e che sta a fondamento di tutta la legge. Nessuna offerta, infatti, è gradita a Dio se chi presenta il suo dono non è capace di amare il suo prossimo.

"Se dunque tu presenti la tua offerta all'altare, ammonisce Gesù, e lì ti ricordi che tuo fratello ha qualche cosa contro di te, lascia lì il tuo dono davanti all'altare, va' prima a riconciliarti con il tuo fratello, e poi torna a offrire il tuo dono."
E il discorso del Signore continua:

"Avete inteso che fu detto: . Ma io vi dico: chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore." .

Infatti, son le cose che escono dal cuore quelle che contaminano l'agire umano, perché dal cuore, come leggiamo ancora in Matteo: " provengono pensieri malvagi, omicidi, adulteri, fornicazioni, furti, false testimonianze, bestemmie..." (Mt.15,19)

"Non commetterai adulterio..." , un comandamento che deve farci riflettere molto in questo nostro tempo, in cui matrimonio e famiglia non solo sono in crisi, ma vengono spesso irrisi e son soppiantati dalla moda di relazioni trasgressive, irregolari e passeggere, al di fuori e al di là di qualunque impegno morale.

Cosa significa oggi la famiglia per i nostri giovani; e che valore ha per loro, che sono il futuro della nostra società, il matrimonio benedetto da Dio?

"Non commetterai adulterio", ci dice Cristo, e aggiunge: "chiunque guarda una donna per desiderarla, ha già commesso adulterio con lei nel proprio cuore" . Ed è sempre il cuore quello che deve esser risanato dalla capacità di amare veramente; e amare significa donazione di sè, una donazione incondizionata, sincera profonda e fedele. Amare, non è possedere l'altro per il proprio piacere ma donarsi senza limiti, realizzando una profonda comunione che oltrepassa la sfera del corpo e diventa affinità interiore, in un legame che dura nel tempo, e, spesso, vorrebbe oltrepassarlo.

Qualunque sia il comandamento di Dio, dunque, e in qualunque modo si esprima la sua legge, essa è sempre fondata sull'amore ed ha come fine l'amore; infatti al fariseo che lo interrogava su quale fosse il più grande precetto della legge di Dio, Gesù rispose:

"Amerai il Signore Dio tuo con tutto il cuore, con tutta la tua anima, con tutta la tua mente. Questo è il più grande e il primo precetto. Ma il secondo è simile ad esso: Amerai il prossimo tuo come te stesso. Da questi due precetti dipende tutta la legge." (Mt.22,37-40)

E', infatti, l'amore che ci salva; ed è la salvezza ciò che veramente conta nella vita, altrimenti Gesù non avrebbe detto quelle parole tanto forti da sembrare a prima vista assurde:

"Se il tuo occhio destro ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo venga gettato nella Geènna. E se la tua mano destra ti è motivo di scandalo, tagliala e gettala via da te: ti conviene infatti perdere una delle tue membra, piuttosto che tutto il tuo corpo vada a finire nella Geènna."

Sta all'uomo scegliere il proprio destino che inizia già nel tempo e la sua scelta è tra la vita e la morte, tra il bene e il male, come abbiamo letto nel passo del Siracide:

"Davanti agli uomini stanno la vita e la morte, il bene e il male, a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà." .

La scelta fondamentale di tutta la nostra esistenza è nella nostra libertà: o con Dio, in Cristo, o lontano da lui, privi della vera libertà e di amore, quell'amore che pacifica e salva, ora nel tempo e poi per sempre.

 

Ricerca avanzata  (54006 commenti presenti)
Omelie Rituali per: Battesimi - Matrimoni - Esequie
brano evangelico
(es.: Mt 25,31 - 46):
festa liturgica:
autore:
ordina per:
parole: