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TESTO Portarono il bambino per presentarlo al Signore

don Romeo Maggioni  

Santa Famiglia di Gesù, Maria e Giuseppe (Anno A) (30/01/2011)

Vangelo: Lc 2,22-33 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,22-33

22Quando furono compiuti i giorni della loro purificazione rituale, secondo la legge di Mosè, portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore – 23come è scritto nella legge del Signore: Ogni maschio primogenito sarà sacro al Signore – 24e per offrire in sacrificio una coppia di tortore o due giovani colombi, come prescrive la legge del Signore.

25Ora a Gerusalemme c’era un uomo di nome Simeone, uomo giusto e pio, che aspettava la consolazione d’Israele, e lo Spirito Santo era su di lui. 26Lo Spirito Santo gli aveva preannunciato che non avrebbe visto la morte senza prima aver veduto il Cristo del Signore. 27Mosso dallo Spirito, si recò al tempio e, mentre i genitori vi portavano il bambino Gesù per fare ciò che la Legge prescriveva a suo riguardo, 28anch’egli lo accolse tra le braccia e benedisse Dio, dicendo:

29«Ora puoi lasciare, o Signore, che il tuo servo

vada in pace, secondo la tua parola,

30perché i miei occhi hanno visto la tua salvezza,

31preparata da te davanti a tutti i popoli:

32luce per rivelarti alle genti

e gloria del tuo popolo, Israele».

33Il padre e la madre di Gesù si stupivano delle cose che si dicevano di lui.

I genitori di Gesù "portarono il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, come è scritto nella legge del Signore". Una famiglia credente e praticante, che vive secondo "la legge dl Signore", cioè sente di fondare la propria casa "sulla roccia" e non sulla sabbia come dirà Gesù di chi vuol costruire il proprio domani con verità e sicurezza (cf. Mt 7,24-27).

Tutto all'opposto di oggi dove si pensa di vivere l'amore e la famiglia secondo propri personali criteri, soggettivi e slegati da ogni riferimento morale, in un culto - proprio qui nell'amore - della più assoluta emancipazione e privatizzazione. E con i media che li adorano. Naturalmente .. con i risultati che si costatano!

Ci domandiamo oggi, guardando alla Santa Famiglia di Nazaret: perché è necessario Dio nel mio amore e nella mia famiglia? Mi paiono cose così intime e private? Sentiamo cosa ci dice la Parola di Dio.

1) La casa sulla roccia

La Bibbia si apre con il primo canto d'amore tra un uomo e una donna: "Questa volta è osso delle mie ossa, carne della mia carne" (Gen 2,23). Così Dio aveva stabilito nel creare: "Non è bene che l'uomo sia solo: voglio fargli un aiuto che gli corrisponda. Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un'unica carne" (Gen 2,18.24). E' un progetto iscritto nella carne e nella psicologia della creatura uscita dalle mani di Dio Creatore e perciò struttura ed esigenza che precede ogni nostra scelta. Verità quindi dell'uomo e della sua più profonda natura. Realizzare questo amore significa riuscita, e quindi felicità autentica. Anzi.. l'unica poca vera felicità che può toccare a noi uomini. Gesù lo confermerà parlando proprio della fedeltà, e del divorzio concesso dalla Legge mosaica: "All'inizio però non fu così" (Mt 19,8). In mezzo a tante distorte visioni dell'amore, solo qui si trova la sua autentica definizione.

Di Dio, nell'amore, c'è bisogno anche per un dato di fatto. Il nostro cuore - dice papa Benedetto XVI - ha come ricevuto una iniezione di veleno, che è l'egoismo, che inquina ogni relazione umana. San Paolo ne racconta il dramma: "In me c'è il desiderio del bene, ma non la capacità di attuarlo; infatti io non compio il bene che voglio, ma il male che non voglio" (Rm 7,18-19). Il cuore è ferito; nell'uomo c'è qualcosa di rotto che solo la grazia di Cristo ora può aggiustare. Non per nulla, parlando del peccato, la prima conseguenza è la divisione e l'accusa reciproca tra i progenitori. Avventurarsi nell'amore senza la grazia di Cristo è andare verso il fallimento. Se Dio s'è mosso, non lo ha fatto per nulla o invano: alla buona volontà occorre il risanamento della libertà e del cuore. "Me infelice! - dice Paolo - Chi mi libererà da questo corpo di morte?.. per mezzo di Gesù Cristo nostro Signore" (Rm 7,24-25).

Infine per un ultimo motivo è necessario Dio in mezzo all'amore umano. Anche la coppia più fortunata ha sempre i suoi momenti difficili, le sue debolezze e i suoi appanni; anche perché il cuore... "è inquieto finché non riposa in Dio" (sant'Agostino). Non sempre si trova piena sazietà, e soprattutto, per continuare, c'è anche bisogno di perdono. Allora è necessario il ricupero di motivazioni di fede, soprannaturali. Sappiamo che il primo modo di amare Dio in una coppia, è amare il proprio coniuge. E come è gratuito l'amore di Dio per noi, così si richiede a volte questo salto di qualità nell'amore: nella gratuità e per amore di Dio. San Paolo scrive appunto: "Voi, mariti, amate le vostre mogli, come anche Cristo ha amato la Chiesa" (Ef 5,25). Sostanza del discorso: senza Dio l'uomo non riesce ad essere veramente uomo!

2) Rivestitevi della carità

"Sopra tutte queste cose (le virtù umane del volersi bene) rivestitevi della carità, che le unisce in un modo perfetto" (Epist.). L'amore umano ha certamente una componente emotivo-sensitiva (o innamoramento); si sostanzia però di un atto di libertà rinnovato ogni giorno che si traduce nel ricercare il bene della persona amata (almeno "come il proprio corpo", Ef 5,28); e si coniuga ogni momento nel rispetto, nella comprensione, nella tenerezza. Anche il modo di amare conta, soprattutto andando avanti negli anni. Oggi Paolo lo richiama: "Rivestitevi dunque di sentimenti di tenerezza, di bontà, di umiltà, di mansuetudine, di magnanimità, sopportandovi a vicenda e perdonandovi gli uni gli altri. Come il Signore vi ha perdonato, così fate anche voi" (Epist.). Il valore massimo è la serenità in famiglia (non i soldi, il prestigio..), che nasce da una coscienza pura: "E la pace di Cristo regni nei vostri cuori, perché ad essa siete stati chiamati in un solo corpo" (Epist.). Il lavorare è un mezzo; il fine è la famiglia!

Anche il rapporto genitori-figli ha le sue regole e le sue virtù che vanno coltivate. Negli uni e negli altri, con diritti e doveri. "Voi, figli, obbedite ai genitori in tutto; ciò è gradito al Signore. Voi, padri, non esasperate i vostri figli, perché non si scoraggino" (Epist.). "L'educazione è cosa del cuore", diceva don Bosco, .. non della televisione! Educare i figli alla corresponsabilità in famiglia, a partire anche dal sapere dire grazie, che è il contrario del "tutto dovuto" o dell'accontentarli sempre! "Onora tuo padre con tutto il cuore e non dimenticare le doglie di tua madre. Ricorda che essi ti hanno generato: che cosa darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?" (Lett.). Il dialogo sempre e comunque è la formula magica. Assieme alla pazienza, come fa Dio nei nostri confronti. Ricordandosi magari che tutti nella vita ci siamo un poco ribellati!

Allora bisogna impostare un programma che alimenti questi valori, con la preghiera in casa. Diceva madre Teresa di Calcutta: "La famiglia che prega assieme, sta assieme". La prima preghiera, naturalmente, è partecipare assieme alla messa festiva. E poi san Paolo ci esorta: "La parola di Cristo abiti tra voi nella sua ricchezza. Con ogni sapienza istruitevi e ammonitevi a vicenda con salmi, inni e canti ispirati, con gratitudine, cantando a Dio nei vostri cuori" (Epist.). Tenere in onore (e usare) in famiglia la Bibbia: leggerne un brano al giorno, e concludere con un salmo. La preghiera vera è sempre prima ascolto e poi risposta a Dio. E anche quella preghiera al mattino che consacra a Dio le opere della giornata: "E qualunque cosa facciate, in parole e in opere, tutto avvenga nel nome del Signore Gesù, rendendo grazie per mezzo di lui a Dio Padre" (Epist.).

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Simeone - come riferisce il vangelo di oggi - "uomo giusto e pio, aspettava la consolazione di Israele", ed ebbe il dono di incontrare il Messia, "salvezza preparata davanti a tutti i popoli e luce per tutte le genti". Una famiglia aperta a Dio vive serena nell'abbandono alla Provvidenza, ne sperimenta la guida e la premura. Come per Simeone, si può dire che "lo Spirito Santo è su di lei".

 

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