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TESTO Commento su Marco 3,7-12

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

Giovedì della II settimana del Tempo Ordinario (Anno I) (20/01/2011)

Vangelo: Mc 3,7-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: "Tu sei il Figlio di Dio!". Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.

Come vivere questa Parola?

Doveva essere veramente grande il fascino che Gesù esercitava se molti lo seguivano tanto da dover prevenire la necessità di una barca per non esserne schiacciato!

Il potere curativo spingeva malati di ogni genere a stargli dietro e addirittura a gettarsi su di Lui per poterlo toccare e guarire. Quanti incontravano Gesù non potevano non testimoniare la forza di Dio che la sua persona emanava. Doveva certamente essere il Messia atteso!

Anche i demoni al passaggio di Gesù erano costretti a inchinarsi davanti a Lui riconoscendone la natura divina: "Tu sei il figlio di Dio!".

E Gesù proprio da questi non accetta la testimonianza. Nessun compromesso con i demoni. Impone loro di tacere.

Chi ambisce il potere (come il demonio) non riconosce mai il potere-autorità-autorevolezza di un altro con gratuità e riconoscenza. Si inchina per compiacenza e diplomazia o per costrizione. Solo l'Amore riconosce l'Amore. E l'Amore sgorga da cuori umili e consapevoli della bellezza e grandezza dell'altro. È questo ciò che Gesù si aspetta dai malati e dai peccatori che libera con la sua potenza d'amore.

Oggi, nel mio rientro al cuore, mi guardo dentro e se trovo tendenze alla compiacenza e alla diplomazia egoica, chiedo a Gesù di guarirmi e liberarmi.

Signore Gesù, guarisci il mio cuore da ogni forma di ricerca di potere. Che io ti riconosca per il tuo amore crocifisso e umile.

La voce di un santo esorcista

Il sacerdote esorcista, oltre ad essere un ministro che in nome di Dio scaccia i demoni, è un ministro che catechizza le persone che ricorrono al suo ministero. Catechizzare vuol accompagnare in un cammino di fede. Poiché la liberazione non è frutto di semplici invocazioni, di recita di preghiere, ma rappresenta un vero itinerario di conversone, di desiderio di stare vicino al Signore, non solo in un particolare momento di difficoltà, ma per tutta una vita.
Don Giancarlo Gramolazzo

 

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