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TESTO Conviene che adempiamo ogni giustizia

don Romeo Maggioni  

Battesimo del Signore (anno A) (09/01/2011)

Vangelo: Lc 3,15-16.22-22 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

15Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, 16Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco.

22e discese sopra di lui lo Spirito Santo in forma corporea, come una colomba, e venne una voce dal cielo: «Tu sei il Figlio mio, l’amato: in te ho posto il mio compiacimento».

Gesù viene a ricevere il battesimo da Giovanni. Giovanni giustamente si rifiuta: "Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te". "Lascia fare", risponde Gesù, "non conosci bene la mia missione di Messia, che contempla la mia solidarietà coi peccatori; facciamo quel che è nel disegno di Dio!". Il Battista lo dirà poi, chiamando Gesù "l'agnello di Dio, colui che toglie il peccato del mondo!" (Gv 1,29).

Il battesimo di Gesù è l'inizio della sua missione e, in un certo senso, la sua consacrazione ufficiale come Messia. Lo dirà san Pietro: "Dio consacrò in Spirito Santo e potenza Gesù di Nazaret, il quale passò beneficando e risanando tutti coloro che stavano sotto il potere del diavolo" (At 10,38).

Analogamente il nostro battesimo segna la nostra identità e la nostra missione nella Chiesa: anche a noi è richiesto di "adempiere ogni giustizia" e lasciarci guidare dal disegno di salvezza stabilito da Dio per il tramite di Cristo.

1) IL BATTESIMO DI GESU'

Una teofania trinitaria avviene al Giordano: il cielo si squarcia sulla terra a dire l'iniziativa salvifica di Dio. E' lo Spirito ad essere comunicato, "come una colomba", quasi a rievocare che qui si riprende come una nuova creazione. I tempi messianici erano stati previsti come i tempi dello Spirito Santo: "Io effonderò il mio spirito sopra ogni uomo - aveva profetato Gioele - e diverranno profeti i vostri figli e le vostre figlie" (3,1). Qui al Giordano proprio lo Spirito identificherà il Messia: "Io non lo conoscevo - testimonia il Battista -, ma proprio colui che mi ha inviato a battezzare nell'acqua mi disse: Colui sul quale vedrai discendere e rimanere lo Spirito, è lui che battezza nello Spirito Santo" (Gv 1,33). Questo Spirito che ore riempirà l'esistenza terrena del Figlio di Dio, alla fine sarà lo stesso Spirito che il Figlio offenderà sugli apostoli e su tutta la Chiesa quale forza di trasformazione e di santificazione.

A conferma di una speciale identità e missione, viene la voce del Padre: "Questi è il Figlio mio, l'amato: in lui ho posto il mio compiacimento". Il Battista ne fu colpito: "E io ho visto e ho testimoniato che questi è il Figlio di Dio" (Gv 1,34). Figlio amato cui va l'assenso del Padre e il suo compiacimento; come di lui era stato già detto: "Ecco il mio servo che io sostengo, il mio eletto in cui mi compiaccio. Ho posto il mio spirito su di lui" (Is 42,1). E' quel Servo di Jahvè, il Servo sofferente "per le cui piaghe noi siamo stati guariti" (Is 53,5). San Paolo oggi dà un contenuto preciso a questa missione: "Egli è la nostra pace, ..per riconciliare tutti in un solo corpo, per mezzo della croce, eliminando in se stesso l'inimicizia" (Epist.).

Proprio per questa sua speciale missione di redentore, Gesù si presenta in fila con tutti gli uomini bisognosi di salvezza, con una solidarietà fin dall'inizio che scandalizzerà tutti i benpensanti; un giorno sarà esplicito: "Io non sono venuto a chiamare i giusti, ma i peccatori" (Mt 2,17). Una solidarietà che è piena condivisione della nostra condizione di uomini: "Infatti non abbiamo un sommo sacerdote che non sappia prendere parte alle nostre debolezze: egli stesso è stato messo alla prova in ogni cosa come noi, escluso il peccato" (Eb 4,15). E lui, prima di tutti e più di tutti, riceve quel "battesimo di conversione" per esprimere il primo atto di ogni uomo di fronte alla salvezza promessa: l'apertura e l'accoglienza del dono. La fede deve sempre precedere il nostro accostarci a Dio!

2) IL NOSTRO BATTESIMO

Isaia invita: "Cercate il Signore mentre si fa trovare, invocatelo mentre è vicino" (Lett.). Anche Gesù aveva cominciato così: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino" (Mt 4,17). Ogni sacramento è sacramento di fede, esige la fede. Oggi più che mai; la Chiesa impone un Catecumenato a chi richiede il Battesimo. Certamente per conoscere e stimare il dono di Dio; ma soprattutto - e questo è più difficile - per esprimere un bisogno di salvezza a partire da una coscienza di peccato, di insufficienza umana, e quindi di perdono: "Ritorni al Signore che avrà misericordia e al nostro Dio che largamente perdona" (Lett.). Se a noi il Battesimo è dato da infanti, è la fede dei genitori che è richiesta; ma soprattutto si esige una graduale ratifica ogni anno, l'adesione che ufficialmente si fa nella Veglia Pasquale assieme a tutta la comunità dei credenti.

Come per Gesù, lì anche al nostro battesimo viene proclamato: "Tu sei il figlio mio amato". E' il dono dello Spirito che ci fa realmente figli di Dio: "Voi non avete ricevuto - dice Paolo - uno spirito da schiavi per ricadere nella paura, ma avete ricevuto lo Spirito che rende figli adottivi, per mezzo del quale gridiamo: Abbà! Padre!" (Rm 8,15). Essere figli significa poi essere fratelli tra di noi: "Per mezzo di lui infatti possiamo presentarci, gli uni e gli altri (ebrei e pagani), al Padre in un solo Spirito" (Epist.). Il battesimo ci fa un "solo uomo nuovo" (Epist.), appunto come un corpo solo, ben oltre ogni barriera razziale, sociale, e perfino sessuale: "Non c'è Giudeo né Greco; non c'è schiavo né libero; non c'è maschio né femmina, perché tutti voi siete uno in Cristo" (Gal 3,28). "In lui tutta la costruzione cresce ben ordinata per essere tempio santo del Signore; in lui anche voi venite edificati insieme per divenire abitazione di Dio per mezzo dello Spirito" (Epist.).

Questo solo Corpo, questo "Christus totus" (sant'Agostino) è la Chiesa che col battesimo diviene la nostra casa comune, la famiglia di Dio. "Così non siete più stranieri né ospiti, ma siete concittadini dei santi e familiari di Dio, vendo come pietra d'angolo lo stesso Cristo Gesù" (Epist.). Bisogna prender coscienza della fortuna d'appartenere alla più vasta schiera del popolo che Dio si è scelto, dai profeti, agli apostoli, alla lunga schiera di santi che forma la Chiesa di Dio! Dice la Lettera agli Ebrei: "Voi vi siete accostati al monte Sion, alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a migliaia di angeli, all'adunanza festosa e all'assemblea dei primogeniti i cui nomi sono scritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti resi perfetti, a Gesù mediatore dell'alleanza nuova, e al sangue purificatore, che è più eloquente di quello di Abele" (12,22-24). Potremmo tradurre: la fiera coscienza di appartenere alla Chiesa di un Agostino, di un san Francesco, di una Madre Teresa di Calcutta, ecc.. Ma, molto più, alla intima famiglia di Casa Trinità!

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Il prefazio traccia il disegno globale della vicenda di ogni uomo, dove al centro sta il battesimo che fa compiere un tornante di 180 gradi al destino dell'uomo: "Erano nati secondo la carne, camminavano per la colpa verso la morte; ora la vita divina li accoglie e li conduce alla gloria dei cieli". E ancora: "Oggi l'acqua, da te benedetta, cancella l'antica condanna, offre ai credenti la remissione di ogni peccato e genera figli di Dio destinati alla vita eterna". Scoprire e credere al battesimo è dare certezza e speranza nuova alla nostra grama esistenza d'ogni giorno!

 

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