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don Daniele Muraro  

IV Domenica di Avvento (Anno A) (19/12/2010)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

San Luca ci racconta la nascita di Gesù dal punto di vista di Maria, san Matteo da quello di Giuseppe. Nel complesso vediamo scorrere una vicenda più affascinante di tutti i romanzi. Essa infatti ci racconta non fantasticherie, ma gli inizi della nostra salvezza.

Possedendo la storia nelle due versioni, noi non riusciamo a misurare del tutto il dramma di Giuseppe; a lui va comunque la nostra simpatia. Condizionati dall'esito felice, nel considerare l'episodio odierno, oltre alla freddezza di giudizio, evitiamo anche l'errore contrario di un sentimentalismo sdolcinato.

Ci possiamo chiedere perché Maria non si è confidata spontaneamente o perché Dio non ha mandato prima il suo messaggero. Sono curiosità legittime, ma vuote, che ci allontanano dal cuore del mistero. Dopo le parole dell'angelo nel sonno, il segreto di Maria diventa il segreto di Giuseppe.

Della vicenda di Giuseppe e Maria non capiremo mai niente se non mettiamo al centro il bambino Gesù: è Lui che Maria aspetta e diventa Lui il principale destinatario delle attenzioni di Giuseppe. Al compito di allevare Gesù, Maria e Giuseppe si dedicheranno interamente per anni, a favore nostro, di noi che siamo qui ad ascoltare.

Con l'apparizione dell'angelo Dio toglie Giuseppe dalle sue angustie, ma non lo lascia sfaccendato. La risoluzione di tirarsi da una parte non viene approvata, anzi lo sposo di Maria viene sollecitato ad adempiere il suo ruolo divenendo compartecipe del piano di salvezza. All'opposto che vedersi confermato nella sua sensazione di inutilità, Giuseppe si trova valorizzato nella sua funzione di capofamiglia legale e sociale del Messia.

Constatata la maternità di Maria, Giuseppe si stava ritirando messo alle strette tra l'ottima considerazione che si era formato della sua sposa e il dato irrefutabile. Dio risponde indicandogli la sua presenza negli eventi.

Dopo la comunicazione dall'alto, il giusto Giuseppe gode di una nuova più esatta e profonda consapevolezza; non vede più la sua sposa lontana, distante dalla sua vita, ma la contempla nella luce di Madre del Messia, incarico nel quale anche lui è coinvolto.

Quando Giuseppe obbedisce all'ordine non lo fa rassegnatamente, ma vi partecipa con tutto se stesso. Quella missione corrisponde al suo essere: egli è discendente di Davide e dunque erede della promessa e suo collaboratore; non verrà meno alla fiducia assegnatagli.

Giuseppe ha capito che Dio lo invita a lasciare il meno per il più: perde il ruolo comune per uno speciale; abbandona il posto in disparte per la scena centrale. Allora cambia la faccia indispettita con un volto lieto e premuroso.

Il nome Giuseppe significa "Dio ha aggiunto". La profezia si compie nella maniera più estesa possibile in quest'uomo, erede delle promesse dei Padri. Curiosamente nel significato del nome Giuseppe si accomuna ad Augusto, l'imperatore romano del censimento, il padrone di tutta la terra, colui che aveva proclamato la pace universale, chiudendo in Roma le porte del tempio della guerra; ma per far crescere il suo Figlio diventato figlio di Maria, Dio si fida più del mite Giuseppe che del grande Augusto.

Dopo la rivelazione dall'alto Giuseppe è di nuovo in grado di accogliere Maria, in sintonia con il dono che Dio ha vorrà manifestare all'umanità attraverso la nascita di Gesù. A Natale noi riceviamo quel bambino, speranza del suo popolo, dalle mani di entrambi, Maria e Giuseppe, servitori a diverso titolo dell'unico disegno di salvezza.

"Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati!" spiegava l'angelo. Non è che i peccati non esistono, ma essi assumono un colore diverso da quello che immagina un perplesso Giuseppe.

Giuseppe saprà distinguere più acutamente il male dal bene nella sua storia personale e in quella generale con lo svolgersi degli eventi, per esempio al momento della persecuzione di Erode, costretto a fuggire in Egitto. Là guadagnerà il pane per la sua famiglia, lontano da ogni appoggio per conoscenze precedenti.

Sarà anche patendo questa solitudine che egli contribuirà all'avanzamento del progetto di Dio. In terra straniera infatti egli non vive da solo, bensì nella compagnia di Gesù e Maria e perciò nella presenza di Dio. Da Lui poi, cessato il pericolo, riceverà il "via libera" per il ritorno.

Il servizio che Giuseppe presta a Maria e al bambino si risolve dunque in un arricchimento per stesso benefattore. Mai come in questo caso far posto al prossimo e far posto a Dio sono due atteggiamenti coincidenti. Giuseppe ama Dio che (ancora) non vede nella persona di Maria che vede, bisognosa di lui e su cui si è posato lo Spirito dell'Onnipotente.

Dall'angelo Giuseppe non riceve come comunemente capita un segno, ma ha molto di più: la dimostrazione della realtà che egli stesso può controllare riscontrando nei fatti quanto trova scritto nel Profeta: "Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa 'Dio con noi'".

Per Giuseppe, avvisato dall'angelo, accogliere la Parola scritta nel suo significato completo e accogliere la Parola ancora muta e chiusa alla vista del mondo, ma già pulsante di vita nel grembo di Maria, è una cosa sola.

Che Giuseppe, scelto da Dio per portare a compimento il suo piano di salvezza, aiuti anche noi in questi giorni ad tenere collegati e reciprocamente accresciuti fede, preghiera e servizio fraterno.

 

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