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TESTO Commento su Matteo 3,13-17

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Battesimo del Signore (Anno A) (09/01/2011)

Vangelo: Mt 3,13-17 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 3,13-17

In quel tempo, 13Gesù dalla Galilea venne al Giordano da Giovanni, per farsi battezzare da lui. 14Giovanni però voleva impedirglielo, dicendo: «Sono io che ho bisogno di essere battezzato da te, e tu vieni da me?». 15Ma Gesù gli rispose: «Lascia fare per ora, perché conviene che adempiamo ogni giustizia». Allora egli lo lasciò fare. 16Appena battezzato, Gesù uscì dall’acqua: ed ecco, si aprirono per lui i cieli ed egli vide lo Spirito di Dio discendere come una colomba e venire sopra di lui. 17Ed ecco una voce dal cielo che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento».

COMMENTO ALLE LETTURE

a cura di Padre Gianmarco Paris

Nella Chiesa mozambicana sono molto rari i battesimi dei bambini con pochi mesi di vita. La società e la cultura locale non hanno assorbito il cristianesimo al punto da considerare normale battezzare un bambino poco tempo dopo la sua nascita. Si entra a far parte della Chiesa mediante una scelta che avviene molte volte durante l'adolescienza o la giovinezza, e in non pochi casi in piena età adulta. Questo passo, che in un certo senso segna la vita della persona, è preparato dal cammino del catecumenato, che dura circa cinque anni.

Anche se questa diversa pratica pastorale non garantisce di per sé una scelta per Cristo più profonda e totale rispetto al cristiano della società tradizionalmente religiosa, aiuta a percepire cosa era per i primi cristiani il battesimo: una scelta profonda dell'uomo adulto e cosciente, un passaggio decisivo da un certo modo di vivere (da pagani) ad una vita nuova, segnata dall'adesione ad una persona, Cristo, che passa a caratterizzare atteggiamenti e comportamenti nuovi rispetto al passato, rendendo ragione del nuovo nome di "cristiano".

Questa prassi della chiesa primitiva e delle chiese dei paesi di recente evangelizzazione può aiutarci a penetrare nel significato della festa del Battesimo di Gesù. Infatti il battesimo del cristiano è la partecipazione sacramentale, che significa reale e celebrata in un rito, a ciò che il battesimo al fiume Giordano ha significato per Gesù. Diventa allora importante chiederci cosa ha significato per Gesù (attraverso la comprensione della Chiesa primitiva) il battesimo ricevuto da Giovanni.

Quando sente arrivato il tempo di manifestare agli uomini il volto del Padre, la sua volontà sugli uomini, Gesù scende dalla Galilea in Giudea, e si unisce alla gente che andava da Giovanni battista.

Lungo il Giordano Giovanni il precursore amministrava un battesimo di penitenza, chiamando i suoi contemporanei alla conversione per preparare la venuta del Messia. Nella fila di coloro che si riconoscono peccatori e bisognosi del perdono divino si colloca anche Gesù, sapendo e volendo ciò che sta per fare. Giunto da Giovanni è riconosciuto come il Messia: io ho bisogno di essere battezzato da te e tu vieni da me? Ma Gesù gli risponde che quel gesto è necessario, affinché si compisse ogni giustizia. Questo breve dialogo a mezza voce tra Giovanni e Gesù, che di certo nessuno in quel momento ascoltò, sta al centro della scena con cui Matteo presenta il battesimo di Gesù. Non si tratta soltanto di umiltà da parte di Giovanni verso colui che è più forte; c'è in gioco qualcosa di più importante. Infatti Matteo ci presenta qui Gesù alla sua prima apparizione, adulto e cosciente della sua missione di compiere "ogni giustizia". Dobbiamo intendere con questa espressione la volontà di Dio, quella espressa nella Scrittura e portata al suo compimento, che Gesù con la sua vita e insegnamento esprime e fa conoscere ai suoi discepoli. Capiamo dunque il valore programmatico delle prime parole che Gesù pronuncia nel vangelo di Matteo e che dicono il senso di tutta la sua vita e missione: egli è il Figlio di Dio (come i primi capitoli di Matteo hanno già evidenziato) soprattutto perché obbedisce liberamente alla volontà del Padre. Fa parte della volontà divina che il Figlio senza peccato si confonda tra i peccatori e sia trattato da peccatore, per portare su di sé il peccato del mondo e aprire all'umanità il cammino della salvezza. Come Figlio obbediente egli salva l'umanità, poiché il peccato consiste nella disobbedienza alla volontà divina. È per questo che dopo il battesimo Gesù vede lo Spirito venire su di Lui e i presenti sentono, come un tuono che rimbomba sulle acque (salmo 28), la voce celeste che riconosceva in quell'uomo il figlio amato in cui Dio si compiace.

Quella voce fa eco alle parole pronunciate dal profeta Isaia, che la liturgia ci presenta nella prima lettura: il Signore si compiace del suo eletto, per la missione che Egli ha accolto, di portare il diritto alle nazioni e per lo stile umile e fermo con cui la realizza. Ciò lo rende luce per tutti i popoli, soprattutto per coloro che non vedono o non possono camminare verso la pienezza della vita.

Letto così il vangelo, possiamo percepire il valore di questa festa liturgica: il battesimo di Gesù racchiude e anticipa il senso della sua morte e risurrezione, cioè l'obbedienza alla volontà di Dio; e svela anche il senso della sequela di Gesù: ogni suo discepolo è chiamato ad entrare nello stesso cammino di obbedienza. Gesù compie la volontà del Padre sia perché manifesta il senso profondo dei comandamenti dell'Antico Testamento, sia perché li osserva pienamente, fino al punto di offrire la sua vita: infatti la croce è il compimento del cammino che è cominciato al Giordano, il cammino dell'obbedienza al Padre. Gesù anche nella scena del battesimo è il modello che ogni cristiano è chiamato a seguire; come Dio ha risposto a Lui, salvandolo dalla morte, così risponderà a tutti i suoi discepoli che avranno il coraggio di seguirlo nel compimento della volontà di Dio.

S. Pietro nel discorso riportato da Luca nella seconda lettura ci ricorda che il cammino della salvezza non è più l'appartenenza al popolo di Israele, ma la fiducia in Dio e l'obbedienza alla sua volontà.

La festa del battesimo di Gesù ha giustamente a che vedere con il nostro battesimo, ma per una ragione forse più profonda di quanto possiamo pensare spontaneamente: essere battezzati significa per noi, come ha significato per Gesù, scegliere come cammino della vita l'obbedienza alla volontà di Dio, che chiede il coraggio di rinunciare a se stessi per seguire Gesù fino alla croce, fino al dono di noi stessi per amore.

È necessario pertanto che ciascuno di noi si chieda in che misura sta vivendo il battesimo che lo ha reso figlio di Dio; in cosa consiste per sé qui ed ora la volontà di Dio, che tutti riconosciamo espressa negli insegnamenti del vangelo, ma che si concretizza in modo diverso a secondo della nostra vita. Anche per ciascuno di noi discepoli, come per Gesù nostro maestro, il battesimo ricevuto all'inizio del nostro cammino, deve accadere giorno dopo giorno: così diventeremo realmente cristiani.

 

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