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TESTO Ti benedica il Signore e ti custodisca

don Romeo Maggioni  

Ottava del Natale del Signore - Circoncisione del Signore (01/01/2011)

Vangelo: Lc 2,16-21 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 2,18-21

18Tutti quelli che udivano si stupirono delle cose dette loro dai pastori. 19Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel suo cuore. 20I pastori se ne tornarono, glorificando e lodando Dio per tutto quello che avevano udito e visto, com’era stato detto loro.

21Quando furono compiuti gli otto giorni prescritti per la circoncisione, gli fu messo nome Gesù, come era stato chiamato dall’angelo prima che fosse concepito nel grembo.

Oggi ci scambiamo tutti il "Buon Anno!" come simpatico augurio.. porta fortuna! La Parola di Dio oggi lo precisa dando contenuto ai nostri auspici: "Ti benedica il Signore e ti custodisca. Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace" (Lett.).

Pace interiore, e pace per tutto il mondo, per la quale oggi tutti preghiamo.

Ma in che consiste la benedizione del Signore che desideriamo accompagni i nostri giorni di questo nuovo anno?

La pagina di Paolo ce ne dà lo spunto col farci guardare a quel Gesù che per primo e in un modo esemplare ha vissuto le opere e i giorni dalla nostra stessa quotidianità feriale.

1) Svuotò se stesso

Si dice di Dio - ne abbiamo appena fatto memoria in questo Natale - che un giorno lasciò la sua splendida dimora divina per assumere la povertà della nostra condizione umana, divenendo così pienamente partecipe della nostra storia e della sua quotidiana vicenda non proprio sempre esaltante: "Egli, pur essendo nella condizione di Dio, non ritenne un privilegio l'essere come Dio, ma svuotò se stesso assumendo una condizione di servo, diventando simile agli uomini". Mistero, cioè fatto, impensabile, sorpresa inaudita quella di un Dio che si interessa a noi: "e il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,14). A vivere con noi i giorni di questo nuovo anno - così insicuri e senza grandi speranze se stiamo alle nostre forze e ai nostri propositi - s'è unito il Figlio stesso di Dio, divenuto Figlio dell'uomo per accompagnarci e sostenerci con il suo esempio e la sua grazia. Come dire: una risorsa formidabile è stata gettata nella nostra storia per cambiarle destino e darle speranza. Con lui, l'eterno ha assunto il tempo, la nostra mortalità l'immortalità.

E si è inserito come salvatore: "Gli fu messo nome Gesù". Precisa Matteo nel passo parallelo: "egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati" (1,21). "Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui" (Gv 3,17). Ha compiuto la sua opera fino al dono totale di sé: "Nessuno ha un amore più grande di questo: dare la sua vita per i propri amici" (Gv 15,13). E la prosegue rendendo presente quel suo sacrificio salvifico nella forma sacramentale dell'Eucaristia, perché non manchi a nessuno la sua presenza e il suo sostegno, fino ad affiancare la nostra libertà con la comunione che facciamo. L'aveva promesso: "Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo" (Mt 28,20). Ogni domenica, uscendo da messa, anche noi - come i pastori - dovremmo contagiare la gente di stupore e gioia.. "per quello che abbiamo visto e udito", per l'incontro col "Dio con noi".

Allora, "se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?" (Rm 8,31). Questa era la sicurezza di Paolo, questa è la nostra sicurezza nell'intraprendere il cammino di questo nuovo anno. Nei momenti facili e in quelli difficili. Infatti, "tutto concorre al bene per quelli che amano Dio" (Rm 8,28). Ci capiterà anche di essere infedeli; lui è fedele, non ritira la sua premura di Padre e di salvatore. E.. misericordioso, pronto a perdonarci e farci ricominciare da capo. Ci saranno tentazioni e prove, ma - dice sant'Ambrogio - "nessuno può strappare da te Cristo, se tu stesso non ti strappi a lui". Del resto Gesù stesso ce lo ha assicurato: "Le mie pecore.. nessuno le strapperà dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle dalla mano del Padre" (Gv 10,28-29).

2) Lo esaltò

Si cerca sempre una formula vincente nella vita, un qualcosa che dia fortuna, o meglio che dia riuscita alla propria esistenza. L'anno che iniziamo ha una filigrana che va letta perché sia la trama profonda che dà senso al nostro vivere. Ogni domenica la Liturgia ci mette davanti l'unico esemplare di uomo pienamente riuscito, l'uomo Cristo Gesù. "Abbiate in voi gli stessi sentimenti di Cristo Gesù" (Epist.). La sua formula vincente può essere drammatica, ma è l'unica che ha dato risultati. Dice sempre Paolo: "Dall'aspetto riconosciuto come uomo, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e a una morte di croce. Per questo Dio lo esaltò e gli donò un nome che è al di sopra di ogni altro nome" (Epist.). L'obbedienza a Dio, la fiducia e l'abbandono a Lui porta alla vita, e alla vita eterna. Di fronte alla morte non c'è scampo per nessuno, se non un'unica via d'uscita: "Padre, nelle tue mani consegno il mio spirito" (Lc 23,40).

Ogni giorno di questo nuovo anno, come sempre e più, saremo .. ‘pervasi' da una pressione pubblicitaria con proposte d'ogni tipo di successo nella vita. La prima libertà è il disincanto, e in qualche modo il rifiuto, il "digiuno televisivo". Ma in positivo è lo spazio da dare a riprodurci nel cuore quel modello di vita riuscita che è Gesù e i suoi insegnamenti ed esempi. Oggi ci è presentata una icona decisiva, Maria, la madre di Gesù: "Maria, da parte sua, custodiva tutte queste cose, meditandole nel cuore". Custodire nella meditazione. Trovare - per disintossicarsi - un angolo ogni giorno per la preghiera e per la lettura della Parola di Dio. E' un buon proposito, da iniziare subito, per questo nuovo anno! Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. Se non si trova spazio per Dio, quello vero, ci si ridurrà a credere ad altri idoli. "Quanti padroni - diceva sant'Ambrogio - finiscono con l'avere quelli che rifuggono dall'unico Signore!".

Io credo che molti stress e depressioni - che aumentano - nascano anche e soprattutto dal non avere idee e certezze precise sulla nostra identità e destino. Leggere male la vita - cioè in modo sbagliato - significa aumentare enigmi e scoraggiamenti, quando non disperazione. La fede ci dà il senso vero della vita e la chiarezza sul suo destino: Dio ci ha fatti figli di Dio per divenirne eredi. Chi si ostina a leggere solo il segmento terreno, s'ingolfa nell'assurdo! E il nocciolo della fede consiste in una persuasione che vince ogni prova: quella che Dio vede e vuole il mio bene più di quello che io non veda e voglia di me. Cioè che il progetto che lui ha su di me - e mi aiuta a realizzarlo - è ben più grande di quel che io quest'anno cercherò di arraffare, anzi ben più grande d'ogni mia più grande aspirazione. Per questo mi ha insegnato a pregare: "Sia fatta la tua volontà, come in cielo così in terra". Di me, Signore, .. fai tu che fai meglio!

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Col che significa che l'unico modo decente di affrontare la vita e un anno nuovo è quello di viverlo da cristiano. Lo dice il Concilio: "Chi segue Cristo, l'uomo perfetto, si fa lui pure più uomo" (GS 42), cioè veramente uomo! E quando il cuore dell'uomo è cambiato, .. forse si può sperare anche di cambiare il corso della vita civile che sembra sempre più andare alla deriva. Siamo fieri - crediamolo e facciamolo - di essere veramente il sale della terra, la luce del mondo, il lievito che senza troppo strepito, lavora a generare un mondo diverso.

 

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