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TESTO Giuseppe e Maria in attesa

don Roberto Rossi  

IV Domenica di Avvento (Anno A) (19/12/2010)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

L'evangelista Matteo oggi ci presenta, accanto a Maria Ss, la figura di Giuseppe. Egli è chiamato "uomo giusto", e la sua giustizia si rivela nella scelta di osservare la legge senza però che questa osservanza si volga contro la vita della sua promessa sposa, anche se all'inizio questa gli appare colpevole di una trasgressione grave della legge stessa. Sembra, in questo atteggiamento a cui Matteo accenna, che Giuseppe sia alla ricerca di un'armonia con se stesso e la propria coscienza, da un lato, che gli impedisce di disobbedire alla legge di Mosè, ma dall'altro che egli voglia evitare ogni forma di violenza. È come se l'intuizione di Giuseppe sia quella che l'amore per la Legge non può diventare mai disprezzo per le persone, e debba anzi concretizzarsi in un amore per esse. Giuseppe fa questa scelta prima di ricevere in dono una rivelazione da parte di Dio. Questo dono che scende dall'alto, infatti, è come un seme deposto su una terra che già è buona, già è caratterizzata da una capacità di custodire e discernere, su cui poi si innesterà la sua missione di custode del Messia e di sua madre.

L'itinerario di Giuseppe prende le mosse da questa sua attitudine alla pace e all'amore. Da qui, egli avvia un cammino che lo porterà a fare come gli ha ordinato il messaggero del Signore. Quali sono i passi di questo cammino?

Il primo è "considerare queste cose": riflettere su quanto gli stava accadendo, soppesare le situazioni, cercare non soltanto di vivere le circostanze, ma anche di tornarci sopra ripensandole. Riflettere è la capacità di chi sa stare con se stesso, e nello stesso tempo sa guardarsi un po' a distanza. Insieme vicini e lontani a noi stessi, quando riflettiamo diventiamo in ogni caso più vivi, più padroni di ciò che abbiamo vissuto e di quanto siamo chiamati a vivere.

Il secondo passo è "sognare". Dio parla nel segreto del cuore di quest'uomo, seguendo una via misteriosa ma eloquente, gli fa percepire che persino in cose inaspettate e spiazzanti può esserci un senso ulteriore. Dio aiuta Giuseppe a vedere al di là, ad avere occhi per ciò che immediatamente non si percepisce, ma è nascosto al fondo delle vicende quotidiane. Ecco, "sognare" vuol dire lasciare a Dio la possibilità di indicarci strade nuove, non disperare di poter trovare una luce anche nei momenti difficili. Sognare vuol dire darsi tempo, e non pretendere di capire tutto e subito, rimanere con l'animo aperto al futuro, dare alla nostra relazione con la vita, con le persone, con le situazioni, il respiro del futuro.

Solo dopo aver avuto la capacità di sognare si giunge al compimento del cammino che consiste destarsi e nell'avere il coraggio di iniziare a fare, con fede, ciò che il Signore ha fatto capire. Così ha vissuto Giuseppe di Nazaret.

Poi c'è tutto quello che si riferisce a Maria. "Si trovò incinta per opera dello Spirito Santo". Sorpresa assoluta di una creatura che arriva a concepire l'inconcepibile, il proprio Creatore.

"Il bambino che è generato in lei è opera dello Spirito Santo: ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: Egli salverà il suo popolo dai suoi peccati". In poche righe per ben due volte si parla dell'opera dello Spirito. Per noi è mistero, per il Signore è l'amore infinito di tutta la Trinità. Viene detto a Giuseppe il nome da dare al figlio. E' il nome più bello e più vero: Gesù, che significa Salvatore, colui che salva dai peccati, cioè dai mali più gravi. Oggi facciamo fatica a sentire questo, ma la Parola di Dio ci aiuta.

"Ecco la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: sarà chiamato Emmanuele, che significa "Dio Con noi". Gesù, Emmanuele, salvatore, Dio con noi. Ci interessa che Dio ci salvi, che Dio sia con noi? "Se Dio è con noi, chi sarà contro di noi?"

 

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