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TESTO Commento su 1Sam 1,27-28

Casa di Preghiera San Biagio FMA  

22 Dicembre (22/12/2010)

Brano biblico: 1Sam 1,27-28 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Dalla Parola del giorno

Per questo fanciullo ho pregato e il Signore mi ha concesso la grazia che gli ho chiesto. Anch'io lo do in cambio al Signore: per tutti i giorni della sua vita egli è ceduto al Signore.

Come vivere questa Parola?

Anna è una bella figura di donna che ci è presentata nell'atmosfera dell'Antica Alleanza dove sempre arieggiano profezie, annunci e previsioni della Nuova Alleanza. Il suo cuore ha sofferto la dura prova di non poter avere un figlio, ma, ecco, dopo tanta preghiera e pieno affidamento al Signore, le è nato Samuele. È un bimbo su cui la mano di Dio si è posata per servirsi di lui in vista dei suoi grandi progetti di salvezza.

Anna non appartiene alla categoria di quelle persone che, ottenuta dall'Alto una grazia, poi, dal basso, razzolano nella piena dimenticanza che il bene è stato loro concesso dal Signore. Anna conosce e vive quella dimensione umana così bella che si chiama gratitudine. Per questo torna a Silo dove, nel tempio, incontra Eli, il sacerdote che aveva visto le sue lacrime e che ora si compiace della sua gioia.

Anna esprime una riconoscenza che è anzitutto il riconoscere nel cuore che Dio è davvero il Sommo Bene. Anna ha una certezza: la nostra vita appartiene a un Dio che ci ama; affidare e consacrare a lui quello che più amiamo, è ben più che affidare il proprio seme a un giardino fertilissimo. Eccola dunque consacrare, cedere a Dio il suo figlioletto. Quel che Dio ne ha fatto, lo leggiamo nella Bibbia: fu una luce per il popolo, una guida divenuta sicura per i suoi capi: uomini del calibro di Saul e di Davide.

Sono qui a interrogarmi, nella pausa contemplativa di oggi, a pochi giorni dal Natale. Io mi fido veramente di Dio? E dunque mi è gioia o fatica il consegnare a lui quello che mi è caro?

Signore, dammi un cuore come quello di Anna, che anticipa il cuore tutto santo di Maria; e aprimi totalmente a fiducia in te, o Dio, che vieni a salvarmi.

La voce di un educatore

Tra pochi giorni sarà Natale e il nostro Signore tornerà a chiederci se abbiamo un posto nel nostro cuore per lasciarlo nascere. Ci chiederà ancora una volta di aprire le nostre braccia per accoglierlo e lasciarci ricolmare dei suoi doni. Non so quanti di noi però riusciranno a commuoversi e a far nascere dalle proprie labbra e soprattutto dal proprio cuore questa ricchissima parola: GRAZIE!
Don Giovanni Battista Borel SDB

 

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