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TESTO Giuseppe: l'uomo giusto

don Luigi Trapelli

IV Domenica di Avvento (Anno A) (19/12/2010)

Vangelo: Mt 1,18-24 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Mt 1,18-24

18Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. 19Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto. 20Mentre però stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; 21ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

22Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta:

23Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio:

a lui sarà dato il nome di Emmanuele,

che significa Dio con noi. 24Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

Siamo ormai vicini al Santo Natale.

Più di tante parole, lasciamoci guidare dal mistero della nascita di Gesù.

Di solito, siamo abituati a leggere il testo dell'annunciazione di Maria secondo Luca.

Oggi, invece, leggiamo il brano di Matteo, che ha come protagonista Giuseppe.

Giuseppe è un personaggio che, nel Vangelo, non parla mai. Viene definito uomo giusto e retto: colui che mette in pratica la volontà del Signore.

Rimane colpito dal fatto che Maria, prima che andassero a vivere insieme, si sia trovata incinta e, da persona retta, decide non di affidarsi ai tribunali, ma di licenziare Maria in segreto.
Ma Dio viene a sconvolgere tutti i suoi piani.
Colui che nascerà sarà frutto dello Spirito Santo.

Si chiamerà Gesù, il salvatore del mondo, il Dio con noi, come afferma il profeta Isaia.
Giuseppe mette in pratica ciò che l'angelo gli ha ordinato.
Il brano ha uno schema molto semplice.

Al centro vi è la figura muta di Giuseppe che agisce, rimane sconvolto, ma accoglie l'invito del Signore tramite l'angelo.

Mi soffermo su due aspetti.

1) Da un lato pensiamo alla giustizia di cui tanto abbiamo bisogno: non c'è pace senza giustizia.
La giustizia vista quale rapporto equo tra le persone.

Giuseppe è definito uomo giusto non perché cerca di fare mille cose, ma perché agisce ponendo al centro il bene dell'altra persona, in ottemperanza ad un invito del Signore.

Giusto è colui che non pretende nulla, non manifesta rancore, ma cerca il bene dell'altro, anche a costo di rimetterci di persona.

Anche se il villaggio è contro Maria e Giuseppe, Giuseppe vuole mettere in pratica l'insegnamento dell'Angelo, pur subendo umiliazioni e insulti.

Davanti alle ingiustizie e a tutti noi capita questo, l'atteggiamento più corretto non è tanto volere il danno degli altri, quanto piuttosto il desiderio di camminare verso la ricerca della verità, capendo anche in quali cose possiamo avere urtato la sensibilità degli altri.

2) Un secondo aspetto riguarda la nostra vita che è fatta di imprevisti.

Avere un progetto per le cose che facciamo è importante, ma non sempre i calcoli umani funzionano come dovrebbero.
Personalmente ho smesso di fare grandi progetti.

Preferisco affidarmi a quel Dio che mai abbandona il suo popolo e non ci lascia soli.

A volte, proprio in questa fiducia, nasce il desiderio di mutare alcuni progetti, o modificarli per riuscire meglio a scoprirne il loro valore.

Giuseppe ha accettato di essere sconvolto dall'invito dell'angelo a cambiare rotta, modificando le sue costruzioni mentali, per affidarsi al rischio di un progetto divino.

Confidare in Dio è anche non sentirsi onnipotenti, capendo che la vera felicità la colgo in quel bimbo che nasce e da valore alle cose che faccio.

Il Natale è la festa di Colui che è venuto a sconvolgerci e ci invita a fare di più.

Perché più ti senti piccolo e più diventerai grande...

 

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