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TESTO Convertirsi

don Daniele Muraro  

II Domenica di Avvento (Anno A) (05/12/2010)

Vangelo: Mt 3,1-12 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1In quei giorni venne Giovanni il Battista e predicava nel deserto della Giudea 2dicendo: «Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!».

3Egli infatti è colui del quale aveva parlato il profeta Isaia quando disse:

Voce di uno che grida nel deserto:

Preparate la via del Signore,

raddrizzate i suoi sentieri!

4E lui, Giovanni, portava un vestito di peli di cammello e una cintura di pelle attorno ai fianchi; il suo cibo erano cavallette e miele selvatico.

5Allora Gerusalemme, tutta la Giudea e tutta la zona lungo il Giordano accorrevano a lui 6e si facevano battezzare da lui nel fiume Giordano, confessando i loro peccati.

7Vedendo molti farisei e sadducei venire al suo battesimo, disse loro: «Razza di vipere! Chi vi ha fatto credere di poter sfuggire all’ira imminente? 8Fate dunque un frutto degno della conversione, 9e non crediate di poter dire dentro di voi: “Abbiamo Abramo per padre!”. Perché io vi dico che da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo. 10Già la scure è posta alla radice degli alberi; perciò ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco. 11Io vi battezzo nell’acqua per la conversione; ma colui che viene dopo di me è più forte di me e io non sono degno di portargli i sandali; egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. 12Tiene in mano la pala e pulirà la sua aia e raccoglierà il suo frumento nel granaio, ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile».

I suoi contemporanei ascoltano da Giovanni Battista appelli così veementi che non possono trascurarlo. La sua predicazione è piena di immagini. Egli però non mira a stupire, vuole convertire, ossia cerca in tutti i modi di favorire l'accoglienza nei confronti del Messia che viene.

Questo è il suo servizio nei confronti di Gesù e del popolo. Oltre che a sollevare materialmente la condizione dei poveri, opera a cui lo stesso Battista invita i benestanti, occorre elevare spiritualmente il livello delle attese.

Giovanni comincia chiedendo penitenza. Noi sappiamo che la prima virtù teologale a livello di conoscenza è la fede, mentre in ordine al bene da fare la preminenza spetta alla carità, e in ordine al male da evitare occorre fare spazio il timore; ma se già si è sbagliato è la penitenza la disposizione d'animo da far precedere a ogni altra.

Riconoscere di essere sulla strada sbagliata è la condizione indispensabile per immettersi su quella giusta. La rettitudine di cui Giovanni Battista si fa messaggero resta ancora la via più breve per l'incontro con il Signore.

Un frutto degno della conversione è un animo aperto alla grazia di Dio. Passare a questa disposizione è immediato, il tempo che serve per girarsi indietro e dirigersi nel senso opposto, (che poi è il significato primario di "convertirsi"). San Giovanni Battista con la sua eloquenza irremovibile vuole essere solo la rotonda che rende più facile la manovra.

Chi si avvicina a Giovanni per curiosità, subito viene travolto dall'impeto del suo messaggio: "Il regno dei cieli è vicino!". Era da tempo che non arrivava un messaggio così chiaro e diretto. Potrebbe essere una bella notizia, ma intanto siamo nel deserto.

Il luogo inospitale non è scelto a caso: vuole rendere coscienti gli ascoltatori della loro condizione spirituale. Anche se provengono da città e villaggi sviluppati lo spettacolo che dànno del loro paesaggio interiore è desolante. Perciò le parole del Battista sono un susseguirsi di avvertimenti e incoraggiamenti. Anche il deserto può fiorire e portare frutto, ma serve una trasformazione rapida e radicale.

"Da queste pietre Dio può suscitare figli ad Abramo". Giovanni Battista ha a disposizione solo materiale di questo tipo nel luogo in cui si trova, realmente e metaforicamente, ma non si arrende. Desidera una corrispondenza tra fede ed opere e per ciascuno vuole che alla propria appartenenza religiosa venga aggiunta una libera adesione personale.

Questo è presto possibile, perché a differenza del mondo della natura non ci sono tempi lunghi da aspettare e barriere impossibili da saltare; nel regno dello spirito il passaggio è facile e la trasformazione può essere immediata, basta volerlo.

È la situazione stessa a richiedere sollecitudine. Rimandare può essere pericoloso. Il boscaiolo prima di vibrare il colpo che inciderà in profondità la pianta e poi la taglierà di netto, prende la misura. Qui la scure è posta già alla radice degli alberi. In caso di ulteriori indugi da parte dei suoi interlocutori, per loro la sorte è segnata: "ogni albero che non dà buon frutto viene tagliato e gettato nel fuoco".

A sentire parlare così sembra che non verranno concesse eccezioni: un'intera foresta potrebbe cadere rovesciata a terra sotto l'effetto del giudizio di condanna del Signore. L'immagine dell'aia riequilibra la previsione. In un campo seminato oltre alla paglia sempre si trova del grano e dunque conseguenza della venuta del Regno di Dio sarà la separazione tra il buono e il cattivo, mettendo da parte l'uno e scartando l'altro.

Finché a parlare è solo lui, il Battista, l'effetto non è garantito, il frutto buono di conversione potrebbe non prodursi per niente, ma con l'apparizione del Messia che "è più forte di lui", all'acqua di un appello umano, insufficiente pur se irruente, si aggiungerà il calore irresistibile di una presenza divina benefica e potente come quella del fuoco e allora il raccolto sarà assicurato.

Fuor di metafora, tra tutti i destinatari della Parola del Messia sicuramente non mancherà chi dopo averla accolta e praticata si troverà ricco di opere buone. Il Signore terrà per sé solo costoro, mentre per chi si ostinerà a rimanere sterile, sordo ad ogni appello ed insensibile alla necessità della conversione interiore, non si daranno possibilità infinite: ad un certo punto lo stesso fuoco comincerà a consumare e a distruggere.

Il tono del Battista può sembrare eccessivo, soprattutto se confrontato con la mitezza di Gesù. Giovanni ci tiene a sottolineare di non essere lui il Salvatore, quindi davanti a chi lo interroga mette subito in chiaro di non fermarsi alle sue parole. Semplicemente vuole suscitare un'aspettativa, orientare meglio la preparazione e non lasciare andare perduta l'occasione dell'appuntamento decisivo: viene il Messia promesso!

Anche in Gesù oltre alla offerta di misericordia troviamo ammonimenti e invettive insieme alla richiesta di conversione e penitenza. L'esortazione: "Convertitevi, perché il regno dei cieli è vicino!" udita sulla bocca del Battista ritorna tale e quale nel capitolo successivo attribuita a Gesù.

A Giovanni interessa farci sapere che tutto dipende dalla persona di Gesù e dal posto che Gli riserviamo nella nostra vita. Da come noi Lo accogliamo dipende il nostro destino di felicità, oppure di fallimento. Per questo è così deciso da sembrare talvolta severo. Ma questo era il suo compito: egli l'ha portato a termine. Quello che proponeva agli altri per primo lui stesso lo praticava, per questo ha meritato di essere ammesso per primo nel regno di Dio.

Un pezzo di quella strada diritta che lui voleva per il Signore, già ce la troviamo preparata dalla testimonianza di Giovanni. A noi di percorrerla senza esitazione in direzione della capanna di Betlemme.

 

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