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TESTO L'ingresso del Messia

don Romeo Maggioni  

IV domenica T. Avvento (Anno A) (05/12/2010)

Vangelo: Mt 21,1-9 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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1Quando furono vicini a Gerusalemme e giunsero presso Bètfage, verso il monte degli Ulivi, Gesù mandò due discepoli, 2dicendo loro: «Andate nel villaggio di fronte a voi e subito troverete un’asina, legata, e con essa un puledro. Slegateli e conduceteli da me. 3E se qualcuno vi dirà qualcosa, rispondete: “Il Signore ne ha bisogno, ma li rimanderà indietro subito”». 4Ora questo avvenne perché si compisse ciò che era stato detto per mezzo del profeta:

5Dite alla figlia di Sion:

Ecco, a te viene il tuo re,

mite, seduto su un’asina

e su un puledro, figlio di una bestia da soma.

6I discepoli andarono e fecero quello che aveva ordinato loro Gesù: 7condussero l’asina e il puledro, misero su di essi i mantelli ed egli vi si pose a sedere. 8La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano sulla strada. 9La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava:

«Osanna al figlio di Davide!

Benedetto colui che viene nel nome del Signore!

Osanna nel più alto dei cieli!».

Il Signore viene! è l'annuncio dell'Avvento. Finalmente! Aspettiamo tutti un Giudice che faccia verità in mezzo a tante menzogne, che porti certezze in mezzo a tante opinioni e falsità, una speranza entro il disgregarsi di tutto che ci crea crisi e paure. "Annuncia alle città di Giuda: Ecco il vostro Dio! Ecco, il Signore viene con potenza, il suo braccio esercita il dominio. Ecco, egli ha con sé il premio e la sua ricompensa lo precede" (Lett.). Un annuncio - quello del Dio giudice finale - che tutte le grandi religioni proclamano. E' uno schema classico: Dio crea l'uomo, e alla fine chi è buono sarà con lui e i cattivi castigati!

Contrariamente però ad ogni aspettativa, Dio ha voluto inventare un'altra venuta, in una forma inattesa e sconvolgente, quella nella carne. Divenendo uomo, entra nella nostra storia come salvatore. Incarnazione e redenzione sono gli elementi qualificanti il Credo cristiano. Prima di ritrovarlo giudice alla seconda venuta, la Chiesa ci invita e prepara a riceverlo come salvatore nel prossimo Natale, quale inizio e segno di una permanente iniziativa di Dio a far visita nella vita personale di ognuno.

Il modo di questa venuta di Dio nella carne forse sconcerta, stando a come viene emblematicamente è espresso dal vangelo di oggi. Si tratta di saper intravedere l'opera di Dio pur nell‘umiltà e discrezione delle sue visite. E saper scegliere.

1) VIENE SU UN'ASINA

"Dio, nessuno lo ha mai visto..", ma un giorno "il Verbo si fece carne e venne ad abitare in mezzo a noi" (Gv 1,17.14). Appunto, "Cristo dice: Io vengo per fare, o Dio, la tua volontà" (Epist.). E‘ la novità assoluta e inattesa di un Dio che si interessa all‘uomo. Dio ha inviato suo Figlio nella carne come Messia per salvare il suo popolo. Non l'ha mandato in potenza e sterminio, ma nella mansuetudine e nella piccolezza:"Ecco, a te viene il tuo re, mite, seduto su un‘asina e su un puledro, figlio di una bestia da soma". L'entrata di Gesù in Gerusalemme è il segno, la sigla di uno stile: di un re che regna dalla croce, di un Signore che conquista i cuori con lo stravincere in condivisione e amore. Il giudizio e la discriminazione avvengono nei cuori di chi lo sa riconoscere e accogliere come "figlio di Davide" pur nella sua umiltà, e di chi lo rifiuta scandalizzato.

Il prefazio formula sinteticamente l'opera di Cristo in riferimento alla salvezza del singolo uomo: "Alla punizione della colpa, o Dio di misericordia, preferisci sempre un generoso perdono. Nell'umanità del tuo Figlio hai ricreato l'uomo perché la morte non deformasse in lui la tua immagine viva. E' grazia della tua pietà che ci salva: dalla carne di Adamo il peccato ci aveva dato la morte, dalla carne di Cristo il tuo amore infinito ci ha riplasmato alla vita". Dio interviene nella storia in modo estremamente positivo: offrendo all'uomo di ricostruirsi una umanità rinnovata, non distruggendo e condannando, ma ricreandolo alla vita.

Così è anche lo stile delle sue visite, del suo operare nella storia e nella Chiesa a costruire il suo regno: un lievito, una granellino di senapa, luce e sale che s‘immerge nella vicenda umana e la trasforma dal di dentro, nel silenzio del cuore e nelle libertà risanate. Dio non si impone, ma si propone, nella discrezione, a quanti sono disponibili ad una ricerca e ad un bisogno di salvezza. L‘immagine lirica ce la offre Isaia oggi: "Come un pastore fa pascolare il gregge - è Gesù buon pastore! -; porta gli agnellini sul petto e conduce dolcemente le pecore madri".

2) LA FOLLA STESE I MANTELLI

A quest'opera e a questo stile di intervento divino è necessario credere e collaborare. Saper intravedere e riconoscere nell'umiltà della carne la presenza e l'opera efficace del Messia Salvatore. Esattamente come accadde quel giorno a Gerusalemme: "La folla, numerosissima, stese i propri mantelli sulla strada, mentre altri tagliavano rami dagli alberi e li stendevano nella strada. La folla che lo precedeva e quella che lo seguiva, gridava: Osanna al figlio di Davide! Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nel più alto dei cieli!". Anche noi siamo chiamati ad accoglierlo, preparandogli la strada del cuore, togliendo impedimenti e pigrizie. Da Isaia oggi ci viene l‘invito: "Nel deserto preparate la via al Signore, spianate nella steppa la strada al nostro Dio. Ogni valle sia innalzata, ogni monte e ogni colle siano abbassati; il terreno accidentato si trasformi in piano e quello scosceso in vallata".

Nella vita di ognuno Dio viene entro le pieghe della vita quotidiana, nei modi meno vistosi, con discrezione: richiede di essere riconosciuto e accolto. "Ecco: sto alla porta e busso. Se qualcuno ascolta la mia voce e mi apre la porta, io verrò da lui, cenerò con lui ed egli con me" (Ap 3,20). E‘ nell‘attenzione interiore, cioè nella preghiera, che si percepisce l‘arrivo di Dio, si colgono le ispirazioni dello Spirito, e i criteri coi quali discernere il disegno di Dio sulla propria vita. E‘ alla luce della Parola di Dio che si colgono le sensibilità e i valori cui orientare e rettificare la propria coscienza quale norma oggettiva e sicura delle proprie scelte. Anche e soprattutto il fare la comunione ogni giorno dà la garanzia di poter vivere come Cristo: "Colui che mangia me vivrà per me" (Gv 6,57).

Al Sanctus di ogni messa la Chiesa ci fa ripetere: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna! Nell'atto misterioso ma reale del sacrificio della messa si attualizza per noi quella prima venuta di un Dio salvatore. Crediamolo personalmente e realmente presente nell‘Eucaristia anche se sotto i poveri segni del pane e del vino. Anche a noi è richiesta la percezione di fede - come a quelli di Gerusalemme il giorno delle palme - di riconoscere il re mite che viene a salvarci. Canta san Tommaso d‘Aquino: "Hai nascosto in croce la divinità; qui - nell‘Eucaristia - tu mi nascondi anche l‘umanità: fammi sempre più credere in te, aver fiducia e amarti, o Signore". La fede che ci è richiesta è nient‘altro che lo spazio dell‘amore che dobbiamo avere per Dio.

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Avvento: allenamento ad aspettare un salvatore; capacità di riconoscerlo in quel Gesù che nasce a Betlemme e del quale il Natale fa memoria; disponibilità a riceverlo nei segni sacramentali da Lui stesso voluti per introdursi in ogni nostra attuale Gerusalemme, e toccare il cuore di ognuno che con fede gli stende il tappeto dell‘accoglienza e dell‘amore.

 

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