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TESTO Commento Luca 11,47-54

Paolo Curtaz  

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Giovedì della XXVIII settimana del Tempo Ordinario (Anno II) (17/10/2002)

Vangelo: Lc 11,47-54 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Siamo onesti: sfido chiunque a non trattare ostilmente Gesù dopo la lavata di capo che ha fatto in questi giorni a farisei, dottori della legge e compagni vari. Il servizio alla verità, duro, che Gesù fa', serve a scuotere: non sempre chi ti da una carezza ti ama e chi ti da uno schiaffo ti odia!

Oggi Gesù parla del destino dei profeti che, mentre vivono, sono disprezzati e rischiano la pelle, e dopo qualche tempo sono onorati e rimpianti. Gesù parla di se stesso, ovviamente: i mausolei innalzati a memoria dei profeti non eviteranno, nella cieca miopia degli uditori, di commettere lo stesso errore dei loro padri nei confronti di Gesù.

E lo stesso, amico che ascolti, può accadere per me e per te oggi. I profeti ancora camminano in mezzo a noi, parlano a nome di Dio, ci spingono a mettere in discussione i nostri stili di vita e ancora vengono uccisi. Non da noi in occidente - i profeti preferiamo ignorarli con fare politicamente corretto - ma nelle chiese giovani: centinaia di fratelli vengono uccisi a causa della loro testimonianza, del loro impegno per la pace e la giustizia che troppo spesso irrita i potenti di turno. Niente di nuovo sotto il sole: chi parla viene ammazzato, ma - per noi credenti - la sua testimonianza feconda la terra di nuovi cristiani. Due impegni oggi ci vengono chiesti dalla Parola: riconoscere i profeti che ci parlano di Dio e dell'uomo senza pregiudizi, prestando loro attenzione, impegnandoci magari a migliorare la nostra informazione, conoscendo di più e meglio la situazione delle Chiese, diventando - finalmente! - davvero "cattolici", parola che significa "universali" e che noi abbiamo tradotto in "campanilisti". In secondo luogo siamo invitati, almeno un poco, a diventare profeti là dove viviamo. Il profeta non è colui che predice il futuro (quello è l'indovino!) ma che interpreta il presente. Un po' di profezia, credo, può uscire dalle nostre vite, può contagiare i nostri uffici, può illuminare la tenebra che avvolge il mio condominio. Il mondo è duro ed egoista? La mia famiglia è accogliente e si apre alla vita accogliendo un ragazzo in affido. Il mercato è la nuova divinità? La mia famiglia adotta uno stile di vita essenziale e non cede alle lusinghe del consumo. La logica del lavoro è il potere? Senza farmi pestare, faccio un onore di lavorare con coscienza e onestà... Gli esempi potrebbero continuare ma avete capito la logica: il mondo muore senza profezia, senza l'indicazione della possibilità di un mondo diverso.

Tu, Signore Gesù, profeta dell'umanità, sei stato spazzato via. Non vogliamo costruirti un mausoleo, ma diventare Tempio vivo che ti annunci e testimoni con una vita profetica. Amen.

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