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TESTO L'Immacolata: il portale principale da cui entrerà nel mondo il Figlio di Dio redentore

Suor Giuseppina Pisano o.p.

Immacolata Concezione della Beata Vergine Maria (08/12/2010)

Vangelo: Lc 1,26-38 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

Visualizza Lc 1,26-38

In quel tempo, 26l’angelo Gabriele fu mandato da Dio in una città della Galilea, chiamata Nàzaret, 27a una vergine, promessa sposa di un uomo della casa di Davide, di nome Giuseppe. La vergine si chiamava Maria. 28Entrando da lei, disse: «Rallégrati, piena di grazia: il Signore è con te».

29A queste parole ella fu molto turbata e si domandava che senso avesse un saluto come questo. 30L’angelo le disse: «Non temere, Maria, perché hai trovato grazia presso Dio. 31Ed ecco, concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. 32Sarà grande e verrà chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre 33e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine».

34Allora Maria disse all’angelo: «Come avverrà questo, poiché non conosco uomo?». 35Le rispose l’angelo: «Lo Spirito Santo scenderà su di te e la potenza dell’Altissimo ti coprirà con la sua ombra. Perciò colui che nascerà sarà santo e sarà chiamato Figlio di Dio. 36Ed ecco, Elisabetta, tua parente, nella sua vecchiaia ha concepito anch’essa un figlio e questo è il sesto mese per lei, che era detta sterile: 37nulla è impossibile a Dio». 38Allora Maria disse: «Ecco la serva del Signore: avvenga per me secondo la tua parola». E l’angelo si allontanò da lei.

"Sia benedetto Dio, Padre del Signore nostro Gesù Cristo... in Lui ci ha scelti, prima della creazione del mondo, per essere santi e immacolati, al suo cospetto, nell'amore..."(Ef 1); questo ci ricorda oggi Paolo, nel passo della Lettera agli Efesini che la liturgia eucaristica propone come seconda lettura.

A questa santità piena, senza ombra di macchia, è dedicata la solennità dell'Immacolata Concezione, che la contempla realizzata in Maria, la Madre di Dio; una verità che fu rivelata alla fanciulla di Nazareth dall'Angelo quando la salutò con queste parole: "Ave Maria, piena di grazia, il Signore è con te..." (Lc 1,28); e divennero poi una rivelazione a tutto il mondo.

"Ave, piena di grazia...."; la pienezza di grazia significa partecipazione piena della vita divina, una realtà impensabile per la mente umana, un dono di infinita grandezza che il cuore dell'uomo sembra non poter contenere; eppure, alla giovinetta di Nazareth Maria, sposa del carpentiere Giuseppe, un giorno venne dato questo annuncio sconvolgente per lei, umile figlia di Israele, tanto che, come ci dice il Vangelo: "A queste parole rimase turbata e si domandava che senso avessero...".

Ma, ancor più sconvolgente, fu sicuramente la proposta che Dio le faceva per mezzo dell'Angelo: "Concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù, sarà grande e chiamato Figlio dell'Altissimo...."

"Ma come è possibile?" fu la prima reazione di Maria, ed è normale che sia avvenuto così.

Maria conosceva la Scrittura, conosceva tutti quei passi che parlavano del Messia promesso e atteso da tutto il popolo; Colui che sarebbe stato il Liberatore, il Re che avrebbe instaurato tempi nuovi; lei conosceva bene quel che Isaia aveva annunciato: "Il Signore stesso darà un segno: ecco la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele, che significa: Dio con noi."(Is 7,14), ma non pensava che la madre di quel figlio eccezionale sarebbe stata lei.

Ed ecco, ora quell'antica profezia stava per realizzarsi e la vergine madre sarebbe stata lei, la piena di grazia, l'immacolata, la nuova donna, la madre per eccellenza, il portale principale attraverso il quale il Figlio di Dio sarebbe entrato nel mondo come uomo, per farsi redentore dell'uomo, e liberarlo dal peccato per sempre.

Di questa giovinetta, chiamata a collaborare ad un progetto così grande, Dante, il grande poeta, scrisse: "termine fisso d'eterno consiglio..."; da sempre, infatti, l'Altissimo l'aveva scelta per realizzare il suo piano salvifico che il Figlio Gesù di Nazareth avrebbe realizzato, instaurando il Regno di Dio tra gli uomini.

Il "Regno di Dio", un regno di amore, di giustizia e di pace, è il progetto originario del Creatore, un progetto di cui le prime pagine della Bibbia ci parlano con un linguaggio simbolico, nel racconto della creazione, di cui oggi la Liturgia ci fa rileggere un passo.

Al di là dei simboli, il racconto biblico ci rivela un progetto di armonia nel quale Dio vuol coinvolgere l'uomo: Adamo, immagine del suo Creatore e suo amico, capace di vivere in armonia con tutto il creato e di entrare in dialogo col suo Dio, un dialogo che avrebbe dovuto instaurare un rapporto di comunione se l'uomo non avesse diffidato di quell'amore che gli veniva dato dall'Altissimo.

La diffidenza di Adamo e la sua opposizione al progetto di Dio è simboleggiata nell'atto di mangiare del frutto proibito, ed è, in realtà, la volontà di realizzare un progetto alternativo a quello del Creatore; questa volontà determinerà quella drammatica situazione che abitualmente chiamiamo 'peccato originale', e che sconvolse l'armonia originaria voluta da Dio.

Ora l'uomo è abbandonato a se stesso, ora incomincia la sua storia di tribolazioni e fatiche, per sè e per la donna sua compagna nel dolore; ma, nonostante il rifiuto dell'uomo, l'amore paziente e misericordioso di Dio attende e prepara un nuovo progetto: la redenzione. Questo progetto verrà realizzato dal Figlio, il quale assumerà la natura umana nascendo da una donna; un progetto che coinvolgerà la giovane Maria, la creatura nuova, esente dal peccato sin dal suo concepimento e piena di grazia proprio in vista della sua missione di madre del Cristo.

Tuttavia, nella realizzazione di questo progetto, che stabilirà un'alleanza nuova e definitiva con l'umanità, Dio rispetta la libertà della sua creatura e chiede a Maria il suo consenso esplicito, inviando a lei l'arcangelo Gabriele.

Si, Maria è la piena di grazia, lei, unica fra le donne, ha ricevuto un dono stupendo ed impensabile, ma sta a lei accettare liberamente di entrare a far parte di quel progetto e diventare la Madre Vergine del Figlio dell'Altissimo, oppure no.

E' un momento cruciale, e non solo per la giovane donna, ma per tutta l'umanità, in attesa di una parola che decida della salvezza dell'uomo e della Storia.

E San Bernardo così commenta questo momento unico della Storia: "L'Angelo aspetta la tua risposta, Maria! Siamo aspettando anche noi, questo tuo dono, che è dono di Dio... rispondi presto, o Vergine! Pronuncia, o Signora, la parola che che terra e inferi, e persino il cielo aspettano! Apri, dunque, o Vergine beata, il tuo cuore alla fede, le tue labbra alla parola, il tuo seno al Creatore! Alzati, apri col tuo consenso."

"Eccomi, sono la serva del Signore - sarà la risposta di Maria all'Angelo - avvenga in me come tu hai detto"; e il corso della Storia, da quel momento, cambia rotta per andare verso la salvezza.

Immacolata: un dono e un modello; un dono grande di Dio con l'esenzione dalla colpa d'origine; ma anche un modello, per la fede e l'obbedienza di Maria al progetto dell'Altissimo, che la chiamava ad essere madre del suo Figlio e, in più, un modello per ogni uomo e donna, perché ognuno è chiamato ad esser coinvolto nel piano di salvezza, personale e universale; ognuno, infatti, è chiamato ad accogliere, con fede ed amore, la parola di Dio, e a viverla giorno per giorno, camminando sui passi del Cristo.

Anche noi, dunque, siamo stati scelti prima della creazione del mondo, per esser trovati santi e immacolati nell'amore, e anche noi, come Maria, siamo chiamati ad entrare nel progetto di salvezza che Dio ha su ogni uomo, progetto che Cristo realizzerà con la sua incarnazione, passione, morte e resurrezione.

Così la solennità di oggi, mentre ci fa contemplare il mistero grande di Maria, la Madre immacolata del Figlio di Dio, e ci fa anche riflettere su quell'annuncio, il più grande che sia mai stato dato nella Storia, di un Dio vuol farsi uomo, nascendo come ogni altro figlio d'uomo, dal grembo di una donna, per ricondurre ogni uomo a Dio, liberandolo dal peccato.

Si, Maria Immacolata, la Madre del Figlio di Dio, è un dono grande che Dio ha fatto all'umanità, ma è. anche, per ognuno, modello di ascolto e fedeltà totale a Dio, e quell'annuncio a lei dato dall'Angelo deve diventare, oggi, il nostro annuncio incessante al mondo, secondo quel che apostolo Giovanni scrive: "Vi annunciamo ciò che era fin da principio, ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, ossia il Verbo della vita, poiché la Vita si è fatta visibile.....quello che abbiamo veduto e udito noi lo annunziamo anche a voi...."(IGv 1,1-3)

sr Maria Giuseppina o.p.
mrita.pisano@virgilio.it

 

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