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TESTO E non si accorsero di nulla

Marco Pedron  

I Domenica di Avvento (Anno A) (28/11/2010)

Vangelo: Mt 24,37-44 Clicca per vedere le Letture (Vangelo: )

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In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: 37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell’uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell’arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell’uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l’altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l’altra lasciata.

42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell’ora che non immaginate, viene il Figlio dell’uomo.

Gesù nel vangelo di oggi si rifà ad un riferimento dell'A.T. Al tempo di Noè tutti vivevano nella superficialità: mangiavano, bevevano, si sposavano e facevano figli ma non si accorgevano di niente. Tutti vivevano nella falsità, tutti si dicevano bugie, tutti erano interessati a non accorgersi di ciò che accadeva, a non aprire gli occhi perché aprirli avrebbe voluto dire cambiare.

Perché se tu vedi una cosa allora non sei più lo stesso: adesso lo sai e ti "scoccia" saperlo, ti "brucia" così tanto che, dicono molti, era meglio non saperlo.

Aprire gli occhi è doloroso. Molte persone preferiscono vivere nell'illusione piuttosto che scoprire la realtà. Preferiscono ingannarsi. E questo dice quanta falsità regni in certe vite.

Così quando Dio viene molti non se ne accorgeranno. Così molti saranno inghiottiti dalla vita e diranno: "Ma che sfortunato che sono stato! Che destino terribile!", e invece no!, "dovevi accorgertene prima". "No, amico tu hai dormito e sei stato sorpreso". "Hai vegetato e ti sei lasciato vivere".

"State attenti e guardatevi attorno": si dice che ci sia la libertà di pensiero, la libertà d'azione, di libera espressione, il libero mercato, la libertà d'informazione, che viviamo in una società liberista. C'è perfino una casa delle libertà. Ne siete convinti?

C'è un dottore, un certo Ryke Geerd Hamer, che è stato imprigionato in Spagna (è già la seconda volta!) perché le sue scoperte metterebbero in crisi la medicina tradizionale. E' stato imprigionato!!!

Molti siti di controinformazione sul mondo, sulle notizie dall'Iraq, su ciò che succede sono spiati a vista; altri sono stati chiusi e alcune persone sono state incarcerate e accusate di essere sobillatori.

Lo sapete che un tale in Svizzera (il dottor Hans-Urich Hertel) ancora quindici anni fa ha fatto degli studi e ha scoperto che il forno a microonde fa sviluppare cellule cancerogene. Lo hanno processato per questo. E, invece, aveva ragione. Ma chi lo sa? Figuratevi se le grandi multinazionali si lasciano scappare queste voci! E noi? Beh, è comodo il microonde e tutto sommato ci va bene così.

Non c'erano le armi chimiche in Iraq? Bush non è stato amico dei Bin Laden (cosa risaputa da tutti)? La strategia del terrore ("Pericolo: nuovi attacchi terroristici") non fa funzionare le compagnie di armi e le holding della difesa e della sicurezza?

Sta attento che non venga il diluvio e che t'inghiotta! La gente mangia, beve, si sposa e non si pone nessuna domanda; la gente mangia e beve tutto e neppure si accorge cosa mette dentro. La gente crede a tutto e digerisce tutto.

"State attenti, aprite gli occhi, non vivete nella superficialità; non fatevi ingannare".

Ad una signora hanno detto: "Signora, l'operazione è perfettamente riuscita ma suo marito non ce l'ha fatta". Perfettamente riuscita?

"L'Italia va male perché le leggi non vengono applicate: ci serve più controllo, più polizia, più autovelox nelle strade". E' questione di applicare le leggi o di cambiare il nostro modo di vivere?

"Il disagio dei giovani è dovuto a questa società e al fatto che hanno tutto". Io mi faccio una domanda: "Ma chi la compone questa società? Da quali persone è fatta la "società"?

"A chi tocca, tocca. Quando ti viene una malattia non si può far altro che tenersela". E se centrassimo, almeno un po', anche noi con tutto questo? Ci "romperebbe" un bel po' scoprire questa verità .

"Ci saranno sempre i poveri". Sì ci saranno sempre i poveri perché ricchi li terranno poveri. In 50 anni di aiuti economici all'Africa, il continente nero è più povero di prima. Ma che aiuti abbiamo mandato?

"La società del progresso". Del progresso o dell'economia? Progresso umano o economico? Tre milioni di bambini muoiono ogni anno per l'inquinamento dovuto all'acqua o all'aria. Padova, decreto: non si può più circolare causa inquinamento. Ma i commercianti protestano: "E a Natale chi verrà a comprare i regali?". Tolto il decreto (giustificazione: "I valori sono diminuiti").

Ma non vedete che lavoriamo solo per spendere. Il nostro lavoro e i nostri soldi ci servono solo per tirare a fine mese. I bisogni sono sempre maggiori e sempre di più. Non è una schiavitù questa? Lavorare solo per consumare? E' proprio vero che è solo così?

A casa mia lavorava solo mio padre ed era operaio! Mia madre si occupava di noi figli. Ma se nascessero oggi mia madre dovrebbe lavorare e niente part-time. Ma siete proprio convinti che si stia meglio?

Mi hanno proposto l'abbonamento ad "Alice", ma ho declinat la proposta. "Beh noi gliela portiamo poi lei decide cosa fare". "No grazie". Me l'hanno portata lo stesso con un anno di abbonamento a costo zero. E siccome non c'ero me l'hanno lasciato giù. Non si è più liberi neanche di dire no. Perché? Perché fra un anno non riuscirò più a farne a meno e l'acquisterò. Ma è proprio vero che non posso farne a meno? (E' proprio vero che l'acquisterò?).

Attenti alle bugie; non bevete tutto; non digerite tutto! Ma non vedete!?

E' già successo al tempo di Noé: la gente non si accorse di nulla. Ma dove viveva? E' successo al tempo di Gesù: c'era il Figlio di Dio lì e non si accorsero di nulla. Ma dove vivevano?

Poi il vangelo fa un esempio e dice: "Se il padrone di casa sapesse quando viene il ladro di certo non si "farebbe fregare": fucile, allarmi, polizia o quant'altro. Insomma sarebbe attento, si preparerebbe, veglierebbe, sarebbe pronto.

"Sai che domani arriverà un ladro a casa tua: fai niente? Non trovi qualche soluzione, non chiami la polizia?". "Ovvio, sì. Ovvio che faccio qualcosa". "E, invece, non è così tanto ovvio, proprio per niente".

Sei sposato da alcuni anni. All'inizio c'era dialogo e comunicazione. All'inizio c'era intimità e attenzione a cosa l'altro provava e viveva. Ma adesso tutto si affievolito. Il lavoro, gli impegni della casa, la carriera, i figli: tante cose che vi stanno allontanando. In realtà quando si parla si rimane sempre nella superficie e si parla solo delle cose da fare. Non ci si apre più, non ci si racconta più; non c'è più tempo neanche per l'intimità, neanche per ascoltarsi o per dirsi quanto ci si ama. Il segnale è chiaro: il ladro arriverà fra non tanto. Lo sai, veglia e stai attento. Se non fai qualcosa arriverà, statene certo!; se non cambi rotta una mattina ti alzerai e tua moglie sarà un'estranea o si troverà un altro che la ascolti o semplicemente vi adatterete l'uno all'altro. E quando arriverà il "ladro" non dire: "Ma com'è stato possibile? Cos'è successo? Andava tutto così bene". No, che non andava tutto bene, è che non hai voluto vedere; è che facevi finta di niente; è che dormivi e non volevi essere svegliato.

Tuo figlio manifesta dell'iperattività a scuola. Il segnale è chiaro: cos'è che lo agita dentro, cos'è più forte di lui che non riesce a controllare?

Tuo figlio non parla mai ed è timidissimo: chi è che lo opprime, chi è che lo sovrasta e che gli impedisce di esprimersi, che lo soffoca?

Tuo figlio soffre di psoriasi. Beh, ci si potrebbe chiedere quanto lo abbracciamo, e poi come lo abbracciamo. Si potrebbe chiedersi quanto contatto fisico (amore) c'è in casa nostra o se tutto è "mentalizzato", razionalizzato ("lo sa che gli voglio bene ": no, che non lo sa se non glielo dimostri!).

Allora: prima che "il ladro" arrivi leggi gli indizi e i segnali forti e chiari (per chi li vuol vedere). Altrimenti verrà un giorno in cui sarà troppo tardi e bisognerà solo dire: "Bisognava pensarci prima".

Tu non partecipare ad incontri formativi, non fare niente per conoscerti dentro e soprattutto per conoscere la tua anima, per sentire la forza, la vitalità e l'intensità della vita; cerca di non approfondire il vangelo, non darti spazi di silenzi, non porti domande che "fanno male", quelle profonde, che ti mettono in difficoltà; non lasciare spazio allo stupore e al disorientamento, a quelle situazioni cioè non prevedibili, ma non ti lamentare il giorno in cui ti verrà da dire: "Sono vuoto, non provo più nulla". "Ma dai, davvero!?". "Bisognava pensarci prima; i segnali li avevi, è che non hai voluto leggerli, è che ti andava bene così. Adesso è troppo tardi".

Molte gente dice: "Io non so chi sono. Non so cosa provo. Non mi conosco. Non mi appartengo. Neppure ho idea di cosa ho dentro". "Ma chi vive sei tu o sono gli altri che vivono in te?". Se ti accorgi di essere schiavo, dipendente dagli altri, se agisci sempre per paura o per condizionamenti o solo in funzione degli altri (cioè sotto la spinta di forze estranee a te) il segnale c'è. E' tempo di riprenderti la tua vita e di iniziare a vivere. Altrimenti non il ladro ma la depressione o l'angoscia verranno e ti distruggeranno la vita.

E' venuto un padre e mi ha detto: "Ho passato tutta la vita per dare a mio figlio un lavoro e un'attività. Adesso che gli ho fatto una grande impresa lui non c'è più. E' in una comunità di recupero per tossicodipendenti ma non vivrà a lungo". "Adesso raccogliamo i cocci!".

Anni fa trovammo in un bivacco un cartello: "Attenzione, pericolo vipere". Qualcuno non lo prese sul serio, qualcun altro sì. Si cercò all'interno e si trovò realmente una vipera. Fu una buona idea leggere il cartello!

Allora: non lasciarti sorprendere dalle situazioni. Quando il ladro è entrato e ti ha derubato è troppo tardi. Quando l'uovo è cascato la frittata è già avvenuta. Quando la cosa poi succede è troppo tardi e non ci resta che raccogliere i cocci.

Veglia e prenditi cura prima, sii attento e leggi i segnali: "Non farti fregare" perché viene un momento in cui è troppo tardi, in cui non si può fare più nulla. Vegliare quando il ladro è già venuto in casa o stare attenti quando l'uovo è già scappato dalla tua mano è troppo tardi. Bisognava farlo prima.

E' importante che io non viva con il prosciutto sugli occhi o la testa chissà dove; è importante che io sappia vedere ciò che mi sta accadendo vicino; è importante che io sappia riconoscere e accogliere i segnali della vita; è importante che io mi ascolti in profondità e sappia leggere l'inizio delle cose.

All'inizio un fiume era semplicemente un rivolo d'acqua. Fermare un rivolo d'acqua è assai semplice. Ma fermare un fiume alla foce non è più possibile. Di fronte a certe situazioni, purtroppo, spesso bisogna dire: "Troppo tardi! Bisognava pensarci prima!".

C'è una storia che racconta di un tizio che si trova a Londra dopo la guerra. E' seduto su di un autobus e tiene sulle ginocchia un pacco avvolto in carta marrone; si tratta di un oggetto pesante e voluminoso. Ad un certo punto l'autista dell'autobus gli chiede: "Cos'ha sulle ginocchia?". E l'uomo: "E' una bomba inesplosa. L'ho trovata in giardino e la sto portando alla stazione di polizia". Allora l'autista gli dice: "Ma è pazzo! Non vorrà mica che gli esploda sulle ginocchia. La metta sotto il sedile". Fa ridere? No, fa pensare.
Sta iniziando l'Avvento.

Nell'antica Roma l'adventus era l'ingresso della divinità nel tempio ad essa dedicata.

L'avvento è il periodo che ci conduce al Natale. Il 25 di dicembre sarà Natale e tutti lo festeggeremo.

Tutti i popoli antichi erano meravigliati di fronte al miracolo del sole, della luce, che tornava a prevalere sulle tenebre (solstizio). Il Dio sole in Egitto era Ra, in Persia Mitra, in Siria Hadad, in Grecia Apollo.

Nel 274 d.C. Aureliano conquista la città siriaca di Palmira e costruisce un tempio al Dio Sol invictus. Come giorno di consacrazione sceglie il 25 dicembre. Era una festa che diceva: "Vengono le tenebre e viene il buio; tutto sembra finire e la notte sembra vincere e coprire ogni cosa. Ma la luce arriva e vince le tenebre".

Papa Leone, più tardi, nel 461 sceglie proprio quella data per celebrare la nascita di Cristo, e la festa cristiana si sovrappose a quella pagana. Cioè: "Cristo è quel Sole che vince ogni notte, ogni buio, ogni tenebra. Cristo è quel Sole invincibile".

Allora: il 25 dicembre celebreremo il Natale, la venuta di Dio sulla terra (ad-ventus), ma Dio non viene il 25 di dicembre, Dio viene e ci incontra ogni giorno che noi lo lasciamo entrare e che lasciamo che la sua luce, che il suo Sole illumini la nostra vita, la riscaldi, la sveli e ce la mostri.

Quindi non prendiamoci in giro e non diciamoci menzogne. "Cristo può nascere mille volte a Betlemme ma se non nasce dentro di noi è come se non fosse mai nato", Silesius (mistico tedesco).

Noi accenderemo ogni settimana una candela (tradizione molto antica): quattro domeniche, quattro candele.

Il quattro è il numero che indica completezza, totalità a livello umano: quattro i lati del quadrato, i punti cardinali, le stagioni, gli elementi primordiali, le basi del dna; la quaresima, i quarant'anni del popolo ebreo nel deserto o i quaranta giorni di Gesù nel deserto; quatto sono i Vangeli ma anche i Veda e quattro pure le "nobili verità" buddiste.

Quattro candele per dire: è un cammino di luce dove io ogni giorno cerco di accendere una luce nella mia vita, dove io ogni giorno cerco di far entrare la luce del Sole, di Dio, che mi possa rischiarare e illuminare.

Queste quattro candele hanno senso solo se sono il segno di ciò che accade realmente nella nostra vita. Altrimenti sono solo quattro ceri che bruciano e basta. Hanno senso se esprimono la luce che lentamente entra nella mia vita e che rischiara il buio che mi opprime; se sono la luce che illumina le mie paure e le vince dando loro un nome e accettando che mi appartengano; se sono la luce del Sole, di Dio, che ci dice: "Non aver paura, nessun buio mi può vincere. Anche tu non lasciarti prendere dall'insoddisfazione, dallo sconforto, dal pessimismo, dallo scoraggiamento"; se sono la luce che mi fa vedere quello che sono, anche quello che non voglio vedere e che vorrei nascondermi, tenere nel buio, in cantina, nella notte.

Il richiamo costante e continuo dell'avvento è quello di vigilare, di essere svegli, di non essere addormentarti. "Esci dal sonno; vieni alla luce; svegliati; renditi conto che in certi giorni e in certe zone di te vivi nel buio".

Ma per uscire dal sonno devo prima accettare di dormire. Per accendere una candela devo accorgermi che c'è buio.

Ecco perché l'avvento è difficile: perché aprirsi al Dio-che-viene vuol dire mettere in crisi certe posizioni conquistate faticosamente e alle quali ci aggrappiamo in tutti i modi.

Molte persone in questo periodo non fanno in realtà niente; arriva il 25 di dicembre e basta. Non è vero che si hanno tante cose da fare ma piuttosto il contrario. Si fanno tante cose per non avere spazi di luce, così, in realtà, nulla cambia.

Molte persone rifiutano la Luce-che-viene con l'indifferenza, il dubbio, il cinismo, la banalizzzazione o il pessimismo: sono tutti modi per evitare il coinvolgimento, per non permettere alla luce di entrarti dentro.

Uno mi ha detto: "Eh padre, parla bene lei sul silenzio. Ma senza "schei non se fa gnente"". Che banalità!

Un altro: "Ne sono venuti tanti di Natali e non è mai cambiato niente". Cioè: "Non voglio che cambi niente".

Avvento è accendere una candela ogni giorno nella tua anima perché emerga ciò che tu sei veramente: "Tu sei figlio di Dio". Dio-in-te ha posto carne, dimora, tenda, casa. Questa è la verità del Natale.

Quante persone hanno rinunciato alla propria identità profonda, più vera. Si sono dimenticate ciò che sono, hanno perso il paradiso terrestre; hanno perso il luogo della felicità, la casa dell'amore, la sede della verità e della libertà perché hanno rinunciato a coltivare la propria anima, la propria parte più vera, quella spirituale.

Eden, il mitico giardino di Adamo ed Eva, vuol dire "godimento, delizie": per chi vive la propria verità (sono figlio di Dio), per chi dà spazio all'anima, per chi fa uscire la luce che porta in sé davvero la vita è un giardino di delizie e di godimento.

Ma per tutti coloro che perdono contatto con la propria identità profonda non può che esserci che insoddisfazione, noia, rabbia, depressione, risentimento, iperattivismo (che nasconde l'angoscia).

Quanta gente ha perso contatto con il Dio-in-sé e vive di complessi di superiorità: deve essere chissà chi, deve sentirsi grande, superiore, deve avere potere o prestigio, sostituisce l'essere con l'avere .

Se sapessero che sono figli di Dio, che sono già grandi, che sono già preziosi e prestigiosi per Lui, cos'altro dovrebbero dimostrare?

Quanta gente ha perso contatto con la Luce-in-sé e vive di complessi d'inferiorità: si sente nulla, si distrugge per gli altri (così si sente qualcuno, si sente importante, visto che essere se stessi è terribile), non si accetta, non si vuole, permette a tutti di calpestare la sua dignità.

Se sapessero che sono grandi, che sono i figli di Dio, che l'Altissimo ha posto dimora nella loro anima, che ospitano il Re dei re, allora saprebbero di essere qualcuno. Saprebbero che aldilà della loro vita, dei loro sbagli, dei loro fallimenti o di quello che non riescono a fare o ad essere, saprebbero di essere qualcuno, importanti, preziosi, unici perché casa di Dio, grotta di Dio (che custodisce), maria di Dio (che genera), giuseppe di Dio (che difende), angeli di Dio (che cantano la gioia).

Allora l'Avvento è vegliare per non perdere la nostra verità: io sono figlio del Sole e della Luce.

L'Avvento è non rinunciare alla propria dignità: io sono figlio di Dio. L'avvento è la presa di coscienza di ciò che mi abita (Dio-in-me), della mia anima che anima la mia vita. L'Avvento è un periodo di cambiamento, di luce, perché il bruco, attraverso il processo di trasformazione della crisalide, risvegli in noi la coscienza di essere farfalla destinata a volare.

"E non si accorsero di nulla": erano figli di Dio e non lo videro.

Pensiero della Settimana

Non permettere che le cose da fare ti diano ansia: resta sveglio.

Non permettere che un solo problema ti rovini tutta la giornata;
non permettere che il tuo lavoro ti assorba così tanto
da non vedere più i tuoi figli e tua moglie: stai attento.

Non permettere alla durezza della vita di inacidire il tuo cuore
così da non poter più sentire amore per la vita: resta vivo.

Non permettere che la facciata, che ciò che sembra e che appare,

ti nasconda il cuore delle cose e l'anima delle persone: resta sveglio.
Non permettere di avere così tante cose da fare
da non percepire più cosa provi e cosa senti: resta sveglio.
Non permettere che ciò che fan tutti

diventi ciò che fai anche tu solo perché lo fan tutti: resta sveglio.

Non permettere che l'odio, la rabbia, il cinismo inondino il tuo cuore così da non provare più meraviglia e stupore per ciò che vive.

Non permettere che il "duro quotidiano" cancelli i tuoi sogni,
le tue aspirazioni e il desiderio d'infinito: resta vivo.
Non permettere a nessuno di comandarti, di gestirti,

di toglierti la tua vita, così da perderti o da annullarti: resta libero.

Non permettere al dolore di eliminare dalla memoria la gioia,

né alla sofferenza di non farti credere più nel Padre: resta vivo.

Non permettere a ciò che succede di abbatterti, di farti credere che tanto è inutile o che sei dentro ad un meccanismo,
così da impedirti di lottare per un mondo nuovo, migliore,
un mondo meno alienato e ottuso: resta attento.
Non permettere alle dicerie di convincere il tuo cuore,
né alle soluzioni facili di ingannarti: resta attento.
Non permettere che qualcosa zittisca ciò che hai dentro,
la forza, i sentimenti, la tenacia: resta vivo.
Non permettere alla disperazione di vincerti,

all'angoscia di smarrirti o alla paura d'azzerarti: resta fiducioso.
Non permettere ad un tuo sbaglio o a un tuo fallimento,

per quanto grande e grave sia, di farti credere che Lui non ti potrà più perdonare, che tutto sia finito, perso e irrecuperabile:
mai staccarsi dal suo perdono, resta ancorato in Lui.

Non permettere al tuo cuore di morire prima che smetta di battere, ne alla tua grandezza di rimanere sepolta nel tuo profondo;

non impedire alla tua anima di volare: sii in contatto con te.
Non permettere che nulla ti stacchi da Lui,
ma rimani sempre attaccato alla sorgente della Vita:
resta unito a Lui.

 

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